di Piero Murineddu
Sempre cosa utilissima riprendere in mano i due volumi degli “Ammenti” (ricordi) del mio indimenticabile amico prof.Andrea Pilo.
La sua buona ed intelligente “fissazione” era che gli adulti non scordassero – e i giovani apprendessero – quanto Sorso, nostro paese comune, è stato nei tempi passati.
In questa pagina rievoca i tempi in cui in occasione della festa del santo “col porcellino”, all’imbrunire vi era l’usanza di accendere un grande falò propiziatorio, intorno al quale i presenti giravano allegramente cantando e tenendosi per mano, e quando dell’alta fiamma rimaneva la brace, i più temerari, a coppie, rinsaldavano il loro legame d’amicizia saltandovi oltre. Da qui nascevano i compari e comari “di fuggaroni“, e l’esperienza parla di amicizie forti e durature, ancor più di quelli di “cumpari di tazza” e fors’anche di quelli di battesimo e di cresima.
Chiaramente, una così bella iniziativa richiedeva adeguata preparazione e coinvolgimento. Ancora oggi vi sono piccoli paesi sardi in cui l’intera popolazione si sente coinvolta, e non solo per procurare la quantità necessaria di legname. Una vera e propria festa di popolo, con balli, canti e mangiozia varia.
Quando l’anno scorso pubblicai questa stessa rievocazione di zi’Andria, il sennorese emigrato a Genova Pietro , nonostante l’etá avanzata sempre attivo in questo “social”, a commento del post, anche se esulando dall’argomento riportava un suo simpatico ricordo:
“Quando ero ragazzo, i piu anziani narravano che i contadini scagliavano i fichi contro le statue collocate nella facciata delle Chiesa parrocchiale di S.Pantaleo a Sorso. Se il fico restava attaccato alla statua significava che il frutto aveva raggiunto la giusta maturazione, diversamente veniva scartato.Ovviamente é una diceria di qualche burlone sennorese, forse per rimarcare la tradizionale “pazzia” dei vicini sussinchi”.
Ah, i nostri preziosi vecchi!
Ah, il caro Andrea!
Ah, il carissimo Pietro, recentemente scomparso!