DioNonAbbandona
di Piero Murineddu
È il giovane e dinamico titolare di una delle due parrocchie di Sorso, don Luca, a dire ai presenti che ciascuno di noi ha lo stesso DNA d’Iddio, quel Dio Misericordoso e pieno di Tenerezza che ci ha fatto conoscere Gesù.
Dio Non Abbandona. Appunto. Lo ha ricordato nella chiesetta di Santa Croce ai genitori e ai ragazzi che si apprestavano a recarsi nella vicina parrocchiale per celebrare la loro Prima Comunione. Lo ha detto con la solita simpatia e con la solita passione con le quali solitamente si rivolge ai suoi parrocchiani, è questa è ottima cosa. Non ci si può illudere di essere portavoce della Buona Novella con l’espressione del volto tirato e duro, senza sorriso che è specchio di ciò che si ha dentro e che illumina chi si ha davanti.
Veramente, per quanto spesso non lo sembrerebbe, quel Dio sconosciuto e che parrebbe completamente disinteressato al destino dell’umanità e di tutto ciò che ha avuto inizio per una volontà d’amore e di armonia, è presente ed è partecipe. Sul come, non ci è dato di capirlo fino in fondo, ma io di Gesù Cristo mi fido, e se ad averlo detto è Lui……
L’atmosfera è di festa e la presenza dell’ottantaduenne vescovo “in pensione” Pietro Meloni la rende ancora più festosa. Non è un grande oratore che conquista le folle il vecchio Pietro, ma è un uomo vero e un buon fratello per tutti. Nella sua omelia, pronunciata lentamente, ribadisce il concetto di un Dio che è Presente, pronto a sorreggerci, sopratutto quando sentiamo le forze venire meno. Lo dice ai ragazzi vestiti di bianco che hanno una vita davanti, e nel contempo lo ricorda a noi che di vita ne abbiamo percorso gia un lungo tratto.
“Io sarò con voi per sempre”, e ci sorride quando c’impegnamo ad accoglierci a vicenda, sforzandoci di volerci bene.
Pietro, Federico, Mattia,Margherita, Esmeralda, Paolo e gli altri, nelle “intenzioni” di preghiera, si fanno tramite dei bisogni elementari per condurre una convivenza pienamente umana e fraterna:
una fede che ci sospinga,
Il “pane” assicurato per tutti e non solo per una parte dell’umanità,
protezione per chi soffre,
necessità che tutti gioiscano del calore familiare e che non si patisca solitudine,
le famiglie facciano di tutto per mantenere l’unità nonostante facile sempre non lo sia affatto………
Cose chieste a Dio, ma che in realtà siamo noi a dover concretizzare con la nostra fatica. Col Suo aiuto, certo, ma la responsabilità ricade tutta sulle nostre scelte quodidiane.
Al termine della Mensa Eucaristica, non ho potuto fare a meno di avvicinarmi al vecchio vescovo Pietro per abbracciarlo e fargli una carezza piena d’affetto. Lui stesso lo aveva detto al termine della sua omelia, ricordando il calore col quale papa Francesco abbraccia e accarezza i bambini.
In fondo bambini bisognosi di carezze lo siamo tutti. Il guaio è che spesso lo scordiamo, e le nostre “mani”, invece che per accarezzare il prossimo, le usiamo per farlo soffrire.