INTELLIGENTE SOLIDARIETA’
di Piero Murineddu
Fino a qualche tempo fa, pensavamo e forse speravamo che la Sardegna non venisse toccata dai continui arrivi di profughi migranti provenienti da condizioni invivibili nei loro Paesi. Una volta invece arrivati, il Capo di sopra (Sardegna settentrionale) pensava e forse sperava che fosse un problema che dovessero affrontare solo quelli del Capo di sotto (Sardegna meridionale). E no, così proprio non è stato e continua a non essere, purtroppo per molti sardi “nordici”. Il Prefetto di Sassari Mulas, da poco sostituito, stava dimostrando molto equilibrato decisionismo, e anche chi ha preso ora il suo posto stà continuando necessariamente su questa scia. Ancora qualche sindaco continua coi suoi ” si, va bè,ma…”, ma la tendenza è che ai profughi bisogna, è doveroso dare ospitalità nel miglior modo possibile. Oltre tirreno e in altre altitudini, i soliti ex appartenenti all’ormai vecchia filosofia del celodurismo – in realtà afflosciati (forse) irrimediabilmente nel senso umanitario, almeno i loro capi – continuano ad essere quelli che sono (evito definizioni che sarebbero troppo forti), arrivando addirittura a voler occupare le Prefetture per imporre il loro credo ai rappresentanti del Governo ( “rom e immigrati fora da i ball, a prescindere….”). Grazie a Dio da noi in Sardegna, probabilmente perchè abituati a patire le altrui prepotenze, ancora abbiamo conservato una buona scorta di umana solidarietà, e ai profughi che quasi giornalmente arrivano, si riesce ancora a dar loro un’adeguata sistemazione, seppur provvisoria.
Questi “fuggitivi” che arrivano sono persone come noi, con sentimenti e necessità più o meno simili alle nostre. Provengono da mesi, settimane, giorni e ore di patimenti e soprusi di ogni genere, ecco perchè è possibile anche qualche loro comprensibile protesta, e la cosa non deve meravigliare più di tanto. Certo è che questo volersene lavare le mani da parte di vari Paesi europei lascia parecchio perplessi, oltre che vedere allontanarsi sempre più quegli effettivi Stati Uniti d’Europa. Se non si condividono gli oneri, che caspita di condivisione è?
Tornando a noi italiani e sardi in modo particolare, non tutti ancora si è accettata questa nuova situazione d’emergenza, per cui, invece di gioire quando le popolazioni che accolgono aiutano questi profughi ad inserirsi dando loro aiuto e solidarietà, qualcuno continua desolatamente a brontolare. Diversi giorni fa è apparsa la notizia che qualcuno dei profughi ospitati a Lu Bagnu, nei pressi di Castelsardo, si è addirittura (addirittura!!) fidanzato con qualche ragazza del posto. Ho sentito qualche commento, tipo : “Abà pratendini vinze di cuiuassi inogga chisthi nieddhi!” (Ora pretendono anche di sposarsi ( con le nostre donne) questi neri). Appunto, come dicevo: si ha difficoltà a considerare questa massa enorme di profughi persone a tutti gli effetti, ma ho tuttavia fiducia che lo sbigottimento sia passeggero, e che il buon senso e la ragionevolezza alfine prevalgano. Stiamo venendo a sapere che qualche sindaco delle nostre parti (no, di Sorso e Sennori no: loro tacciono desolatamente) si stanno attivando concretamente perchè queste nuove presenze vengano trasformate da problema da “grattare” a risorsa da valorizzare, non assistendoli solo ma valorizzandone le capacità. L’intervista che segue, che invito a leggere, focalizza l’attenzione sulle campagne sarde in abbandono, per esempio. Qualcuno si allarma e fa allarmare il suo uditorio, dicendo che così facendo, ruberebbero il lavoro ai residenti. Insomma, la solita infondata e persistente posizione di chi del prossimo in difficoltà non gl’interessa granchè. Comunque, è meglio ribadire ancora una volta che finora, generalmente gli immigrati hanno fatto i lavori rifiutati dagli italiani, e di solito, dagli italiani sono sfruttati e sottopagati. In questo frangente particolare, si potrebbero fare delle convenzioni per valorizzarne le vere capacità, come dicevo prima. Di sicuro non ruberebbero il lavoro e le case a nessuno, ma la loro rispettata presenza potrebbe veramente arricchirci in tutti i sensi. Si tratta di allargare le nostre vedute e finirla di essere aggressivi a causa delle tante paure che ci portiamo dietro. Non lasciamoci perdere questa occasione per crescere, ciascuno per quello che può.
“Potremo dare risposte adeguate solo affrontando l’emergenza in tutta la sua complessità”
Intervista di Pier Giorgio Pinna a Efisio Arbau
“Tutti devono fare la loro parte per aiutare i profughi”
Efisio Arbau crede nel coordinamento tra Ue, Italia, Regioni, Comuni. E respinge con forza l’idea di una divisione nord-sud della questione migranti. «Potremo dare risposte adeguate solo affrontando l’emergenza in tutta la sua complessità», spiega il consigliere comunale. Nei giorni scorsi ritornato sindaco di Ollollai, l’avvocato-pastore non ha dubbi sui doveri di solidarietà. Di recente balzato in primo piano per la proposta di consentire la vendita a 1 euro simbolico degli immobili abbandonati per favorire il ripopolamento delle zone interne, Arbau vede un domani gli immigrati come possibili co-protagonisti del rilancio di agricoltura e pastorizia. «Ma per il momento non mescolerei i due piani dell’assistenza immediata agli esuli e degli interventi per utilizzare al meglio case e terreni lasciati in uno stato di degrado», puntualizza.
Perché è indispensabile un’azione congiunta in favore dei migranti?
«Nessuno può permettersi di voltare la faccia da un’altra parte di fronte a una catastrofe umanitaria di queste proporzioni. Siamo tutti chiamati a dare il nostro contributo, ciascuno nel proprio ruolo, e perciò mi sento di accogliere l’appello del prefetto di Sassari: i sindaci possono dare una mano per indicare sedi destinate all’ospitalità nei diversi territori».
Come mai pensa che in futuro tanti immigrati possano contribuire al rilancio delle campagne sarde?
«Perché vedo che molti di loro già oggi fanno gli allevatori e i contadini nell’isola. E tanti sono competenti, preparati. Così com’è evidente che la manodopera può rivelarsi un aiuto per la ripresa dell’agro-zootecnia. Naturalmente, oggi come domani, è indispensabile il rispetto delle regole: non è pensabile che siano i Comuni a farsi carico anche di queste difficoltà».
Non tutti però la pensano così: i leghisti, per esempio…
«Beh, lo ripeto: la linea di Maroni si commenta da sé. Né lui né Salvini esprimono posizioni responsabili. In questo momento non li vedo neppure come interlocutori seri. Sfruttano la questione semplicemente per scopi elettoralistici, magari sperando di guadagnare uno 0,5% in più alle prossime votazioni. Tra i leghisti salverei solo Tosi, che almeno si è preoccupato di dare un tetto agli esuli».
Che cosa pensa della possibilità che ogni Paese europeo si faccia carico di una quota di migranti?
«Ritengo sia l’ipotesi più sensata da seguire: Grecia e Italia non possono essere lasciate sole. Finalmente sembra che adesso anche a Bruxelles siano arrivati a queste conclusioni, nonostante per spingere la Ue a questa scelta ci sia voluta l’ennesima strage in mare».
(La Nuova del 10 giugno 2015)