Io sto con Mimmo 18

Sull’ ero straniero e NON mi avete fraternamente ospitato

di Piero Murineddu

Lo so, ormai il meteo è incrontrollabile e se ne va per gli affaracci suoi, com’ è accaduto a fine agosto e mi ha costretto ad un’ anticipata sindrome influenzale che ancora oggi mi costringe a starmene bonino bonino a casa. Oggi è una bellissima giornata, ma non penso proprio di potermela godere stando all’ aria aperta.

In vista di quanto il 20 settembre verrà deciso sul futuro di Mimmo Lucano, il sindaco  “ribelle” che si è permesso di non seguire alla lettera, grazieaddio, le leggi umane, preferendo IN COSCIENZA di ascoltare quanto gli ha sempre consigliato il Cuore per andare incontro a chi si trova nel bisogno, quotidianamente sto portando avanti un mio personale sostegno nei suoi confronti, riportando le reazioni di vari personaggi e associazioni dopo l’ incredibile e inaccettabile sentenza nei suoi confronti comminata nel primo grado di giudizio

Oggi, domenica, quindi  pausa lavorativa, per chi vuole Messa, spirito, pensare all’anima e non solo a cibare il corpo e altro ancora. Più che riportare una precisa presa di posizione di qualcuno in difesa di Domenico Lucano, ripropongo una  riflessione molto attinente all’ argomento “migranti”  fatta dal nostro amico e fratello Alberto Maggi, datata credo sei anni fa o anche più ma di un’ attualità sconvolgente. Riflessioni a partire dal suo essere seguace dell’ insegnamento cristiano ( “ero straniero e mi avete ospitato” ecc)

A proposito, mi stavo chiedendo e in verità è da molto che me lo chiedo:

ma perché questo argomento è quasi totalmente ignorato nelle omelie delle adunanze cattoliche ma anche nelle assemblee domenicali oranti e ringrazianti delle varie denominazioni cristiane dove prevale lode qui, lode là ma sul migrante si sta eccessivamente sul chi va là? Sarà  perché  si ritiene meno compromettente rimanere sul vago e perché lo spiritual correct non disturba e lascia l’ animella in santissima pace? Così  facendo, il prete o pastore non rischia ripercussioni da parte di  “fedeli” ( a che?) spesso simpatizzanti del Bullo Ruttante di Stato e compagnia oggi governante e tutti si tira avanti, comunicati, angelizzati ma non per forza più  buoni e più giusti di prima.

Intanto fuori, seduto all’angolo a testa china, disegnandosela in terra col bastone e in (im)paziente attesa, Lui, l’ Iniziatore vissuto  duemila anni fa circa, silenzioso e pensieroso se ne sta…..nella sua Misteriosa ma Reale Presenza.

A voi le parole di Alberto, sicuramente inviso  dalla vasta e rabbiosa destraglia e salvinaglia varia diffusa in ogni dove, pronta a “bastonare” in qualsiasi modo.

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La grande attualità del messaggio ‘antirazzista’ di Gesù

di  Alberto Maggi

“Prima noi”, è il mantra con il quale si mascherano spietati egoismi e si giustificano inaudite durezze di cuore. È la formula magica di quanti chiariscono subito “non sono razzista, però…”, un “però” eretto come un invalicabile muro a difesa del “noi”, pronome che include, a secondo degli interessi, un popolo o la famiglia, una religione o un quartiere. Mentre per “prima” s’intende l’accesso e l’esclusiva precedenza a tutto quel che permette alla vita di essere dignitosa, dalla casa al lavoro, dall’assistenza sanitaria alla scuola; beni e valori che, sono fuori discussione, devono essere riservati per primi a chi ne ha pienamente diritto per questioni di lignaggio. Ovviamente, al “noi” si contrappone il “loro”, che include per escluderli, tutti quelli che non appartengono allo stesso popolo, alla stessa cultura, società, religione, o famiglia.

“Prima noi”, poi, eventualmente, se proprio ci avanza, si possono dare le briciole a chi ne ha bisogno, ovvero all’estraneo che attenta al nostro benessere economico, ai valori civili e religiosi della nostra società e alle nostre sacrosante tradizioni. “Loro” sono gli stranieri, i barbari. In ogni cultura chi proviene da fuori, incute paura. Lo straniero è un barbaro, colui cioè che emette suoni incomprensibili, (dal sanscrito barbara = balbuziente), colui che parla una lingua incomprensibile e che nel mondo greco passò a significare quel che è selvaggio, rozzo, feroce, incivile, indigeno.

Nonostante nella Scrittura si trovino indicazioni che mirano alla protezione dello straniero (“Non maltratterai lo straniero e non l’opprimerai, perché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto”, Es 22,21), Gesù si è trovato a vivere in una realtà dove il forestiero andava evitato, e persino dopo la morte veniva seppellito a parte, in un luogo considerato impuro (“Il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri” Mt 27,7). Al tempo di Gesù vige una separazione totale tra giudei e stranieri, come riconosce Pietro: “Voi sapete come non sia lecito a un giudeo di aver relazioni con uno straniero o di entrar in casa sua” (At 10,28).

In questo ambiente stupisce il comportamento del Cristo che da una parte arriva a identificarsi con gli ultimi della società (“Ero straniero e mi avete accolto”, Mt 25,35.43), e proclama benedetti quanti avranno ospitato lo straniero  (“Venite benedetti del Padre mio”¸ Mt 25,34), dall’altra, Gesù accusa con parole tremende quelli che non lo fanno (“Via, lontano da me, maledetti… perché ero straniero e non mi avete accolto”, Mt 25,41.43), con una maledizione che richiama quella del primo assassino della Bibbia, il fratricida Caino (“Ora sii maledetto”, Gen 4,11). Se la risposta alle altrui necessità era un fattore di vita, la mancata risposta è causa di morte. Per Gesù negare l’aiuto all’altro è come ucciderlo.

Gesù non solo si identifica nello straniero, ma nei vangeli il suo elogio va proprio per i pagani, personaggi tutti positivi (eccetto Pilato in quanto incarnazione del potere) e portatori di ricchezza. Si teme sempre cosa e quanto si debba dare allo straniero e non si riconosce quel che si riceve dallo stesso. Nella sua attività Gesù si troverà di fronte ottusità e incredulità persino da parte della sua famiglia e dei suoi stessi paesani, ma resterà ammirato dalla fede di uno straniero, il Centurione, e annuncerà che mentre i pagani entreranno nel suo regno, gli israeliti ne resteranno esclusi (Mt 8,5-13; Mt 27,54).

Io sto con Mimmo 18ultima modifica: 2023-09-03T06:20:37+02:00da piero-murineddu
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