Qualche note introduttiva
di Piero Murineddu
Sentimenti ben descritti quelli che seguono di Francesco Canu, uno scritto di cinque anni fa ripescato grazie ai Ricordi di FB. L’ invito finale lo condivido, anche se personalmente non potrei mai metterlo in pratica, ma questo è un altro discorso. Non togliendo valore al pensiero espresso dall’ amante della corsa, competitiva in questo caso, che personalmente interpreto anche come metafora della vita (“corsa” si, ma non fatta a sgomitate e irregolarità varie per fregare l’ avversario come può capitare negli ambiti lavorativi…), sarà per l’ età che avanza e quindi per un guardare la vita con un pizzico di maggior saggezza di quando si era più giovincelli, mi verrebbe da fare una lunga riflessione sull’ importanza della LENTEZZA, a mio avviso oggi più che mai necessaria, ma la lascio volentieri ad un’altra occasione. Per adesso, e indubbiamente sempre, l’ importante è…partire

La partenza, il momento più bello
di Francesco Canu
La parte più bella della corsa non è la premiazione, quella in realtà mi fa sentire sempre un po’ in imbarazzo per la mia natura un po’ introversa, e ci si fa l’abitudine.
La parte più bella della corsa, oltre alla corsa stessa, è la partenza.
Ogni volta che ci si raduna sulla linea di partenza c’è sempre quel groppo in gola e un peso sul petto, i mille pensieri che ti attraversano e anche un po’ di paura per lo sforzo che ti attende, i km e km di strada da percorrere cercando di dare il meglio di te.
Attorno a te senti che tutti provano le stesse sensazioni, qualcuno cerca di sdrammatizzare, altri si raccolgono in religioso silenzio, ma tutti ci rispettiamo perché prima di essere avversari siamo amici che condividono una passione.
Almeno una volta nella vita, provate tutti a radunarvi su quella linea di partenza, o a entrare in campo per una partita, o salire sul ring o il tatami per un combattimento.
Se lo avete provato, sapete cosa intendo. Perché vederlo da fuori è una cosa, esserci dentro è un mondo a parte.
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