di Piero Murineddu
All’interno di una collettività, che sia ben inteso, non è ancora “comunità” (questa bisogna coscientemente volerla e la realizzazione necessita di fatica, di moooooolta fatica!), una presa di posizione comune è sempre un segno di speranza.
Nella vicenda di Gavoi (Nu), in cui c’è stata un’incivile minaccia ad un teste nel processo per l’omicidio Dore, parte della popolazione stà iniziando a reagire. Certo, per far circolare un documento e appendere delle scritte sulla pubblica strada, specialmente se lo si fa insieme ad altre associazioni, non è che ci voglia molto coraggio, ma intanto è un ottimo segnale di partecipazione e di non rassegnazione.
Voglio però considerare l’atteggiamento personale della cosa, cioè la tendenza generalizzata di “farsi gli affari propri”, sempre e comunque. Si dice che così facendo “si campa a lungo”, oltre non crearsi nemici. Il prendere posizione continua ad essere rischioso, per cui si preferisce rimanere “neutri” a tutto, rimanere sul vago, specialmente quando si tratta di dare il proprio giudizio sull’operato di chi gestisce la Cosa Pubblica e su particolari eventi che potrebbero scatenare ripercussioni. Questo atteggiamento “non compromettente” è diffuso ormai a dismisura. E’ conseguenza di una vaga paura, la quale blocca la libertà individuale e porta a non esporsi? E’ possibile.
Cosa ancora più triste è quando questo modo di essere è presente anche nella cosiddetta “comunità dei credenti”, compresi coloro che hanno preso pubblico impegno per essere servitori della Verità e della Giustizia, da “gridare dai tetti delle case”, non solo farne timidamente cenno dagli amboni o pulpiti delle chiese. Nel libro dell’Apocalisse si dice che Dio vomiterà dalla sua bocca i tiepidi, ma evidentemente è una “temperatura” scelta dai più, senza che ciò provochi particolare problema e sensi di colpa.
A Martin Luther King, il pastore protestante assassinato proprio per il suo parlare chiaro e coraggioso, è attribuita la frase “Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti”, ma anche questa indicazione non ha trovato e continua a non trovare molto seguito. La maggior parte degli “onesti” continua a starsene silente, facendo ben attenzione a non pestare i piedi a qualcuno che potrebbe ….morsicare. Si preferisce così il quieto e “tiepido” vivere.
Lo so, ci sono tante sensibilità e numerosissime soggettività anche in mezzo ai “praticanti” e credenti, e difficilmente si accetta e si capisce la severità di Gesù quando ha detto che è venuto non per “portare la pace, ma la spada”. A chi la frase non è chiara, vada da qualche prete a farsela spiegare, ma possibilmente di quelli che non stanno troppo “protetti” in sacrestia e che si dedicano prevalentente a far sgranare rosari al proprio gregge.