Quanti muri ci sono ancora?

 

​di Cristina Cimicchi e Andrea Contini

Venticinque anni dopo la caduta del Muro di Berlino, noto anche come Muro della vergogna, eretto nel 1961 dal governo della Repubblica Democratica Tedesca per impedire la fuga di tedeschi orientali in Occidente, simbolo della divisione dell’Europa e del mondo in due blocchi opposti e abbattuto, materialmente e politicamente, nel 1989. Sarebbe bello se non ci fossero più muri a separare le persone, ma la realtà del mondo attuale e un’altra: i muri esistono!

Europa
In Irlanda del Nord, a Belfast e anche a Derry, ci sono le ‘Peace Lines‘, muri di lunghezza variabile (fino a 4 km) separano le zone in cui risiedono i cattolici da quelle in cui risiedono i protestanti. Alti fino a 8 metri, sono fatti di metallo, cemento e con reticolati di filo spinato, hanno dei cancelli sorvegliati dalla polizia che vengono chiusi di notte.
Anche in Spagna esistono dei muri: Ceuta è una città autonoma spagnola che si trova in Nord Africa, circondata dal Marocco, e si affaccia sul Mediterraneo vicino allo stretto di Gibilterra. Melilla anch’essa città autonoma spagnola è situata sulla costa orientale del Marocco, è un porto franco e la sua attività principale è la pesca. In entrambe le città sorge, per dividerle dal Marocco, un muro composto da: barriere parallele di tre metri, cavi sul terreno, sensori elettronici , telecamere ed illuminazione notturna. E’ costato 30 milioni di Euro dati dalla Comunità Europea nel 1999.
Cipro un muro separa la parte Nord (Turchia) dalla parte Sud (Grecia). La linea di separazione (green line) fu tracciata nel 1964 dal generale britannico Young con una linea verde sulla mappa di Nicosia dopo sanguinosi scontri fra la comunità Turco Cipriota e Greco Cipriota.

Africa
La grande muraglia del Marocco, nota con il nome di ‘cintura di sicurezza‘ è un muro di sabbia lungo 2.720 km costruito a partire dal 1982 nel deserto al confine fra Mauritania e Marocco per proteggerlo dalle intenzioni ostili del Fronte Polisario, impedisce ai suoi abitanti di muoversi sulla loro stessa terra, e a tutti gli effetti una zona militare dove sono stati costruiti appositi bunker, fossati, reticolati di filo spinato e campi minati. Di fatto è il campo minato più grande al mondo, formato da circa 6.000 mine anti-uomo. E’ il muro più grande del mondo dopo la muraglia cinese. Il popolo Saharawi ha resistito combattendo fino al 1991, da allora, vive profugo e prigioniero del deserto algerino.
Cisgiordania Jidar al-fasl al-‘unsuri. La Corte Internazionale di Giustizia ha condannato, il 9 luglio 2004, il ‘muro dell’apartheid’, la barriera che di fatto isola la Cisgiordania. Il muro è lungo più di 700 km, è stato realizzato dopo la seconda intifada per proteggere i cittadini israeliani da attacchi suicidi e condiziona la vita dei palestinesi residenti nella West Bank.
Questi hanno perso territorio, libertà (la cittadina di Qalqilya è completamente circondata dal muro), salute (i tempi di percorrenza delle ambulanze si sono anche decuplicati) e denaro (l’organizzazione israeliana per i diritti umani B’Tselem ha constatato che migliaia di agricoltori palestinesi hanno i campi oltre il muro e che per coltivarli o vendere le merci nei mercati devono ottenere permessi speciali che richiedono una burocrazia estenuante).
Botswana-Zimbabwe. Tra Zimbawe e Botswana, in Africa, c’è una barriera elettrificata che corre lungo la frontiera tra i due paesi. In questo caso, il motivo ufficiale è quello di impedire che gli animali selvatici passino da un Paese all’altro, ma in realtà fa comodo al Botswana per arginare l’immigrazione di profughi in arrivo dallo Zimbabwe. Il recinto di filo spinato è alto 2 metri e si estende per 500 km.

Asia
Il confine tra India Pakistan è uno dei più “labili” del pianeta. La cosiddetta ‘Linea di Controllo‘ che rappresenta il confine de facto tra India e Kashmir divide i territori controllati dall’India e quelli controllati dal Pakistan nella regione contesa del Kashmir. Alla fine degli anni ’80, l’India ha iniziato erigere barriere negli stati del Punjab e del Rajastan, dicendo di averne bisogno per combattere il terrorismo, la costruzione è terminata nel 2004. Muri, recinzioni di filo spinato e barricate si estendono lungo quasi la metà dei 2.900 chilometri di confine in combinazione con mine e altri dispositivi ad alta tecnologia. Il governo di Delhi intende estendere la barriera lungo quasi tutta la frontiera. La “Linea di Controllo” è anche nota come il “Muro di Berlino” asiatico.
La zona demilitarizzata delle due Coree (ZDC) è una frangia di territorio larga circa 4 km e lunga 250 che divide la Corea del Nord dalla Corea del Sud, tagliando la penisola coreana all’altezza del 138° parallelo. La zona fu creata nel 1953 grazie a un cessate il fuoco dopo una guerra che causò tre milioni di morti.
Baluchistan. La costruzione del muro nel territorio al confine con il Pakistan è iniziata nel 2007 da parte dell’Iran con l’intento dichiarato di contenere la proliferazione di attività illecite come contrabbando di prodotti vietati e droghe, ma anche per frenare l’ingresso in Iran di estremisti islamici.

Americhe
La frontiera tra Messico USA è lunga 3.200 km, il governo statunitense ha costruito un muro metallico lungo un terzo del confine, spendendo 2.400 milioni di dollari, per evitare l’ingresso di immigranti senza documenti dal Messico e dal Centroamerica. Secondo la Commissione Nazionale dei Diritti Umani del Messico oltre 5.600 persone hanno perso la vita nei 15 anni dal 1994 al 2009, la maggior parte a causa delle alte temperature nel deserto.
Rio de Janeiro. Il governo dello stato di Rio de Janeiro costruisce dal 2009 vari muri alti da 80 centimetri a 3 metri attorno ad alcune favelas o quartieri poveri che sorgono sulle pendici della montagna con lo scopo di evitare che le costruzioni precarie che caratterizzano queste comunità possano distruggere la vegetazione che le circonda, nota in Brasile come “Bosco Atlantico“.

E in Italia?
Padova. Il “muro” tra via Anelli e via De Besi, costruito nel 2006 è ormai una barriera di ferro rugginoso lunga 96 metri e alta tre. Si trova a ridosso di quel che era un ghetto di 300 alloggi dove in miniappartamenti di 28 metri quadrati si stringevano anche dieci persone, che affittavano anche soltanto un letto singolo, la doccia, l’uso della cucina. Il “muro” è sorto per impedire che gli spacciatori se la svignassero all’ arrivo della polizia. Ora gli stabili sono stati evacuati e in un futuro prossimo l’area (12mila metri quadrati) sarà riqualificata destinando il 51% all’edilizia residenziale, il 49% ad uffici.

Dalla parte del torto” (Parma 2015)

 

Quanti muri ci sono ancora?ultima modifica: 2015-04-26T23:32:38+02:00da piero-murineddu
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