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Sono antirazzista, ma teniamo le giuste distanze !

 

di Piero Murineddu

Mi si è riempito il cuore quando ho visto l’incontenibile allegria espressa da queste due ragazzine eritree nell’assistere alla prima nevicata della loro vita.

Spontanee nella loro innocente fanciullezza, come lo siamo stati tutti da bambini, a meno che qualche adulto, gia da allora, non ce ne abbia privati. Si, perché siamo noi, che abbiamo alle spalle da due a molti più decenni, che vogliamo imporre agli altri, sopratutto quando non hanno (ancora) gli strumenti culturali o semplicemente umani per manifestare liberamente ciò che si è, a voler imporre le nostre (spesso) rigide leggi di “come si sta’ al mondo”.

Peggio ancora quando gli atteggiamenti ritenuti non riconducibili alle aspettative di questa ipocrita vita sociale che abbiamo creato, sono considerati anormali e quindi messi sotto stretta osservazione della psichiatria.

Ma torniamo alla spontaneità infantile.

Qualche giorno fa, in uno scambio con un amico di una certa elevatura culturale, con ruolo educativo nella scuola e sinceramente antirazzista e antifascista, raccontava che qualche giorno prima aveva portato un suo nipotino a giocare nei giardini pubblici, insieme ad altri coetanei di diverse nazionalità.

Sappiamo che i bimbi non usano fare distinzioni né di pelle né di altre imbecillagini. Quelle solitamente siamo noialtri a farle.

È capitato che prima di lasciarsi, suo nipote ha salutato un suo amichetto di origine africana, col quale evidentemente si era trovato bene, con una calorosa stretta di mano, come anche gli adulti fanno, ma con meno calore e molta più formalità.

Al rientro a casa che fa suo nonno, uomo maturo e di cultura ecc? RACCOMANDA AL NIPOTINO DI LAVARSI BENE LE MANI, e non tanto perché è una giusta norma igienica dopo che stando all’aperto puoi toccare di tutto. No, l’insistenza e il motivo principale è perché aveva toccato la mano ad un bambino di colore scuro.

Ho riportato il fatto approssimativamente, ma il senso rimane questo.

Capito? Uomo di cultura, ruolo educativo e di docenza, aperto alle diversità, antirazzista, eppure….

Il mio NON VUOLE essere assolutamente un giudizio verso questo nonno, tra l’altro che stimo e so molto impegnato nel sociale e che ringrazio per aver ammesso la negatività del fatto, quasi avvenuto inconsapevolmente.

Il mio vuole essere un “mea culpa”.

Se non stiamo attenti, come in questo caso e in tutta buona fede, possiamo infondere nei nostri fanciulli le nostre paure, condizionandone in questo modo la crescita e mortificando GRAVEMENTE la loro spontaneità.

Possiamo dire, e le cose non sono molto distanti, che con i “diversi”, chiunque essi siano, chiunque di noi può comportarsi in maniera simile: SONO ANTIRAZZISTA, MA È MEGLIO TENERE LE GIUSTE DISTANZE !

E questo non c’è bisogno di dirlo a parole. Sono i nostri comportamenti che parlano per noi, specialmente verso chi non ha (ancora) gli strumenti culturali o semplicemente umani per manifestare liberamente ciò che si è, a voler imporre le nostre (spesso) rigide leggi su “come si sta’ al mondo”.

Peggio ancora quando gli atteggiamenti ritenuti non riconducibili alle aspettative di questa ipocrita vita sociale che abbiamo creato, sono considerati anormali e quindi messi sotto stretta osservazione della psichiatria.

Pensiamoci seriamente. Abbiamo tutti bisogno di liberarci dai tanti pregiudizi di cui è infarcito il nostro cervello.

Resisti figliolo

di Mahmoud Suboh

Vorrei regalarti un giocattolo,
come un tempo,
quando c’era il sole.

Oggi fatico a darti da mangiare
proteggerti dal male
raccontarti una fiaba;
la vita è bella!

Del mio corpo faccio uno scudo,
salvarti dalla stupidità umana,
ricorda la vittoria dei morti, e
si dimentica dei vivi.

Hanno deciso il nostro annientamento,
dicono che siamo troppi su questa terra!
Mi sento impotente.

Guardo i tuoi occhi tristi,
scrutano un orizzonte senza sole,
lacrima il mio cuore.

Un giorno finirà tutto questo scempio
ed io ti regalerò il mondo
color arcobaleno.

Resisti figliolo che il sole sta ritornando.

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C’é ancora speranza !

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di Piero Murineddu

Due immagini che fanno ben sperare che non tutti siamo componenti di un gregge belante.

La seconda famosissima foto si riferisce ad un periodo cupissimo della storia passata e anche se non ne conoscete bene i particolari, è ugualmente ben eloquente.

Alla prima foto, testimonianza di questi assurdi tempi che stiamo vivendo, pur essendoci la presenza di un tizio che imbruttisce lo scatto di gruppo e la spensierata (ed inconsapevole) allegria giovanile, da’ valore quel ragazzetto con la maglia rossa, leggermente in disparte a destra.

Credo che non abbia obbedito alle indicazioni dell’insegnante (“mi raccomando, sorridete….”).

Rimane impassibile nella sua espressione, quasi disinteressato a quanto avviene intorno. Forsanche contrariato.

Che sia uno dei tanti attesi e sperati nuovi “Che” che senza far ancora troppo rumore stan venendo su? È possibile!

C’è ancora speranza


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di Piero Murineddu

Due immagini che fanno ben sperare che non tutti siamo componenti di un gregge belante.

La seconda famosissima foto si riferisce ad un periodo cupissimo della storia passata e anche se non ne conoscete bene i particolari, è ugualmente ben eloquente.

Alla prima foto, testimonianza di questi assurdi tempi che stiamo vivendo, pur essendoci la presenza di un tizio che imbruttisce lo scatto di gruppo e la spensierata (ed inconsapevole) allegria giovanile, da’ valore quel ragazzetto con la maglia rossa, leggermente in disparte a destra.

Credo che non abbia obbedito alle indicazioni dell’insegnante (“mi raccomando, sorridete….”).

Rimane impassibile nella sua espressione, quasi disinteressato a quanto avviene intorno. Forse anche contrariato.

Che sia uno dei tanti attesi e sperati nuovi “Che” che senza far ancora troppo rumore stan venendo su? È possibile!

Sono antirazzista, ma teniamo le giuste distanze

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di Piero Murineddu

Mi si è riempito il cuore quando ho visto l’incontenibile allegria espressa da queste due ragazzine eritree nell’assistere alla prima nevicata della loro vita.

Spontanee nella loro innocente fanciullezza, come lo siamo stati tutti da bambini, a meno che qualche adulto, gia da allora, non ce ne abbia privati. Si, perché siamo noi, che abbiamo alle spalle da due a molti più decenni, che vogliamo imporre agli altri, sopratutto quando non hanno (ancora) gli strumenti culturali o semplicemente umani per manifestare liberamente ciò che si è, a voler imporre le nostre (spesso) rigide leggi di “come si sta’ al mondo”.

Peggio ancora quando gli atteggiamenti ritenuti non riconducibili alle aspettative di questa ipocrita vita sociale che abbiamo creato, sono considerati anormali e quindi messi sotto stretta osservazione della psichiatria.

Ma torniamo alla spontaneità infantile.

Qualche giorno fa, in uno scambio con un amico di una certa elevatura culturale, con ruolo educativo nella scuola e sinceramente antirazzista e antifascista, raccontava che qualche giorno prima aveva portato un suo nipotino a giocare nei giardini pubblici, insieme ad altri coetanei di diverse nazionalità.

Sappiamo che i bimbi non usano fare distinzioni né di pelle né di altre imbecillagini. Quelle solitamente siamo noialtri a farle.

È capitato che prima di lasciarsi, suo nipote ha salutato un suo amichetto di origine africana, col quale evidentemente si era trovato bene, con una calorosa stretta di mano, come anche gli adulti fanno, ma con meno calore e molta più formalità.

Al rientro a casa che fa suo nonno, uomo maturo e di cultura ecc? RACCOMANDA AL NIPOTINO DI LAVARSI BENE LE MANI, e non tanto perché è una giusta norma igienica dopo che stando all’aperto puoi toccare di tutto. No, l’insistenza e il motivo principale è perché aveva toccato la mano ad un bambino di colore scuro.

Ho riportato il fatto approssimativamente, ma il senso rimane questo.

Capito? Uomo di cultura, ruolo educativo e di docenza, aperto alle diversità, antirazzista, eppure….

Il mio NON VUOLE essere assolutamente un giudizio verso questo nonno, tra l’altro che stimo e so molto impegnato nel sociale e che ringrazio per aver ammesso la negatività del fatto, quasi avvenuto inconsapevolmente.

Il mio vuole essere un “mea culpa”.

Se non stiamo attenti, come in questo caso e in tutta buona fede, possiamo infondere nei nostri fanciulli le nostre paure, condizionandone in questo modo la crescita e mortificando GRAVEMENTE la loro spontaneità.

Possiamo dire, e le cose non sono molto distanti, che con i “diversi”, chiunque essi siano, chiunque di noi può comportarsi in maniera simile: SONO ANTIRAZZISTA, MA È MEGLIO TENERE LE GIUSTE DISTANZE !

E questo non c’è bisogno di dirlo a parole. Sono i nostri comportamenti che parlano per noi.

Pensiamoci seriamente. Abbiamo tutti bisogno di liberarci dai tanti pregiudizi di cui è infarcito il nostro cervello.

Ho deciso!

 

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di Piero Murineddu

Basta, basta, bastaaaa! Ma possibile che ogni anno debba sborsare soldoni per avere un nuovo smartphone perchè il ripararlo costa quasi quanto comprarlo nuovo? Ma allora è proprio vero che questi moderni aggeggini li programmano per durare un tot di tempo, sempre più ristretto! Veramente, mi sono scassato. A casa vi sono diversi telefonini efficienti, da usare per chiamare e per rispondere. I cassetti di amici ne sono strapieni. E non solo. Mi son fatto un nuovo abbonamento che costa pochissimo. Chiamare e rispondere e boh. Neanche messaggi. Niente di niente. Mi son stancato di essere preso per il culo..Whatsapp? Ma v……….. anche lui! Facebook? Alla sera mi siedo davanti al portatile di casa e scrivo quel che mi salta in testa, oltre che leggere (forzatamente) le imbecillaggini che non mancano mai e sopratutto arricchirmi delle cose sensate e intelligenti che i miei amici non fanno mancare, grazieaddio!

Blog da aggiornare,ricerche da fare e argomenti da approfondire? Idem come sopra.

Certo, non potrò scrivere le improvvise intuizioni ed esternare le incazzature seduto davanti al mare o facendo pausa mentre curo quelle povere e striminzite piante che mi son rimaste in campagna, dopo che qualche “intelligente” babbeo aveva pensato di roncolarle per dispetto perchè avevo detto pubblicamente cose che evidentemente non dovevo dire. Ma pazienza. Mi porterò dietro un taccuino e prenderò appunti che svilupperò in serata, pubblicandole.

Piccola parentesi.A proposito, sappia il “roncolante” e chiunque possa infastidirsi da certe cosette che scrivo, specialmente certi politicanti locali o loro tirapiedi, che il mio pensiero continuerò ad esprimerlo, e non saranno certamente certe miserabili meschinate a farmi desistere. Chiusa parentesi.

Basta con smartphone da guardicchiare ovunque ti trovi, perdendoti la vita circostante e le estemporanee conversazioni con sconosciuti, sempre arricchenti.Se si guasterà questo telefonino che uso adesso, ne chiederò un altro ad amici che non usano, senza dover passare dai negozi e uscirne con almeno cento euro in meno in tasca.

Chi vuole contattarmi in ore umane, mi chiami, perchè ho rinunciato anche alla messaggistica, oppure attraverso feisbuk che userò solo alla sera, nella tranquillità di casa.

Sapete una cosa? Ho come la sensazione di sentirmi leggermente più liberò. Cosa sarà?

Ma…ma….booooohhh…….. !!

 

Se vuoi capire il senso del mio commentino, copia incolla questo link

http://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2018/11/05/news/quella-ex-caserma-e-del-comune-di-sorso-da-piu-di-150-anni-1.17432062?ref=hfnssser-1&fbclid=IwAR1O3ZGgN5rs94bYgW660quonSS7LJLkat50zgxHPQuyIMn0NgukqCC1nFI

Cattura

 

di Piero Murineddu

Meeeeeh…. noi sorsinchi eravamo possessori di quel palazzone divenuto palazzaccio col tempo, e non ne sapevamo niente di niente.

Aggiummai si stavano per spendere ben cinquecentomila euroni dei corregionali sardignoli per acquistare un immobile ch’ è gia nostro, costruito nei primi decenni del 600 coi nennè dei nostri antenati zappadori.

Ad uso dei “fraticelli osservanti” di non so cosa, dediti alle cose della terra più che a quelle del cielo, antichi antenati di don Chelo da Osilo, stabile che in seguito, quel cattivone di Stato si era pappato, insieme a tutti i possedimenti religiosi dell’italico suolo.

Nella seconda metà dell’800 furono ospitati i reali CC, postillando che quando sarebbero smamati, cosa che avvenne poco prima del 2000, il Comune ne sarebbe rientrato in possesso. E invece nuddha di nuddha. Nessuno ne sapeva alcunché di questa storiella, e lo stabile è andato col tempo ghe ra ghisgina, occupato da una poverissima famiglia e da parecchi toponi che impauriscono persino i grossi gatti che si trovano distrattamente a passeggiarsela nei dintorri.

E adesso? E quindichè? E se la storiella si appura ch’è veritiera, quel mezzo milioncione arriva o torra indareddu? E i corregionali, oltre che considerarci sussinchi macchi, cos’altro penseranno di noialtri?

Ohia, che figura! Che figura! Che figura! Che figura di m….. !!

Riguardo alla fede

di Marco Leoni

Ogni volta che ho avuto a che fare con la fede, se si esclude la fanciullezza, periodo in cui la fede viene solitamente imposta (spesso con ricatti morali), è stato per un bisogno interiore.
Personalmente sono una persona pragmatica, con i piedi piantati a terra ma con la mente rivolta al cielo, all’infinito. Sono fatto di carne e pensiero, di sangue e sentimenti e per natura ho sempre sentito il bisogno di andare oltre la sfera del sensibile. Ritengo che, senza la sua dimensione spirituale, all’uomo manchi qualcosa di essenziale, una parte fondamentale della sua esistenza.
Del resto il pensiero metafisico è ciò che, oltre alla parola e alla capacità di astrazione e di fare progetti per il futuro ci distingue dagli animali.

Mio malgrado però, quel bisogno di andare oltre è stato intercettato da quel che purtroppo passa il convento, vale a dire la religione cattolica. La quale, come quasi tutte le religioni, dà risposte sbagliate, o insufficienti, a domande vere. Sono sbagliate e insufficienti non perché cattoliche, ma perché appartenenti a una forma di pensiero umana e quindi soggetta a interpretazione e a errore, come tutti i parti della mente umana non vagliati secondo il metodo scientifico.
In tali circostanze il disamoramento è sempre stato inevitabile, in quanto io mi sono ogni volta trovato nell’impossibilitá di scendere a compromessi con quello che in realtà sono.
Paradossalmente mi sento più sereno, completo, coerente ora che sono fuori dal cattolicesimo che nel periodo in cui mostravo un me stesso che non potevo essere, neppure sotto sforzo.
Col senno di poi mi accorgo che ho buttato via anni a recitare la parte del buon cristiano. Senza esserlo.
Intendiamoci bene: ho il massimo rispetto per chi ci riesce. Anzi, ne sono uscito proprio per quel rispetto, in nome di quella stessa coerenza la cui mancanza più volte ho rinfacciato agli altri.
È proprio quando mi sono chiesto “ma tu, sei coerente?” che sono cambiato. Perché coerente non ero.

Molti non mi hanno perdonato questo cambiamento. Ma come potevo recitare un credo se sono il primo a mettere in dubbio molte sue istanze?
Come potevo fingere di credere, disprezzando così me stesso e la fede altrui, se io per primo non potevo credere nel dio trinitario? Come potevo “recitare la poesiola da bravo scolaro” , se ritengo che Gesù sia figlio di Dio tanto quanto lo siamo noi? Se non credo nella verginità perpetua e nel peccato originale? Né nella dottrina del peccato né della sua remissione? Se non credo all’eucaristia o nella comunione dei santi?

C’è però qualcosa in cui io nonostante tutto credo.
Credo che esista una forma di Bene supremo che vada oltre la sfera dell’utile personale. Quel Bene che ci distingue dagli animali, quel Bene che mi fa amare ogni altro essere umano, che mi fa cercare non vendetta ma giustizia. Un Bene che mi nasce da dentro senza che mi venga imposto da regole scritte e riscritte nell’arco di secoli a seconda dell’umore del momento. Un Bene fatto di amore, compassione, empatia, pietà, lealtà, spirito di sacrificio, dedizione e senso del dovere.

Sono in fin dei conti una persona la cui ricerca non si fermerà mai.
Ed è giusto così.
Tutto ciò che non è inquieto è morto.

 

 

LA CONTINUA RICERCA, NON SOLO DI MARCO

di Piero Murineddu

Sento un profondo rispetto per quanto dice Marco sul suo rapporto con la fede, ed in un certo senso vicinanza. Anche per me, a ben guardare, la fede cristiana è sintetizzata sull’impegno che fai giornalmente ad avere pensieri e atteggiamenti positivi e di benevolenza verso gli altri. Sulle precisazioni teologiche, quelle che dividono un po’ tutte le religioni, mi trovo parecchio in difficoltà, e non da oggi. Credo comunque che nella fatica di voler bene gli altri non sono solo. Sento che c”è qualcun’Altro che mi sostiene e m’incoraggia verso l’accoglienza fraterna, cosa che è tutt’atro che spontanea. Occorre volerlo. Ai miei figli, con tutti i miei limiti che non ho mai mascherato, ho cercato di trasmettere questa disposizione interiore e questo atteggiamento pratico. Alla fine, in ” non chi dice Signore Signore, ma …….” e “ama il tuo prossimo…..” continuano ad essere la mia stella d’orientamento quotidiano. Per il resto, lascio le contese ai teologi di professione……

Non se ne può più!

di Sergio Di Cori Modigliani

Al suo ultimo comizio elettorale, il neo-eletto presidente brasiliano Bolsonero, tanto per rassicurare gli elettori sulla sua caratura ideologica, ha chiuso il suo intervento (accolto da applausi ed evviva da decine di migliaia di persone) dichiarando che il primo provvedimento del suo esecutivo sarebbe stata “l’immediata depenalizzazione dello stupro, così finalmente abbattiamo l’ideologia dei mitomani della sinistra, il popolo sa benissimo che alle donne piace ed è quello che cercano”.
Angela Merkel (d’accordo con i suoi alleati di governo) si è rifiutata di congratularsi con lui. Idem Theresa May. E quindi, praticamente, il resto del mondo.
I due unici immediati ed entusiasti sostenitori sono stati Donald Trump (“lavoreremo molto bene insieme”) e il padano EMMEESSE (“congratulazioni e complimenti: benvenuto nella grande famiglia internazionale dei sostenitori della libertà”).
Insieme agli Usa, quindi, la Repubblica Italiana diventa l’unica nazione al mondo a promuovere l’immagine di una autentica bestia impresentabile.

P.S. Il Brasile è il paese al mondo con il più alto numero registrato di femminicidi accertati e documentati: 150 al giorno, circa 50.000 donne assassinate all’anno dopo essere state suprate e seviziate. E’ diventato più violento del Messico, il che è tutto dire.
Si vive meglio a Kabul.

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Ma possibile che debba essere questo m……. ministro  a rappresentare l’Italia nel mondo? Ma che cazzo di fine hanno fatto il ministro degli Esteri e sopratutto il premier? Non son certo, ma mi sembra sia Giuseppe, Conte di cognome. Non lo si sente molto, ma credo che così venga chiamato.
Ma a quell’altro glielo si può togliere l’arrogante diritto di rappresentarmi ogni volta che apre bocca?!

(pimu)