Una piacevole serata, coi ricordi di Antonio e nostri

di Piero Murineddu

Una gradevole conoscenza quella fatta ieri sera con Antonio Ledda in occasione della presentazione a Sorso del suo libro “Memorie di Pendio Grande”. Ugualmente mi ha fatto piacere conoscere Giorgio Auneddu, docente all’Accademia di Belle Arti di Sassari, scrittore e storico dell’arte. Piacevole è stata la presenza di Fabio Melis, musicista e anche direttamente costruttore di alcuni dei vari strumenti da lui usati. Non mi era mai capitato di ascoltare il mio concittadino esibirsi dal vivo, e devo dire che il suo mestiere lo porta avanti alla grande. Lieto anche della conoscenza con alcuni concittadini che non vivono più a Sorso.

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Un incontro per niente formale quello che si è svolto nella sala all’interno dell’antica residenza ora ristrutturata del barone che spadroneggiava nei tempi andati, almeno fino a quando non è stato spinto contro voglia a fare frettolosamente le valigie, costretto dalla pazienza ormai finita dei sorsesi, da sempre insofferenti verso prepotenze di ogni tipo. Almeno quelli di una volta, oggi non so.

I racconti brevi contenuti nel volume di Antonio, scorrevoli nella lettura e privi di particolare ricercatezza di “alti” termini e concetti – scelta che ha tutt’altro impoverito il suo lavoro – ha contribuito ha creare un’atmosfera e una partecipazione attenta e attiva dei presenti. Attiva. Sia perchè, oltre allo stesso autore, alcuni del pubblico, in modo del tutto improvvisato, si sono prestati volentieri a leggere qualche capitoletto, e sia perchè quanto scritto ha dato lo spunto per comunicare qualche episodio del proprio lontano vissuto, comune a molti di noi  che tra il ’50 e i primi degli anni 60 si era mocciosetti che si affacciavano alla vita.

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A me personalmente le oltre due ore trascorse insieme ha dato l’impressione di una, come si dice oggi, “animazione alla lettura”, avvalorata ancor di più perchè l’argomento non era di quelli riservati a chi ha fatto grandi studi filosofici e letterari, dove, chi per vari motivi non ha potuto accedervi, si sente escluso e forse anche assalito da complessi d’inferiorità. Assolutamente no.  Antonio normalmente è dedito all’arte della pittura e scultura, ma eccezionalmente, come ha raccontato, ha deciso di scrivere sulla sua infanzia durante un periodo costretto a letto con l’influenza. Coi suoi racconti ha portato i presenti a riconoscersi e a ripensare al proprio vissuto infantile: il particolare personaggio del quartiere, le attività dei monelli per raggranellare qualche prezioso spicciolo, la costruzione degli attrezzi per giocare insieme agli amici, la descrizione dei lavori in campagna, la partecipazione del vicinato ai matrimoni, la presenza attiva di tutta la famiglia per il pane fatto in casa, il rapporto con gli adulti, la vita di strada…….

Durante il rinfresco finale, in diversi hanno manifestato l’auspicio che questi momenti in qualche modo conviviali, privi di qualsiasi freddo formalismo, si ripetano con più frequenza. Segno evidente che si sente ancora, e forse oggi più che mai, il bisogno di allacciare rapporti realmente umani e tutt’altro che frettolosi.

Grato all’amico Gavino per avermi coinvolto in questa bella iniziativa. Allietato dalla musica di Fabio e lieto della conoscenza di Antonio e Giorgio. Contentissimo degli incontri avuti.

Una piacevole serata, coi ricordi di Antonio e nostriultima modifica: 2019-01-19T16:30:03+01:00da piero-murineddu
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Commenti (3)

  1. piero-murineddu (Autore Post)

    Grazie per l’attenzione, Franco.Cerco di essere vero, tutto qui. Scrivere soddisfa il mio bisogno di comunicare, e se la cosa arricchisce qualcuno, mi fa solo piacere.

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  2. Silvia Pigliaru

    Complimenti Piero, riesci sempre a trasmettere emozioni calde e autentiche!!!

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    1. piero-murineddu (Autore Post)

      Gentilissima, Silvia.Grazie. Calore umano e autenticità……Oh, quanto ci mancano!

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