di Piero Murineddu
Vi erano una volta i Comitati di Quartiere, nati in modo autogestito dietro i grandi fermenti sociali seguiti agli anni della “Contestazione”. Ad un certo punto li si volle “regolarizzare” e furono sostituiti dalle Circoscrizioni, luoghi sicuramente di partecipazione democratica, molti attivisti dei quali si son fatti sedurre dal fluido (spesso mortale delle buone intenzioni) del blob della politicapoliticata. Annullati per legge anche questi, è rimasta solo la meschinetta delega all’illuminato politicante che volta per volta ti convince che lui ha la ricetta giusta per tutti i mali del mondo . E questa delega (rigidamente in bianco) la si ottiene spesso con metodi persuasivi che sappiamo, il più delle volte menzogneri e ricattatori. Questo è ciò che è rimasto della vita politica e sociale: da una parte il popolino a guardare e sperare ( e strigendosi continuamente la cinghia), dall’altra la Casta benedicente e rassicurante (allentandosi continuamente la cinghia).
In mezzo a tanta arida steppa sociale, ogni tanto fa capolino qualche coraggiosa e timida piantina che sembra voglia ridare vigore alla troppa stagnante e diffusa rassegnazione.
Veniamo all’articolo pubblicato su La Nuova qualche tempo fa che avete letto prima.
Questa volontaria ricostituzione del vecchio Comitato del Quartiere sassarese di Monserrato – Rizzeddu fa intravedere in affetti qualche raggio di calda speranza che ancora qualcuno ha voglia di mettersi insieme per migliorare la propria vita e per tentare di uscir fuori dall’esaperante e quasi disperato individualismo in cui ci siamo ficcati.
Nelle città, specialmente nei quartieri dove non ci si conosce e dove vi sono persone mosse da motivazioni forti, la cosa sembra in un certo modo agevolata, da una parte grazie al desiderio appunto di creare nuove relazioni, dall’altra dal fatto che, non conoscendosi, c’è la prospettiva di collaborare con persone in gamba e immuni da certi difetti, tipo il voler prevalere e primeggiare sugli altri, il voler esibire la propria cultura e via dicendo.
Comunque, nonostante un pizzichetto di scetticismo, a me la cosa fa piacere e mi auguro riescano a superare le inevitabili divergenze e che ciascuno voglia sinceramente dare il proprio libero e generoso apporto per il bene comune. Amen
Certo, che immaginandomi di poter realizzare una cosa simile in un paese, a Sorso come tanti altri piccoli e medi centri, lo scetticismo aumenta oioia. Perchè? Non so, per il fatto ad esempio che più o meno ci si conosce, la qual cosa porta spesso ad etichettare gli altri tipo ” Con Cuddàra? Pa cariddai! Con quella non è possibile fare niente” e ancora “Con quella famiglia? Ma scherzando stai?! Ma lo sai cosa mi ha combinato suo marito quella volta là?” e ancoraancora “Oia…gia l’hai bona ià! Cun chissu ti lu sogni di pudè fà casche cosa!!”.
E questa è una cosa.Si aggiungono poi le “marchiature” ideologiche – politiche, che negli ultimi anni hanno scavato profondi solchi di separazione: per i nostri arroccamenti, certo, ma anche perchè politici “operatori di pace” e di concordia non è che abbondino. Anzi, si può dire che lo sforzo principale delle ultime generazioni di politici locali è semplicemente quello di foraggiare la propria mandria, con la raccomandazione di tenersi a debita distanza dagli “altri”. Qual’è il fermento sociale che c’è dalle nostre parti, che possa in qualche modo incoraggiare qualcuno a prendere l’iniziativa? Ditemelo voi, perchè a me proprio sfugge. Ma comunque, non è detta l’ultima parola.
Propongo alla vostra lettura anche quest’altro articolo recuperato su quel non male giornale “Acqua e Sapone” distribuito gratuitamente e dove spesso trovo articoli interessanti. Parla di queste iniziative di Condomini Solidali che stanno nascendo un pò ovunque, spesso veicolati dala Rete, a riprova che non è solo un immondezzaio dove ognuno butta il peggio di sè.
Buona lettura e …..coraggio ( se ne avete in più, datene un pò anche agli altri)
Come continuo a ripetervi, per rendere leggibili i caratteri, cliccateci sopra.