SILENZIO per ASCOLTARE e COMUNICARE

 

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L’ascolto. L’ho sempre considerato elemento  essenziale nella relazione interpersonale. E’ una capacità difficile d’apprendere e da praticare,di conseguenza molto rara. Non ci vuole molto per ammettere che  i  contatti che giornalmente abbiamo coi nostri simili spesso sono poveri proprio per mancanza di ascolto reciproco. I rapporti significativi lo sono perché ci si sente ascoltati, per l’appunto. E’ un argomento troppo importante per non essere approfondito. Per adesso preferisco rileggere e proporre ai miei pochi lettori questo grande insegnamento del popolo Dakota riguardo al silenzio, altro elemento fondamentale per imparare l’arte di ascoltare.

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L’educazione al silenzio, al tacere, iniziava molto presto.Insegnavamo ai nostri bambini a sedere in silenzio e a gioirne.Noi insegnavamo loro a utilizzare i sensi, a percepire i diversi odori, a guardare quando all’apparenza non c’era nulla da vedere, ed a ascoltarla con attenzione, quando tutto appariva totalmente tranquillo.Un bambino che non sa sedere in silenzio, è rimasto indietro nel suo sviluppo.Un comportamento esagerato,appariscente, noi lo respingevamo come falso e un uomo che parlava senza pause, era considerato maleducato e distratto.Un discorso non veniva mai iniziato precipitosamente nè condotto frettolosamente. Nessuno poneva affrettatamente una domanda, fosse stata anche molto importante, e nessuno era costretto ad una risposta.Il vero modo cortese d’iniziare, era un momento di silenziosa riflessione insieme; ed anche durante i discorsi, facevamo attenzione ad ogni pausa, nella quale l’interlocutore rifletteva e pensava.Per i Dakota il silenzio era eloquente. Nella disgrazia e nel dolore, quando la malattia e la morte, offuscavano la nostra vita, il silenzio era un segno di stima e di rispetto; altrettanto quando ci colpiva l’incantesimo di qualcosa di grande e degno di ammirazione.Per i Dakota il silenzio aveva una forza ben più grande della parola.

 

 

SILENZIO per ASCOLTARE e COMUNICAREultima modifica: 2013-12-30T10:25:21+01:00da piero-murineddu
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Commento (1)

  1. piero-murineddu (Autore Post)

    L’ascolto è forse la più rara delle competenze sociali. L’ascolto si può apprendere ma ci vuole la consapevolezza di non possedere questa abilità, cosa altrettanto rara. Si può insegnare, ma con l’esempio…. quindi allo stato attuale direi che l’ascolto attivo è uno dei più grandi bisogni della nostra società, e deve esercitato in famiglia, a scuola, dalla politica… Bellissimo il brano del popolo Dakota…. Anche il silenzio deve essere attivo, cioè consapevole e ben interpretabile. Troppi silenzi rendono difficile la comunicazione e, talvolta, costituiscono un alibi alla responsabilità personale. Troppe volte si utilizza il silenzio per non esprimere e poter poi negare la propria posizione, oppure per non esporsi, per non essere partigiani. L’educazione al silenzio è una grande educazione al valore delle parole e a capirne l’inutilità o il danno che producono se non opportunamente dosate.
    (Maria Paola Curreli)

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    Abbiamo un’isola noi della Sardegna nord occidentale,dove regna incontrastato il silenzio. eppure di gesta umane atroci ha da raccontare , di sofferenze e grandi carcerazioni è stata l’interprete involontaria e la custode /padrona di casa. In quest’isola la legge è la natura e spesso per ritrovare quegli insegnamenti che profondamente segnano la crescita di un uomo. Bisogna fermarsi e ascoltare anche essa, la madre di tutti gli insegnamenti.
    Da bambina ebbi la grazia di incontrare e respirare l’umanità semplice, e di questo sono felice che il buon Dio mi ricordi ogni giorno che si può ancora avere fiducia.
    Ho letto con attenzione l’intervista del priore e anche io rileggerò quelle parole perché sono il balsamo della vita cosi come mi è stato insegnato. La speranza mi ha accompagnato sempre e auguro a tutti di avere la fortuna di non perderla mai. Come la barchetta nel mare mi lascio guidare da chi ha voluto per me questa vita fatta anche di incontri di persone speciali e semplici. Che non manchi il dialogo ascoltato ne la stima per chi merita e lo sguardo umano per tutti.
    (Stefania Cabras)

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