di Piero Murineddu
Che piacere rivedere e riascolatare il caro Tommaso, conosciuto tanti anni fa a Ottana, nel centro della Sardegna, dove, non lontano dal centro petrolchimico, in estrema periferia del paesino, vi era una modestissima casetta dove viveva una minuscola fraternità di Piccoli Fratelli e dove lui, l”umilissimo e sempre sorridente Tommaso, celebrava Messa per i defunti, li accompagnava al camposanto e li seppelliva, essendo anche il becchino del posto.
È stando in quella casetta che ascoltai per la prima volta la voce di Carlo Carretto, che usciva dalle vecchie musicassette. Da allora iniziai a leggerne i libri e a frequentare la comunità da lui fondata sulle “colline della Speranza” di Spello.
Con Tommaso suonacchiaviamo insieme la chitarra. Il suo pezzo forte era “Chi ci separerà”, di Kiko Arguello. Personaggio quest’ultimo che non mi ha mai entusiasmato, ma su quei quattro accordi Tommaso metteva, e spero metta ancora, tutta la sua passione e la sua ormai flebile voce. Era stato sempre lui che mi aveva accolto la prima volta che misi piede nel chiostro del San Girolamo di Spello, non distante da Assisi e sulla strada che conduce a Collepino, ai piedi del Subasio, dove l’indimenticato Carlo arricchiva col suo parlare di un Vangelo vivissimo i tanti assiepati sotto i portici dell’antico convento, per tanti anni abbandonato e che riprese a vivere quando l’amministrazione comunale del tempo accettò di affidarne la gestione a Carlo e ai suoi fratelli nella fede, vissuta giornalmente a stretto contatto con la gente e facendo umili lavori per mantenersi, com’è caratteristica di questi seguaci di Charles De Foucauld.
Tommaso in qursta occasione lo sentiamo alla presentazione della raccolta di omelie di un altro amico di Carretto, Arturo Paoli, curato da Dino Biggio che ringraziamo per il suo infaticabile lavoro per divulgare il pensiero del giovanissimo vecchio Arturo, venuto a mancare ultracentenario qualche anno fa.