Quando la Disubbidienza è un Dovere morale e civile – Il tenente “signornò”

david grassi

 

di Piero Murineddu

Non conoscevo la vicenda del tenente della Marina Militare David Grassi, che dodici anni orsono fu punito dal suo superiore perché si era rifiutato di scaricare nel mare del Corno d’Africa dove transitava la nave da guerra “Maestrale” in cui prestava servizio, un’ingente quantità di olio di macchina. 

 

corno d'africa

Il fatto è stato riportato a galla in Senato da un esponente del M5S, Roberto Cotti. L’intervento chiedeva se son stati presi provvedimenti nei confronti di coloro che fecero subìre all’ufficiale un’ingiusta punizione solo “perchè si era rifiutato di avvallare un episodio di ingiustificabile danneggiamento dell’ambiente marino”, oltre che “chiedere certezze sul rispetto della normativa in materia di smaltimento dei rifiuti e dei reflui da parte del naviglio militare”. E non solo militare, aggiungo io, specialmente per noi che ci affacciamo nel Golfo dell’Asinara, teatro di numerosi episodi di grave inquinamento da parte di petroliere di passaggio e di Società multinazionali senza scrupoli. 

mar

Per quanto riguarda le questioni militari, conosciamo la tendenza a coprire, a rendere segreto il più possibile tutto ciò che riguarda l’argomento (il “nemico” ha le orecchie puntate e potrebbe carpire informazioni a suo vantaggio!), per cui, quando si viene a sapere che anche da quelle parti ogni tanto la “ragion di Stato” viene messa in secondo piano, dietro ai diritti umani ed alla salvaguardia della natura, tentando così di porre freno  all’autodistruzione del pianeta innescatasi ormai da troppo tempo, la cosa riaccende la speranza che ancora qualcosa si può fare per frenare l’imbecillità umana. Nello specifico della vicenda, colpisce anche che questa particolare  “spazzatura” fatta di idrocarburi altamente inquinanti per il mondo sommerso e per le coste, la si stava per buttare  in una zona del continente africano famosa per la sua estrema povertà ed instabilità politica, colpita tra l’altro qualche anno fa da una terribile carestia. Chi se ne frega, tanto sono dei miserabili che non ci potranno mai nuocere, ammesso che riescano a capire che li abbiamo fregati! Ah, l’arroganza infinita del Nord del mondo “progredito” nei confronti del sud sottosviluppato ed eternamente incasinato!! Un po’ fa pensare all’atteggiamento che il “continente” ha nei confronti delle vicende sarde: un atteggiamento per lo più distaccato e colpevolmente paternalistico. Prendiamo per esempio i poligoni militari del Salto di Quirra e di Teulada. Pur essendo  provata l’alta incidenza di gravi patologie e malattie tumorali in quelle popolazioni, dovuta all’uso di uranio impoverito e aramaradizionichilaccumpagniaatuttiganti,  tutto viene messo sotto gamba e i processi in corso corrono il rischio di andare in prescrizione. Zitti e mosca, insomma.

uranio

 

Ma torniamo alla disubbidienza del tenente. In quell’occasione, indubbiamente l’ufficiale sardo dimostrò un alto senso civico e grande coraggio nel rifiutare un ordine chiaramente ingiusto, se ancora la Giustizia non è un opinione soggettiva da usare infantilmentente secondo necessità e comodità.

Troppo di frequente, specialmente negli ambienti lavorativi della pubblica amministrazione, si sente ripetere il detto “lega l’asino dove dice il padrone”, e per me, ogni volta che mi tocca sentirla, è motivo di contorcimento di minuzzi e di poca stima nei confronti di chi crede di deresponsabilizzarsi pilatescamente davanti ad una disposizione impartita dall’alto, rassegnato ad eseguirla pur non condividendone il contenuto. In effetti, questo rischio è sempre presente, specialmente negli ambienti gerarchici dove manca e non è previsto confronto riguardo alla scelta delle procedure. Se il risultato produce pochi frutti o addirittura è chiaramente dannoso, la “colpa” è sempre di qualcun altro, di colui che ha dato l’ordine sbagliato. Così facendo, l’ “esecutore” sin sente sollevato dalla sua responsabilità personale, in quanto ha semplicemente e “correttamente” eseguito degli ordini di chi è preposto al comando. Lo so, per come funzionano le cose in questo scassato Paese, la norma è che c’è chi è pagato per dare ordini e chi invece per obbedire. Il parere individuale quasi non conta, può apparire anzi fastidioso e segno di presunzione se appena appena ci si azzarda ad esprimerlo. Se fai parte della “ciurma”, devi abbassare la schiena e usare esclusivamente olio di gomito. D’altronde, il tozzo di pane lo ricevi per questo!

Come non citare ancora una volta quel prete esiliato in una piccola località delle alture toscane, Barbiana, perchè troppo “ribelle” e perchè costringeva le “pecore” del suo “gregge” ad essere individui ragionevoli e pensanti, che ebbe l’ardire di andare contro i cappellani militari che diedero dei “vigliacchi” agli obiettori di coscienza? Il coraggioso prete affermò che l’obbedienza, se usata per coprire comodamente la propria responsabilità, non è più un valore positivo. Si, avete capito: quel Lorenzo Milani che diede la sua vita per elevare umanamente e culturalmente i figli di povera gente che considerò suoi figli, destinati altrimenti a vivere un’esistenza nell’inconsapevolezza e nell’ignoranza.

Barbiana gruppo classe Primi allievi

Mi chiedo se prima o poi si arriverà a capire e specialmente ad accettare l’idea che una conduzione collegiale è molto meglio e costruttiva di una “padronale” e verticistica, e questo in tutti gli ambienti: partito politico, scuola, famiglia, sindacato, Chiesa, associazione, lavoro….. Il “padrone” che detta ordini magari è più comodo, ma sicuramente fa crescere di meno.

David Grassi mi ha ricordato che il “dovere” principale non è obbedire passivamente ad un ordine, ma giudicare con “retta” coscienza e intelligenza, se quell’ordine rientra nel Dovere di servire la Giustizia, ed avere il coraggio d’agire di conseguenza.

Quando la Disubbidienza è un Dovere morale e civile – Il tenente “signornò”ultima modifica: 2014-03-09T21:46:29+01:00da piero-murineddu
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