Riconoscere a chiunque il diritto ad una vita dignitosa

 sudan

 

di Piero Murineddu

Secondo me l’attuale Papa sta’ cercando di scardinare tutto quel sistema di potere che nella Chiesa Cattolica da troppo tempo sembrava eterno ed intoccabile, compreso quell’intreccio di privilegi dovuto all’appoggio dato al potere politico di turno, in virtù dell’influsso sulle coscienze individuali. Gia dalle primissime “stravaganze” di Bergoglio, all’interno stesso della Chiesa molte figure gerarchiche avevano iniziato a storcere il naso e tuttora continuano a farlo. Ma anche in mezzo al più vasto popolo cattolico, siano essi associazioni, preti, suore,comunità e individui, la diffidenza e le perplessità nei suoi confronti continuano a persistere, e questo nonostante gli apparenti apprezzamenti. Si vede specialmente al momento di seguirne le indicazioni. I bene, bravo, giusto arrivano da ogni dove, ma solitamente si continua imperterriti a pensare e agire come si è sempre fatto.

Poi ci sono quelli che la guerra gliela fanno senza troppi giri di parole, siano essi giornalistoni atei devoti alla Giuliano Ferrara & company, e siano politici che si presentano come custodi e difensori della sacra tradizione cattolica contro l’invasione dei mori, e lo sguaiato e rozzo Salvini in questo momento è uno dei maggiori rappresentanti. Guerra non direttamente contro il Papa argentino, la qual cosa sarebbe troppo compromettente, ma contro figure di cui si è voluto circondare, come il segretario della CEI Nunzio Galantino, il quale ha avuto la lodevole e coraggiosa “sfrontatezza” di affermare che sulla questione del continuo e drammatico esodo forzato per entrare in Europa, certa politicaglia ci marcia per scopi elettoralistici.

Secondo Salvini e compagnia arrogante, Galantino, oltre che essere isolato e persino inviso a buona parte dei vescovi, sarebbe addirittura “comunista”, come se questo termine fosse diventato la maggior offesa che si può fare a qualcuno, specialmente se vuole agire nel sociale. Ma ci pensate? Fino a non molto tempo fa se si volevano indicare atteggiamenti reazionari, intolleranti e padronali, gli si dava del “fascista”. Ora invece, se si vuole rinfacciare qualcuno che tenta di richiamare i diritti e il rispetto delle minoranze, oltre che un senso di giustizia il cui significato sta’ diventando sempre più vago e soggettivo, allora gli si da’ rabbiosamente del “comunista”. E’ incredibile, ma così gira il mondo. Prima i nostri bisogni, si dice, e poi, se ne rimane, quelli degli altri. Detta così sembrerebbe cosa sensata, ma in realtà nasconde un profondo egoismo e indifferenza verso il destino altrui, specialmente se non è dei nostri. In ogni caso, l’importante è che questi “altri” stiano da noi il più lontano possibile.

Il fatto è che questa posizione è largamente condivisa anche tra chi si definisce “cattolico”, termine che comporta inclusione e non esclusione, con la convinzione che Galantino in fondo se le cercata ed ha sicuramente esagerato. Ma come, non è stato proprio Gesù Cristo che ha parlato di accoglienza, di condivisione, di fraternità, del dovere di aiutare chi è nel bisogno? Che ha smascherato apertamente gli atteggiamenti ipocriti e che ha parlato di un amore fino a dare la vita per gli altri? Che ha insistito affinchè le ingiustizie venissero riconosciute e combattute? E non solamente quando non comporta rischio e non intacca interessi particolari a noi vicini, ma sempre e in ogni caso. Ma quanto ci siamo allontanati dal concretizzare questo stile di vita?

Io, nel mio piccolo, i miei riferimenti ideali continuo ad averceli, insieme allo sforzo di rimanere a loro fedele. Ho anche la capacità di distinguere i sepolcri imbiancati e la sconfinata ipocrisia nella quale siamo spesso immersi. In questa ipocrisia vi è specialmente chi, con l’apparente dedizione ad alleviare le sofferenze altrui, ha il principale obiettivo di far strada a se stessoStrumentalizzare il bisogno delle persone è la cosa più miserabile che un essere umano possa fare, e chi lo fa consapevolmente, non ha nessuna attenuante e nessunissima giustificazione.

Dico papale papale, e questa locuzione riferita all’attuale Papa è azzecattissima, che chi non è disposto a far partecipi gli altri (che sono in stato di necessità) dei mezzi di sussistenza che possiede, pochi o molti che siano, tradisce un doveroso impegno verso il prossimo. E qui non si tratta di fede religiosa, politica o ideologica, ma semplicemente di riconoscere ad ogni essere umano, qualsiasi esso sia, il diritto a condurre un’esistenza dignitosa. Difficoltà e privazioni ne abbiamo un po’ tutti, ma altri ne hanno ancora di più, molte di più. Una cosa è la povertà, un’altra è la miseria. Per chi ha una fede religiosa, c’è qualcuno che ha detto che più che essere credenti, bisogna essere credibili. Non so a voi, ma a me quest’affermazione mette parecchio in crisi.


Riconoscere a chiunque il diritto ad una vita dignitosaultima modifica: 2015-08-28T19:26:54+02:00da piero-murineddu
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