Giuliana Martirani e il suo impegno per un mondo Pacificato e Giusto

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di Piero Murineddu

Grande donna Giuliana, e per darne conferma basterebbero le sue pubblicazioni, le numerose  iniziative e le svariate collaborazioni nel mondo del Pacifismo. Solo una persona che possiede dentro alti sentimenti puó, si fa per dire,  “vantare” tale curriculum e aiutare altri a prendere consapevolezza che il mondo può umanizzarsi, e quindi essere Giusto e realmente Vivibile,  se tutti ci si alza le maniche e lavorare sodo.

Sono incappato in diverse sue attualizzazioni di passi biblici, prova di chi é completamente immerso nella storia umana, a iniziare di quella di chi fa maggior fatica. Su youtube l’ho vista e ascoltata in diversi dibattiti pubblici, sempre impegnata in quanto detto sopra. Nel video di qualche anno fa che propongo, registrato a Ragusa in occasione della Giornata del Rifugiato, ci presenta dei numeri riguardanti le migrazioni ben lontani dalle comuni e limitate conoscenze. Le considerazioni che li accompagnano sono da ascoltare con attenzione, in particolare il riferimento al commercio delle armi, In questo senso, le cose continuano a non mutare..

Dopo uno dei suoi tanti scritti, in cui a suo modo esemplifica il nostro essere “preghiera” in un cammino terreno fatto spesso di tante contraddizioni che portano al dover fare scelte continue di pace e giustizia, Giuliana tenta di tracciare il suo percorso di vita, descrivendo l’ aspetto sociale più che quello strettamente privato.

Vengo così a sapere che l’imput per iniziare una nuova impostazione della sua esistenza l’ ha avuto da una settimana estiva trascorsa comunitariamente presso i Piccoli Fratelli di Spello, seguaci di Charles De Foucauld. Insomma, peccato non esserci incontrati perché anche per me in quegli anni é iniziata la mia frequentazione, in realtà molto saltuaria, di quelle particolari convivenze che hanno il potere di stravolgere quanto si é vissuto sino ad allora. Il canto che segue, ispirato da un testo del poeta indiano Tagore e composto credo diversi anni prima della data di pubblicazione sul canale YouTube coi miei consueti mezzi molto casalinghi, è anche frutto dello spirito che mi animava in quegli anni, e seppur con più stanchezza, continua ad animare il mio oggi.

Siamo preghiere in cammino

di Giuliana Martirani

Andiamo in giro a far scuola, andiamo a lodi e vespri, andiamo a fare le faccende nelle nostre case…. e interroghiamo Dio e parliamo con Lui e custodiamo nei nostri cuori tutte queste parole che ci scambiamo.

Gli chiediamo conto delle sue parole, della sua Parola che ha messo nel nostro cuore come ferro incandescente. Studiamo e ci interroghiamo chiedendo a Lui dove abbiamo mal interpretato.
Andiamo ad una riunione e camminando per le strade delle nostre difficili città lo interpelliamo, il Signore, sulla fondatezza dei suoi obiettivi di giustizia e di pace che un giorno condividemmo a tal punto con Lui da impegnarci vita, carriera, famiglia e soldi.

Noi siamo sempre di più, ogni giorno di più delle PREGHIERE IN CAMMINO.

Gli chiediamo: Signore, dicci, quando proclamavi solennemente “Beati i poveri” e paradossalmente perché anche allora essere ricchi era meglio, alludevi solo a quelli spiritualmente poveri, nevvero?

Quelli un pò depressi e senza senso alla loro vita, un pò annoiati e spiritualmente cimici rinsecchite, nevvero?

O parlavi anche di Susy messa a 10 anni dietro una vetrina bordello perché venduta da una famiglia povera a una pescatrice di bimbe prostitute che l’ha messa a far la vita?

E tu, Signore, ci volevi fare pescatori di uomini, nevvero?

O parlavi dei milioni, pardon miliardi oramai, di Mugabe, Mercedes, Annette…che marciscono nei bassifondi della storia, dove li abbiamo spinti sempre più in basso noi e le nostre società opulente sedute sulla loro fatica di schiavi?

Come delle PREGHIERE IN CAMMINO con la testa confusa e il cuore in pianto, in questi nostri giorni bui pieni di luccichii d’oro, falso oro e brillanti che non luccicano, noi ti chiediamo: Dicci, Signore, quando altisonante e assurdo tu proclamavi “Beati gli afflitti”, di che parlavi, dicci, della signora che piange perché non ha avuto la pelliccia e del marito che non ha avuto la giusta promozione nonostante abbia portato la borsa del suo capo?

O parlavi dei milioni di bambini che sfacchinano dall’alba al tramonto per le nostre scarpe, i giocattoli, i tappeti, le felpe e tutto il resto che riempiono le nostre stupide case lussuose?

O parlavi dei morti uccisi dalle guerre civili, bambini, donne e vecchi, o parlavi di chi muore di aids e di chi ce l’ha già nel ventre della mamma o lo prende succhiando al suo seno avvizzito e malato?

Mentre con la mente in subbuglio e il cuore gonfio sempre di più siamo PREGHIERE IN CAMMINO noi ti chiediamo, Signore: quando all’apice della violenza imperiale del tuo tempo tu candido e tranquilllo dicesti “Beati i nonviolenti” chi stavi implicitamente redarguendo, solo gli zeloti e le loro manifestazioni violente con i soliti sassi che in quella terra pietrosa sono lì pronti per esser tirati, o alludevi anche a quella dei centurioni e dell’impero romano con le sue regole istituzionali violente, col suo ‘si vis pacem para bellum’, cogli schiavi tramandati di padre in figlio, e con la sua conquista di territori altrui e anche del tuo paese?

Mentre a capo chino riflettiamo sui giorni bui del nostro mondo noi siamo delle PREGHIERE IN CAMMINO e ti chiediamo, Signore: quando tu, come se fosse niente, dicesti “Beati gli affamati e assetati di giustizia”, dicci, Signore a quale giustizia alludevi, solo a quella dei tribunali e delle loro sentenze dove purtroppo sempre più il giudizio è sovvertito per ingraziarsi quel potente o quello opposto, solo a quella che proclamano con parole altisonanti ministri e deputati, magistrati e poliziotti in una guerra per bande che ha per posta la giustizia, oppure alludevi alla giustizia per il misero e l’oppresso, per l’indifeso e il calpestato, per i popoli interi sottomessi agli interessi degli investitori, alla borsa, al prodotto interno lordo, ai paesi leader e agli interessi strategici delle nazioni potenti, anzi dell’unica nazione imperante?

Dicci, Signore, gli chiediamo sempre più perplessi ormai perchè pensiamo di non riuscire a capire quanto andava dicendo, dicci Signore, ma quando dicevi “Beati i misericordiosi?” alludevi solo al prendersi cura di chi è ferito dalla nostra economia globale sempre più canaglia e dalla nostra politica sempre più guerresca oppure ci invitavi a prendere a cuore, sentirle coi palpiti del cuore, le conseguenze della nostra consapevole e inconsapevole partecipazione all’immiserimento dei tuoi figli?

E quando proclamavi assurdamente “Beati i puri”, Signore, alludevi solo ai voti delle suore e dei frati, nevvero?

Non la stavi sornionamente additando, la purezza della mente e dello spirito, anche ai politici dell’epoca, i farisei e agli scribi d’allora, scienziati e intellettuali che con ricche commesse appoggiano scientificamente il potere dei potenti?

Dicci, Signore, gli chiediamo mentre siamo sempre più PREGHIERE IN CAMMINO quando sul monte delle tue beatitudini, in tempo di occupazione, di terrore e guerra tu dicevi assurdamente e paradossalmente “Beati i costruttori di pace” proclamavi, nevvero?

Beati quelli che per difendere e garantire la pace han fatto le bombe e le han sganciate, fanno le mine e le nascondono e mettono nel budget del paese sempre più danaro per distruggere gli altri, e dicevi beati quelli che ricorrono al terrore per farsi giustizia, e quelli che parlano di “guerra giusta” e che inventano ora “la guerra preventiva” per evitare che la rabbia dei poveri li colga all’improvviso e per mostrare i denti agli altri paesi che non gli venga in mente di poter ragionare alla pari e difendere in modo nonviolento la pace?

Oppure, Signore, tu volevi il banchetto, la festa di tutti gli uomini e le donne del tuo creato?

SIAMO UNA PREGHIERA IN CAMMINO e ti chiediamo con ostinazione, Signore: ma quando, prendendo in parola la Parola abbiam scommesso la nostra vita facendo obiezione di coscienza al danaro per impegnarci sulla povertà facendo obiezione di coscienza al successo per impegnarci sulla purezza facendo obiezione di coscienza alla sfida a Dio per obbedire al tuo regno di giustizia e di pace, dicci Signore, eravamo nel torto, vedevamo in modo esagerato oppure tu volevi che ci salvassimno solo le nostre piccole anime in un’ascesi personale che non intaccasse in niente le sorti del mondo dei miliardi di nostri fratelli?

Dicci, Signore, era forse delirio di onnipotenza pensare di poterti aiutare a salvare il mondo di Susy, Mugabe e Mercedes e Annette?

Oppure volevi che con la nostra vita personale e comune la mostrassimo proprio a tutti la tua via per essere felici, pardon beati, e che fossimo testimoni viventi che quella è l’unica via per la felicità di tutto il mondo, per la festa del tuo regno, pardon delle tue democrazie, di GIUSTIZIA E DI PACE.

Il mio percorso

di Giuliana Martirani
Tutto é nato dalla “Chiesa domestica” iniziata a casa mia alla fine degli anni ’70 dopo una settimana a Spello.

Al ritorno, ai compagni di Ritiro, che si dispiacevano che fosse finita l’esperienza, proposi casa mia per incontri settimanali (compresa l’agape!) preparati da noi stessi su temi determinati da noi, con l’aiuto della Bibbia di Gerusalemme (poi anche con quella di Chouraqui) e con le Concordanze bibliche e il Dizionario biblico. Il missionario comboniano che veniva, spezzava il pane con noi. E poi una bella cena finale!

Diventammo Associazione Oscar Romero (e furono quelli di Pax Christi Napoli a denominarci cosi) perché aiutavamo il vescovo e Marianela Garcia per il loro Socorro Juridico, (insieme al Gruppo Pax Christi di Napoli, e così si conobbero la nostra Liliana con il loro Filippo Severino e poi si sposarono).

E fu deciso nella nostra comunità domestica anche l’invio di alcuni del nostro gruppo a s.Gregorio Armeno (a Spaccanapoli, la via dei presepi per creare un gruppo di preghiera a casa di una famiglia amica di presepiai che con il terremoto dell’ 80 perse la casa e quindi li aiutammo ad andare a Scampia nelle case appena costruite (non le vele) e lì continuammo gli incontri di preghiera prima che diventasse famosa per Gomorra!

Continuando contemporaneamente ad aiutare il Salvador anche con la nostra fatica fisica in campi-lavoro coi Comboniani e l’invio in Salvador dei soldi del nostro lavoro condiviso con altri bracciati “a nero” a Manduria, raccogliendo l’uva.

Tutto prima che uccidessero Romero e Marianela. E poi continuammo dopo coi Comitati Romero e andammo nella Nicaragua liberata insieme ai vari Comitati (tra cui quelli di Torino: Fredo Olivero, Elio Taretti, Mariella Tapella…) organizzati dal vescovo messicano Sergio Mendes Arceo.

Dopo la mia Chiesa domestica c’è stato tutto il mio percorso creando associazioni e Case per la pace. E così conobbi personalmente don Tonino Bello, appena nominato a Molfetta e non ancora Presidente di Pax Christi, ma con cui già condividevamo su Nigrizia, diretta allora da Alex Zanotelli, le Rubriche, lui La Croce del Sud e io Nord e Sud.

Poi le Campagne nonviolente, lui presidente di Pax Christi, io del Movimento Internazionale di Riconciliazione e Pasini della Caritas per la creazione delle Obiezioni di coscienza al servizio militare, alle spese militari, e all’interesse bancario, nata a Reggio Emilia mentre ero Presidente del Mir e la creazione di Banca Etica.
E poi l’impegno con Istituti religiosi, diocesi e Conferenze episcopali …

Oltre all’impegno politico: la creazione dei Verdi, la Rete, i Comitati Prodi. con cui mi presentai contro Alessandra Mussolini.

Non credo proprio che io potessi essere tipologia da parrocchia. Credo che i più folli e bizzarri matureranno esperienze importanti in questo provvidenziale periodo di catacombe domestiche. Non delegando più a parroci e perdendo non solo il facile “si dovrebbe fare” ma anche il loro complesso di eterni fanciulli minorenni senza capacità di intendere e di volere.

Giuliana Martirani e il suo impegno per un mondo Pacificato e Giustoultima modifica: 2023-06-12T06:12:13+02:00da piero-murineddu
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