Paesaggio “invernale” della civiltà

di Piero Murineddu


Costretto a casa per i primi raffreddamenti stagionali, prendendo le dovute precauzioni, finalmente oggi ho potuto mettere piede fuori casa.

Insieme ad un amico decidiamo di recarci nella mia campagnetta. All’arrivo, grande è stato in me lo sgomento quando ho visto gli effetti che il maestrale aveva provocato in diverse piante da frutto che a fatica cercavano di crescere.

Uno sguardo più attento, però, fa subito capire che la colpa non è assolutamente da addebitare al vento, seppure l’aperta esposizione frequentemente gli da una forza particolare.

Le foto sono molto eloquenti. I tagli netti fanno pensare alla mano intenzionale dell’uomo.

Superato il primo stupore, la mente mi porta a chiedermi chi può aver causato un tale scempio. L’amico mi aiuta a ragionarci sopra.

Sfogo di rabbia di qualche ladruncolo per la delusione di non aver trovato niente da portar via? Molto improbabile, anzi, da escludere completamente. Considerando la mia indole abbastanza pacifica e che non sono mai stato affarradòri e ponifoggu, credo di non avere nemici.

Devo dedurre che qualcuno, di proposito abbia voluto farmi un dispetto? Che qualcuno si sia voluto vendicare per un torto da me subìto?

Vediamo un po’.

Vicini di campagna, tutta gente pacifica e rispettosa, da escludere.

Vicini di casa infastiditi dalla mia presenza? Solitamente saluto, non tengo lo stereo a tutto volume e posteggio l’auto di fronte alla mia casa. Da escludere.

Colleghi di lavoro stanchi di dovermi sopportare ogni giorno? Escluso, anche se non sono un simpaticone e uno capace di raccontare barzellette, specialmente di quelle…grasse.

E allora?

Ma, aspetta, aspetta….

Non sarà perchè qualcuno è rimasto contrariato dalla mia “manìa” di pubblicare “troppo liberamente” il mio pensiero?

Possibile?

Se così fosse, dovrò allora aspettarmi altre ritorsioni, perchè in modo assoluto non ho intenzione di tacere e di farmi li frazigghi mei, come fa la maggior parte della gente che vuole vivere in pace e non vuole….guai.

Quindi, vediamo un po’ quali potrebbero essere le mie “vulnerabilità”.

Sfregiarmi l’auto: no, vi prego, è l’unica che abbiamo in famiglia e a diversi carrozzieri ho dovuto gia sborsare parecchi dinà.

Portare via il cancello di campagna: ma dai, è di legno quasi marcito e non ne vale la pena.

Al buio, farmi cadere d’improvviso e rompermi gli occhiali: noooo…non fatemi questo! Non ho il cambio e sono parecchio accecato.

Portarmi via la mia amata e vecchia chitarra: e come metterò in musica le possibili ispirazioni invernali?

Mettersi d’accordo con la capotreno di Sassari e farlo partire prima che arrivi io col Sirio in ritardo? Eh no eh….questo mi farebbe veramente andare su tutte le furie!

Certo, ho altre e numerose vulnerabilità, ma queste sono sicuramente le maggiori. Ne vale la candela? Io propongo invece un’altra cosa: chi si è sentito toccato e ferito da me, per un motivo qualsiasi, perchè non ha il coraggio di venirmene a parlare? Non sarò li a rinfacciargli la meschina vigliaccheria della sua azione. Lo giuro. Magari riusciamo a capirci e ci beviamo su. Analcolico però. Senza rancore e senza richiedere danni.Lo rigiuro.

Paesaggio “invernale” della civiltàultima modifica: 2013-11-30T04:37:52+01:00da piero-murineddu
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