Silenzio per saper riconoscere l’essenziale
di Piero Murineddu
Veramente il canto a cappella, ovvero il solo uso delle voci senza accompagnamento musicale, è un genere che vale la pena esplorare, Si scoprono perle preziosissime, e anche l’Italia ne è strapiena. Solitamente sono gruppi composti da giovanissimi che, perseverando nell’impegnarsi ad affinare la tecnica nell’usare al meglio ciò che producono le proprie corde vocali, si arriva a traguardi non solo soddisfacenti, ma veramente strepitosi. Andate su youtube e scoprirete cose strabilianti.
E’ il genere in cui è incappato anche mio figlio Giuseppe, quel dì che, iniziando gli studi universitari a Roma, ha avuto la fortuna d’incontrare Marco e il gruppo da lui diretto, i “Notevolmente“.
Un amore per questo genere musicale sviluppatosi gradualmente, grazie anche all’amicizia intercorsa tra i componenti, aspetto per niente secondario.
Trasferitosi a Padova per la specialistica e vivendo in una casa comunitaria per studenti, non ha avuto difficoltà nel trovare adesioni per creare un nuovo coro legato sempre a questo particolare ed evidentemente entusiasmante genere, a cui è stato dato il nome di “Astronote“. Anche qui, l’attività non si è mai limitata esclusivamente al cantare, ed è sicuramente anche grazie all’impulso dato dalla relazione umana che questi ragazzi di ambo i sessi, andando man mano aumentando di numero e di capacità personali, sono arrivati a avere un nutrito repertorio di discreto valore, fatto conoscere al pubblico in varie manifestazioni, solitamente non finalizzate a mettere soldi in saccoccia.
Conclusa ottimamente la specialistica, il figliolone decide di stabilirsi nella città veneta, dove intanto, in attesa di affrontare l’esame di Stato, l’amore per la musica si è completato nell’incontro con la sua Bea, anche lei appassionata del cantare insieme.
Sono pochi giorni che il caro figlio ha superato anche la tappa di questo esame che gli ha dato ufficialmente l’abilitazione per esercitare la professione per la quale ha studiato per un lungo e faticoso quinquennio. La passione per la musica, tuttavia, non l’ha assolutamente messa da parte.
Uno degli ultimi brani a cui ha lavorato è “Enjoy the silence“, composto non recentissimamente dal gruppo inglese Depeche Mode. A me personalmente, sopratutto per la presenza della batteria col suo suono ossessivo, non piace granchè, De gustibus, per cui….
Per tornare al canto a cappella, mi piace molto di più la versione che ne hanno fatto i Cluster, tre ragazzi e due ragazze provenienti tutti dal Conservatorio e che dal 2004 hanno dato avvio a quest’avventura, producendo ottimi risultati. Anche loro ad un certo punto introducono le percussioni…vocali. Tutt’altra cosa di quelle elettroniche o anche di tamburi veri e propri….
E’ possibile che qualcun altro ci abbia provato, Sicuramente Giuseppe e i suoi coristi lo hanno fatto, e tutto sommato, il risultato mi sembra dignitoso. Da notare che dirige seduto sopra uno sgabello, a causa di un’antipatica e dolorosa distorsione…..
Insomma, il canto al mio figliolone lo ha proprio preso. Adesso vuole iscriversi ad un ‘Accademia in cui vengono presi in considerazione un po’ tutti i vari generi, compreso il gregoriano. Il paparino, ricordando quella vecchia storia di “andare dove ti porta il cuore” non può che incoraggiarlo, anche perchè, diversamente, ormai ha l’età per fare ciò che ritiene giusto per la sua vita. Per quanto mi riguarda, tutt’al più posso consigliargli ogni tanto di gustare il silenzio, come titola questo brano. E’ il modo migliore per riprendere possesso di sè stesso, oltre che valutare al meglio una scaletta di valori primari a cui dare precedenza negli anni che abbiamo da vivere.
Un abbraccio al mio caro figlio
ENJOY THE SILENCE
Words like violence
Break the silence
Come crashing in
Into my little world
Painful to me
Pierce right through me
Can’t you understand
Oh my little girl
All I ever wanted
All I ever needed
Is here in my arms
Words are very unnecessary
They can only do harm
Vows are spoken
To be broken
Feelings are intense
Words are trivial
Pleasures remain
So does the pain
Words are meaningless
And forgettable
All I ever wanted
All I ever needed
Is here in my arms
Words are very unnecessary
They can only do harm
All I ever wanted
All I ever needed
Is here in my arms
Words are very unnecessary
They can only do harm
All I ever wanted
All I ever needed
Is here in my arms
Words are very unnecessary
They can only do harm
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GODERSI IL SILENZIO
Parole come violenza
Rompono il silenzio
Arrivano schiantandosi
Nel mio piccolo mondo
Sono dolorose per me
Mi penetrano direttamente
Non puoi capire
oh mia piccola ragazza
Tutto ciò che ho sempre voluto
Tutto ciò di cui ho sempre avuto bisogno
È qui tra le mie braccia
Le parole sono davvero superflue
Possono solo fare male
I voti vengono fatti
Per non essere mantenuti
Le emozioni sono intense
Le parole sono trascurabili
I piaceri rimangono
e anche la paura
Le parole sono insignificanti
E dimenticabili
Tutto ciò che ho sempre voluto
Tutto ciò di cui ho sempre avuto bisogno
È qui tra le mie braccia
Le parole sono davvero superflue
Possono solo fare male
Tutto ciò che ho sempre voluto
Tutto ciò di cui ho sempre avuto bisogno
È qui tra le mie braccia
Le parole sono davvero superflue
Possono solo fare male
Tutto ciò che ho sempre voluto
Tutto ciò di cui ho sempre avuto bisogno
È qui tra le mie braccia
Le parole sono davvero superflue
Possono solo fare male