Giuliano Roggio, pittore

di Piero Murineddu

Ogni qualvolta  ho l’opportunità (e l’onore!) di entrare in quello che fu il “sacro tempio” dello studio  e ricerche varie compiute dall’indimenticabile Amico Petronio, cerco di farlo con estrema delicatezza. In quella piccola stanzetta sento un profondo rispetto per le interminabili ore che il Nostro vi trascorreva leggendo, annotando, catalogando. Vi si trova veramente di tutto. Avevo già parlato di questo, specialmente nei filmati realizzati per onorarne la memoria, ma  quando saltuariamente vi metto piede, scopro sempre cose nuove.

Questa  volta vi ho trovato una sorta di curriculum  artistico del pittore Giuliano Roggio. Qualche tempo fa, insieme all’amico Gianmario Urgeghe stavamo progettando di fare congiuntamente un lavoro di ricerca su di lui, ma per una serie di motivi la cosa venne accantonata. Avevo anche preso contatto con alcuni familiari dell’artista scomparso nel 1999, ma per trascuratezza soprattutto mia, il progetto non aveva finora preso forma.

Purtroppo, le pagine dattiloscritte che ho trovato non portano firma, per cui non sono in grado di dire se l’autore è lo stesso Petronio. Se qualcuno è in grado di attribuirne la paternità, lo faccia cortesemente sapere.

Colgo l’occasione per ringraziare ancora  la moglie di Petronio, Gavina Demurtas,  la cui estrema gentilezza  e disponibilità permette di farci conoscere il grande lavoro di ricerca compiuto con passione ed estremo impegno dal marito.

000_0007

GIULIANO ROGGIO nasce a Sorso (SS) il 6 ottobre 1935. Ha frequentato l’Istituto d’Arte di Sassari, avendo per maestri Stanis Dessì e Filippo Figari.

Trasferitosi a Cagliari nel 1955 per ragioni di lavoro, si è subito inserito nel mondo pittorico formando un gruppo di quattro artisti, i quali hanno esposto le loro opere nella Galleria “Studium” nel 1963. Di lui Ciusa Romagna ha scritto: “Giuliano Roggio è ancora acerbo, per questo si tiene troppo fedele a modelli della passata pittura. Ha le possibilità per poter sviluppare un proprio discorso e i passi senza modelli non dovrebbero essergli difficili” (L’Unione Sarda, 1963).

La lezione di Ciusa Romagna gli è servita, infatti nel 1964, staccatosi dal gruppo dove certe espressioni lo condizionavano, Roggio nella sua prima personale viene così descritto: “Oggi che l’astruso e il cerebrale danno la facile patente di artisti, Roggio ha optato per una strada meno clamorosa ma più efficace e sincera. La sua pittura scorre limpida, ricca di colore e di sentimento. A qualcuno questo non piacerà perché non potrà parlare di artista “à la page”, non potrà trovare in lui l’inventore peregrino, il contestatore strampalato. I più invece scopriranno un artista” (Paolo Pais, Il Tempo).

Nel 1965 continua a dipingere assiduamente senza proporre le proprie opere al pubblico.

Nel 1966 partecipa per invito al concorso di Pittura organizzato dalla Città di La Maddalena, in occasione del Bicentenario della sua fondazione. Hoder Claro Grassi scrive di lui sul Giornale d’Italia: “E’ stato premiato un vero artista che in un futuro prossimo verrà sicuramente riconosciuto come tale”.

Nel 1969 il critico d’Arte del quotidiano Il Tempo scrive di lui: “ Onesto, pulito, già in possesso di una personale cifra stilistica, dove la partecipazione del colore inteso come materia, partecipa al discorso e alla formazione del pensiero tradotto in pittura” (Hoder Claro Grassi). Nello stesso anno espone a Fiuggi e l’anno dopo si reca a Montecarlo e Nizza, sulla Costa Azzurra, dove espone lle proprie opere ottenendo lusinghieri successi.

Rientrato in Sardegna, espone a Porto Cervo.

Nel 1971 partecipa alla 7° Mostra Nazionale di Grafica e Pittura, organizzata dalla città di Iglesias, dove fanno spicco gli artisti già affermati come Saetti, Viani, De Chirico, Brindisi, Corpora, Cesetti, Zigaina.

Nel 1972 conosce il pittore e gallerista Adeodato Ciotti, che stimandolo come artista, instaura con lui una solida amicizia, organizzando per lui una mostra nella propria galleria, a Rieti. La mostra ha avuto un successo clamoroso, infatti Roggio ha venduto tutti i 30 quadri esposti, facendo si che la critica sui quotidiani Il Messaggero e Il Tempo gli attribuisse l’appellativo di Promotore del Neofiguratismo Sardo.

Nel 1973 propone una sua personale a Cagliari alla Galleria degli Artisti. I temi sono dei più attuali, incentrando il proprio discorso sull’ecologia. “In un processo graduale, ma vivacemente puntualizzato, Roggio affronta oggi il tema ecologico, non un’indagine spietata portata all’urlo ed alla protesta, ma la tristezza dinanzi alla miseria di una natura deturpata dall’uomo. Paesaggi illanguiditi dalla presenza di inutili residui della nostra civiltà consumistica” (Paolo Pais)

Nel 1974 viene invitato a presentare le proprie opere in occasione dell’inaugurazione di una nuova filiale della Renault. Di lui il critico de La Nuova Sardegna dice: “I quadri esposti sono sorprendenti per la freschezza e la sintesi che li caratterizzano. I pescatori che tirano le reti a terra,risolti con spatolate sapienti ed efficaci, finiscono di essere figure per diventare veri e propri simboli”.

Il critico d’Arte de L’Unione Sarda in relazione alla stessa mostra, scrive:” I colori sono quelli che altri hanno analizzato: blu e celesti,bianchi e grigi su fondi rossi e marrone, guidati da una lieve spatola, a creare tutto calcinoso e sfuggente. Ma quello che più colpisce e commuove è la presenza dell’uomo, romito contro l’immenso mare in burrasca, con la sua barca “hemingweiana” o in folla con altri (ugualmente chiuso in sé stesso) a lottare contro la natura avversa che attende però l’evento di luce e la bonaccia, non essendo smarrita la memoria del sole”.

Sempre nel 1974 espone alla Galleria degli Artisti e il giornalista della RAI Dino Sanna di lui scrive:”Una tematica nuova almeno per noi, quella dell’avvelenamento dell’ambiente naturale. Era una tappa obbligata per Roggio paesaggista di paesaggi belli. Ora che questi non ci sono quasi più, presenta quelli inquinati. Il problema era trovare un equilibrio fra immondizie e l’attrazione pittorica. E’ riuscito a risolverlo bene ed il discorso è appena agli inizi”.

Nel 1975 espone ad Assemini nelle sale de “Il Grillo”, ritrovo mondano della Cagliari bene. Il Tutto Quotidiano gli dedica ampio spazio con lusinghieri apprezzamenti. Sempre nel 1975, la Renault dopo il successo della precedente mostra, invita ancora l’artista ad una nuova esposizione.

Nel 1976 presso la Galleria d’Arte Moderna “L’Arco”, gli viene organizzata una mostra personale nella sua cittadina d’origine. Sulla rivista “Sardegnavanti” il critico d’arte dice di lui: “ La traduzione in arte di ciò che offre la vita dà alla sua opera una straordinaria forza di comunicazione, di partecipazione. Ma ciò che più conta dell’ultima fatica pittorica di Roggio é lo sforzo dell’artista per dare ad ogni cosa un fondamento esistenziale, in cui il tempo,ovvero le condizioni socio-culturali in cui si muove l’artista appaiono in tutta la loro verità”. Sulla stessa mostra, il critico de La Nuova Sardegna dice:” L’artista è sempre nel centro del quadro e si abbandona trasportato dal flusso delle memoria. Questa sua avvertibile partecipazione irradia sulla tela una pacata luce poetica nel cui giro cromatico si disegnano le figure.

Alla fine del 1976 si trasferisce con la famiglia in provincia di Torino, deluso com’è dall’incomprensione e dalla speculazione che ruota intorno ai pittori. Sospende le sue esposizioni e dipinge solo per se stesso perché ciò è la sua vera ragione di vita. S’impegna politicamente e partecipa vivamente allo sviluppo del piccolo centro in cui abita, Cumiana.  Invitato dal Centro Culturale di Villa Venchi organizza nell’ottobre 1977 una sua personale, nella quale occasione Giulio Da Milano nel quotidiano La Stampa scrisse:” Fornito di grandi capacità artistiche

potuto constatare un’attualità espressiva, ovvero le condizioni socio – culturali in cui l’artista opera”.

Il suo impegno politico lo porta a dipingere presso i locali dell’Arci di Cumiana un Murales, sintesi di una delle tanti stragi naziste nell’ultima guerra. Come tutti gli artisti, ogni tanto si estranea e ricomincia a dipingere solo per se stesso, salvo poche eccezioni in cui invia a diverse manifestazioni le sue opere.

Nel 1982, tornato in Sardegna, si dedica allo studio dei monoliti, elementi nei quali l’artista intuisce il carattere inteso come fierezza e cultura del suo popolo dal quale possiamo dire non si è mai completamente staccato, tanto che in una sua mostra nel 1985, allestita presso il Centro Culturale di Sorso, egli si presenta da solo, spiegando il perché del monolito: “Elemento che popola la costa Nord della nostra isola, s’innalza maestoso e severo, immenso nel giallo assolato delle stoppie. Silenzioso essere di pietra, che canta lamenti accompagnati dal vento. Questi monoliti ho voluto dipingere, immergendomi in tutta la loro silenziosa solennità, cercando di capirne il loro millenario tormento, il lavorio del vento che soffia,il battere cocente del sole ed il martellare della pioggia, che incidendoli ricavano da essi, con sintesi efficace, figure di arcaica bellezza, dando loro un’anima in un corpo mai vissuto”. Nello stesso anno l’Azienda di Soggiorno de La Maddalena lo invita ad esporre nella sua Galleria.

Nel 1986 espone a Cagliari alla Galleria degli Artisti e gli viene dedicato un ampio spazio nella pagina culturale della RAI. Nello stesso anno espone alla Galleria Ars di Sassari, ottenendo ancora lusinghieri successi.

Nel 1988 il Comune di Sorso organizza per lui una mostra con la partecipazione dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione.

Nel 1990 ancora su richiesta del Comune di Sorso  espone presso i locali del Centro Culturale.

Le sue opere si trovano presso collezioni pubbliche e private in Italia, Germania, Svizzera, Usa, Spagna, Venezuela e Svezia.

Giuliano Roggio, pittoreultima modifica: 2012-02-12T17:37:24+01:00da piero-murineddu
Reposta per primo quest’articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog.
I campi obbligatori sono contrassegnati *