SEGUIRE IL MESSAGGIO EVANGELICO CON DIVERSA SENSIBILITA’

pecore

 

primo modo

 
                                        Le 99 pecore

(tratto dal sito dell’Arsenale della Pace di Torino)

“Ai miei tempi certe cose non succedevano. Ai miei tempi la sera si poteva uscire in pace…”. Ai miei tempi! Il nostro tempo, l’oggi, è l’unico che possiamo vivere. Il resto sono lamentele o perdite inutili di tempo. Dom Luciano Mendes de Almeida, vescovo brasiliano, uomo di Dio, scomparso di recente, ad un comune amico che gli chiedeva: “Che cosa farà il pastore quando novantanove pecore si saranno smarrite e solo una pecorella, la centesima, resterà fedelmente accanto a lui?”, rispondeva così: “La situazione non è così nuova. Anzi, era la situazione alla venuta di Gesù in questo mondo… Penso che Gesù, davanti alle novantanove smarrite, si sarebbe messo a camminare entrando nelle città e nei paesi, predicando e annunciando il Regno di Dio, ma avrebbe invitato la pecorella, la centesima, rimasta fedele a lasciare il riposo, l’acqua, l’erba e camminare al suo lato, per sentieri ardui, sulle rocce e sulla sabbia delle regioni aride per cercare le novantanove smarrite. Così è nata la Chiesa. È la centesima pecora, piccola, povera, sproporzionatamente incapace, ma chiamata a camminare nella sua fragilità a lato del pastore …”.

 

secondo modo

 

                         La centesima pecora

(Beppe Ronco – C.D.B. INFORMA giugno 2013)

Ero la centesima pecora, quella fuggita dall’ovile
Forse un po’ selvatica
Stavo stretta tra le altre, mi mancava l’aria
Il recinto, i cani,il bastone del padrone
erano la mia prigione

Quando me ne andai di notte
lasciando ciuffi di lana
tra le maglie della rete,
c’era la luna piena
ad indicarmi la strada

Seguii i sentieri tra le praterie
evitando il bosco
rifugio del lupo e della volpe,
cercando i ricchi pascoli incontaminati
mai percorsi da greggi e nomadi pastori

Bevvi alla fonte pura, brucai nell’Eden,
riposai all’ombra del ligustro
assaporando il sogno di libertà

“Regina” mi sentii chiamare
Era il pastore che abbandonate le novantanove
era corso da me, la più amata, la più preferita
Mi prese sulle spalle premuroso
e mi condusse al Tempio
Stesa sulla pietra affondò il coltello
offrendo la sua primizia più preziosa

Tossicchiò Dio infastidito dal sacrificale fumo:
“Uomini stolti! Il vero fine della vita,
la libertà, mi viene immolata come olocausto.
La schiavitù del Tempio è il peggiore dei fardelli”

Fu allora che pensò di mandare in terra
Qualcuno che parlasse loro, in modo chiaro,
magari usando semplici parabole

 

SEGUIRE IL MESSAGGIO EVANGELICO CON DIVERSA SENSIBILITA’ultima modifica: 2013-06-29T17:17:19+02:00da piero-murineddu
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