Sorso e i suoi emigrati. La vita e la musica di Gianni Masia

Un sogno da realizzare giorno dopo giorno

di Piero Murineddu

Gianni Masia, uno dei tanti giovani di Sorso  che nel tempo hanno deciso di andare a cercare altrove  condizioni di vita soddisfacenti che la propria terra ha loro negato, ha accettato volentieri l’invito di raccontarsi attraverso queste pagine. Mi dice che nella prima metà degli anni ottanta, quando io ero dipendente del Comune di Sorso e avevo chiesto ed ottenuto di curarmi dei giardini di fronte al cimitero, lui faceva parte di quel numeroso gruppo di vivacissimi ragazzetti che lì frequentavano, tirando calci al pallone nella rossa e tonda pavimentazione e scorrazzando tra le piante che spesso rimanevano vittime della loro incontenibile esuberanza. A distanza di tempo, ricorda in me un atteggiamento oltremodo paziente (probabilmente l’ho consumata tutta allora, perchè oggi di pazienza me ne ritrovo pochina), specialmente quando l’indomani mattina scoprivo i segni di notturni scavalcamenti d’inferriate che spesso vanificavano il lavoro fatto. Mario Zappino, il mio particolare  “aiutante” da tutti conosciuto,  quando si ritrovava davanti i “colpevoli” o presunti tali, me l’indicava a gesti e a suoni fragorosamente gutturali  che sostituivano benissimo la sua impossibilità di parlare. Chiedeva per loro una giusta ed esemplare punizione, che solitamente si limitava a rimediare al danno fatto prendendo in mano una scopa o un rastrello. Il caro Mario, “temuto” ma in fondo ben voluto dagli innumerevoli birbanti di via Marconi e dell’intera zona che si ritrovavano in quello spazio verde.

Il nostro Gianni era quindi uno di loro. Mi dice anche che di tanto in tanto andava in via Capocorso a bussare nella casa paterna di Giacomo Doro, noto appassionato di musica ancora in attività, dal quale si faceva insegnare la posizione di accordi complessi da riprodurre con la sua chitarra. Gianni  mi ricorda anche di quando mi recavo nelle scuole elementari per fare una sorta di animazione ludico musicale, bella esperienza rimasta piacevolmente impressa, in me, negli insegnanti e in tutti i ragazzini che nell’occasione avevo incontrato.

Da una quindicina di anni  Gianni ha messo su famiglia a Bergamo, dove per vivere porta avanti una pizzeria d’asporto e continua a coltivare le sue passioni musicali e compositive. Mi ha fatto avere il suo CD, un’idea che aveva in cantiere da molto e che finalmente l’aiuto di  amici musicisti ha permesso di concretizzare. Musiche orecchiabili e gradevoli all’ascolto, con testi che si rifanno a situazioni vissute più o meno direttamente dall’autore,ma anche di ciascuno di noi, partecipi e non di rado vittime di questa strana vita di oggi, infarcita di tante tragedie personali e collettive e con troppe aspettative deluse e speranze mortificate da una sempre più dura realtà. ‘Frammenti” e’ il titolo di copertina.In fondo alla pagina potete ascoltare il primo dei dieci brani contenuti, “Può bastare“, dove Gianni, servendosi egregiamente della successione continua di pochi accordi ben ritmati,  ha voluto toccare il tema  della tossicodipendenza, dolorosissima piaga che a Sorso ha provocato inaudite sofferenze familiari e, specialmente nel passato, ha causato molte vittime.

Ringrazio  Gianni per il dono del suo racconto, e anche perchè, nel posto dove trascorre  la sua vita, si sforza di dare una mano nelle situazioni di bisogno in cui capita d’imbattersi, cosa  sempre più rara per le tante paure che caratterizzano questi cupi tempi che ci stanno portando, spesso inconsapevolmente, a chiuderci a riccio verso ciò che, non conoscendo, istintivamente siamo portati a considerare una minaccia  per la nostra incolumità e sicurezza.

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         “Basterebbe sognare un po’ di più”

di Gianni Masia

A metà degli anni ’60 i miei genitori Vittorio, venditore ambulante di abbigliamento, e Tina, originaria di Giave, decisero di partire a Milano alla ricerca di una vita migliore. Nel capoluogo lombardo, dopo i primi tre figli, il 4 aprile 1972 venni alla luce io. M’imposero il nome di Giovanni Paolo, ma da sempre vengo chiamato da tutti Gianni.

Diventato sempre più pressante il richiamo della terra natìa, nel 1978 l’intera famiglia fece ritorno a Sorso, dove iniziai le scuole elementari. L’esperienza di chierichetto in parrocchia e la frequentazione dell’oratorio dei frati, mi spinse a trascorrere l’ultimo anno delle medie presso il seminario dei cappuccini di Cagliari, dove ho avuto l’opportunità di approfondire l’aspetto “spirituale” della vita. Proprio in quell’anno 1985, precisamente il 19 ottobre, come seminaristi avemmo il privilegio di avvicinare Giovanni Paolo II durante la sua visita in Sardegna, ricordo che sicuramente rimarrà indelebile nella mia memoria.

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Da ragazzo spesso tornavo a casa con le ginocchia sbucciate durante le combattute partite di calcio nei vari campetti in terra battuta di cui le periferie del paese abbondavano. L’approccio con la musica è avvenuto per la strade, apprendendo i primi accordi di chitarra dai tanti “menestrelli” istrhasginaddi i li garreri in cui m’imbattevo. La sala di musica all’ingresso del convento stimolò la nascita di vari “complessini”, che oltre ad affinare la tecnica individuale, far nascere amicizie ed accrescere la sintonia di gruppo, portò molti di noi ad animare coi canti la Messa domenicale, fino ad arrivare ad un vero concerto tenutosi nella piazza della chiesa.

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In età giovanile, facendo l’ambulante con mio padre, ho girato diverse località del nord Sardegna, cosa che mi garantiva una paghetta settimanale. Dopo i 17 anni ho sentito forte il bisogno di allargare la visuale dei miei orizzonti, e la “Costa”, come si diceva allora, me ne diede l’opportunità. Durante l’estate, fino al 1992 nei vari ristornati vi facevo il pizzaiolo, mentre nei mesi invernali facevo rientro a casa.  In seguito, ho preso la decisione di varcare il Tirreno per lavorare fino al 2000 in varie città del nord Italia e in alcuni Paesi europei. Le situazioni della vita mi portano finalmente a mettere le radici in una terra che per testardaggine degli abitanti non si discosta molto dai sardi, ovvero Bergamo, dove vivo con mia moglie Antonella e nostro figlio Alessandro.

piccolo masia

ll piccolo Alessandro, 
pomettente musicofilo

A suo tempo, la passione per la musica di mio fratello maggiore ha contagiato anche me. Dalla Germania aveva portato diversi “vinili”, per cui a soli 10 anni venni in contatto con le atmosfere create dai vari Hendrix, Doors, Neil Young e Bob Dylan. Fui attratto sopratutto dalle ballate di quest’ultimo, ascoltato dal vivo svariatissime volte.

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Il tempo mi ha fatto avvicinare a diversi generi musicali.Pur non riuscendo a dedicarmi a tempo pieno a quest’attività, in diversi locali del bergamasco ho avuto modo di esibirmi presentando varie “cover” che hanno segnato la mia strada. Da queste parti si organizzano spesso eventi musicali, per cui ho avuto la fortuna di conoscere anche molti artisti. Particolarmente impressi mi son rimasti una chiacchierata col grande Fabrizio De Andrè, di cui conservo gelosamente un suo autografo, ed una cena di gruppo a Milano, allietata dalla presenza di Fernanda Pivano, i cui racconti e aneddoti sulla “Beat Generation” e dintorni  mi hanno talmente coinvolto da impedirmi di prendere sonno nelle due notti successive.

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Finalmente, nel 2011 si concretizza un desiderio a lungo coltivato, cioè la registrazione di un CD contenente brani di mia composizione, alla cui realizzazione amici musicisti hanno dato il loro valido apporto. Tra gli altri, il disco è impreziosito anche dalla presenza dell’ottimo chitarrista  osilese Francesco Piu, la cui fama  sta’ oltrepassando i confini europei. Nei testi ho toccato tematiche riguardanti vicende di tutti i giorni, alcune delle quali mi premono particolarmente e sicuramente hanno segnato in modo rilevante la mia esistenza.

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Sorso e i suoi emigrati. La vita e la musica di Gianni Masiaultima modifica: 2015-04-18T17:21:46+02:00da piero-murineddu
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