di Gianluca Bontempi
Non sappiamo chi abbia inventato il personaggio del cristiano (e del prete!) conformista e moderato e come lo si possa interpretare senza rendersi ridicoli.
Non si capisce come gli ipocriti e i pavidi possano conciliare il Vangelo con la loro forma vita.
Gli uomini dalle parole mielose che non infastidiscono gli oppressori e gli iniqui non sono contemplati. E neanche quelli che si occupano dei precetti senza interessarsi dei drammi sociali,da cui sono immancabilmente al riparo.
Dio si incarna, prende dimora tra gli ultimi, diventa storia ma i paladini della verità continuano a praticare l’astrazione ed a vivere in mondi paralleli e soprattutto dorati. Dio cura ferite, condivide le sofferenze dei poveri, visita e consola i malati e loro elaborano interpretazioni utili solo al curriculum personale.
Il cristiano è prudente secondo lo Spirito non secondo gli uomini. Il Vangelo non cerca teorici ma attualizzatori ossia occhi, sorrisi, gambe, mani che lo facciano rivivere portandolo per le strade del mondo.
Dio non ci ha affidato un libro da analizzare didatticamente ma un’esperienza da ripercorrere con i nostri carismi.
Compassionevoli e radicali nell’opzione per gli ultimi, nell’attesa del giorno in cui vedremo pubblicani e prostitute passare avanti: il segno di riconoscimento del nostro Dio.