“Son carta e penna i miei migliori amici” – Tetta Sechi

TETTA SECHI

I pensieri del cuore

di Leo Spanu

Perchè una persona, anzi una donna nello specifico, cerca rifugio nella scrittura? Tetta Sechi ci confida: “ Son carta e penna i miei migliori amici”.

Una risposta che inquieta. Dove sono gli altri, gli “esseri umani”? E’ davvero così difficile comunicare?

“ Mostrare i sentimenti profondi / sarebbe così bello / mostrarli senza pudori”.

Convenzioni consolidate e abitudini antiche, figlie dell’ipocrisia, ci costringono a metterci una e cento maschere per vivere e sopravvivere. Sorridere meccanicamente per nascondere le paure, la solitudine, il dolore. Avere dentro un mondo da raccontare e magari da regalare:

“E invece sono qui / con carta e penna / unici confidenti / dei miei giorni.”

Strana società la nostra dove, nessuno lo ammette, ma tutti cercano di fuggire, magari un metro più in là, alla ricerca di amore, di comprensione, di solidarietà. Tutte cose che abbiamo gettato via per inseguire sogni di carta e brandelli di successo. Per raggiungere uno “status” sociale che spesso ci lascia stanchi e delusi e che paghiamo col rimpianto di un tempo e di un’innocenza che abbiamo perduto. Allora scrivere parole su un foglio bianco diventa l’ultima frontiera, un tentativo per recuperare i frammenti della nostra umanità, sparsi in giro come sassi nella foce di un fiume.

“ E noi come pietre / veniamo levigati dal fiume / lento della vita / macerati dal rimorso / di quello che non siamo.” Si prova a reagire allo sconforto, all’angoscia.“ Non è tondo e levigato / come una pietra di fiume / il mio amore per te / una roccia aspra / affiorata dal terremoto / dell’anima.”

Si cerca in continuazione l’amore, ancora e sempre amore, per non soccombere, per resistere:

“ ti avrei donato volentieri / tutto il tempo che da vivere / mi resta…per qualche attimo / soltanto d’amore. / L’ intera mia vita / per un solo attimo / della tua lunga vita.”

L’ amore, eterna e inutile medicina contro il male di esistere. L’amore aggiunge nuovi dubbi, sconvolge i pensieri, consuma desideri e speranze. I giorni diventano anni e il tempo si confonde nelle pieghe della memoria. Alla fine restano solo ricordi che fanno male.

“ I miei ricordi / mettili nel tuo letto / vicino a te. / Rimbocca bene le coperte / e spegni la luce.”

C’è un profondo pessimismo nella poetica di Tetta Sechi, dolorose esperienze personali hanno lasciato ferite profonde ma, malgrado tutto, lei cerca ancora di fuggire dal peso di pensieri tristi che, come mosche moleste, s’infilano tra parole e immagini.

“Ci vuole silenzio / per scrivere parole / ci vuole amore / per scrivere il silenzio. / Riempio fogli / e svuoto il cuore colmo di rumore / colmo, dell’antico rancore. / Urlo di rabbia sudata / rabbia stantia / come quel pezzo di pane / che non ho mai mangiato / come il cielo / che non ho mai guardato.”

Bisogna raccogliere, uno ad uno, i momenti felici, sparpagliati come perle di una collana spezzata. “ Quei giorni persi sulle vie / erano giorni di poesie / erano giorni tanto amati / erano giorni dimenticati.”
Da qui la rabbia ma anche la volontà di non arrendersi: “ cuore raccontami / i tuoi melodiosi canti, raccontami la fiaba / delle nuvole bianche / che danzano nel cielo. / Raccontami i tuoi giorni / quelli che io non ricordo / racconta cuore mio, raccontami.”
E’ un continuo ritornare al passato per trovare la risposta ad un futuro che sembra non offrire più speranze. Un passato con troppe ombre e un dolore sempre vivo. Un passato che propone nuove domande.
“ La strada muore / in un angolo, / dietro l’angolo la tua ombra / un muro rotto. / Vola un ricordo / e cresce un pensiero.”
Riprendendo la domanda iniziale, perchè ci si confida con un foglio di carta? Per “ fare poesia” o altro? Ognuno di noi può trovare la risposta più giusta e corrispondente alla propria sensibilità.
Tetta Sechi forse trova nella poesia un momento di consolazione. Va bene così. Non tutti possiamo fare “ alta letteratura” ma tutti, nel nostro piccolo, possiamo “ fare poesia” e ritrovare il fanciullo pascoliano smarrito tra gli affanni e le preoccupazioni quotidiane. Magari non finiremo in nessun libro ma ci aiuterà ad ascoltare il mondo intorno a noi, a sentire e condividere le emozioni degli altri. Magari ci aiuterà ad essere migliori.

NOTE
I versi citati sono tratti da “I pensieri del cuore. 1985-1995 ” una raccolta uscita in forma artigianale e in poche copie. Mi fa piacere che poi siano stati pubblicati nel libro citato ma ho preferito lasciare la versione originale in italiano piuttosto che la traduzione in sardo.

“Son carta e penna i miei migliori amici” – Tetta Sechiultima modifica: 2014-09-06T15:23:26+02:00da piero-murineddu
Reposta per primo quest’articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog.
I campi obbligatori sono contrassegnati *