Non voglio entrare nel merito di quanto Fratel Arturo dice in questa omelia, durante una delle tante liturgie eucaristiche vissute all’esterno dell’eremo “Beni Abbès”, divenuto, dopo il disastroso terremoto che rese inagibile l’antico convento di San Girolamo a Spello, la casa centrale della fraternità dei Piccoli Fratelli.
Lo pubblico, cosa che credo di aver probabilmente gia fatto in passato, come segno di riconoscenza nei confronti di Dino Biggio, da cui oggi ho ricevuto il suo volume dedicato alle omelie dello stesso Arturo che pazientemente e con tenacia è riuscito a trascrivere, ascoltandole lui stesso o da varie registrazioni audio avute dai tanti che avevano saputo della sua intenzione di non perdere le preziose perle di saggezza che Arturo regalava durante le Messe da lui presiedute.
Racconta Dino nell’introduzione al libro, che per convincere il non giovanissimo amico ad aderire al suo progetto, durante una sua permanenza nella casa dove Arturo ha trascorso gli ultimi anni della sua vita, è dovuto ricorrere ad una strategia, conoscendo la ritrosia del suo interlocutore a tornare su riflessioni gia affrontate. Facendogli credere che si trattassero di parole pronunciate da un suo amico, gli ha letto una sua omelia. Grande fu la meraviglia manifestata dal buon vecchio nello scoprire che quei concetti erano stati esposti da lui stesso. Fu una buona “furbizia” che diede l’avvio al lavoro di raccolta da parte di Dino.
Il video si apre con mia moglie Giovanna che legge il salmo, col ritornello cantato e guidato da fratel Alberto, nel periodo l’animatore musicale di tutti i momenti comuni vissuti durante le indimenticabili settimane di convivenza con altre famiglie e coi Piccoli Fratelli.