Travaglio-Leti e “metodo Boffo”

                                                              

 Travaglio, l’odierno Leti

 

di Leo Spanu

Gregorio Leti (1630-1701) era uno scrittore-giornalista definito a suo tempo “mendace e inesatto e avventuriero della penna”. Ebbe molto successo in vita perché come dicevano i suoi sostenitori era “ scrittore mordace, faceto, di mente vivace, di spirito bizzarro e piacevole nel suo dire”.

La critica odierna considera Gregorio Leti un autore poco attendibile come storico per la sua totale mancanza di scrupoli nell’inserire nei suoi scritti falsità e calunnie sia a scopo ricattatorio che diffamatorio. Per tutta la vita fu un fuggitivo: da Roma a Milano, a Orvieto, a Venezia, a Bologna e a Torino. Quando l’Italia divenne troppo stretta fuggì a Ginevra e poi in Francia e in Inghilterra. Ultima stazione l’Olanda dove finalmente chiuse la sua esistenza terrena. Causa del sua continua fuga: i suoi scritti che gli procuravano ovunque feroci antipatie.

Il nostro uomo potrebbe essere definito un progenitore del metodo Boffo che, per gli smemorati, consiste nel coprire (a mezzo stampa) di merda una persona con plateali bugie mischiate a mezze verità fino a distruggerne la reputazione. Questo losco personaggio mi è tornato alla mente leggendo sul blog del mio amico Piero Murineddu un articolo di Travaglio. Non leggo e non ascolto Travaglio neanche sotto tortura e se ho fatto un’eccezione è stato solo per capire perché Piero ha pubblicato uno scritto di questo “giornalista” il cui unico scopo nella vita sembra quello di buttar merda nel ventilatore con la conseguenza di sporcare tutto e tutti. Non ho capito. Ritengo sacro il diritto di critica ma considerare l’insinuazione, la maldicenza e la calunnia come una forma di libertà mi sembra eccessivo. Il signor Travaglio è indubbiamente una buona penna ma l’ha messa al servizio della sua vanità e del suo tornaconto personale. Come faceva qualche secolo fa Gregorio Leti. Per fortuna i tempi sono cambiati altrimenti anche Travaglio dovrebbe portare il suo ventilatore in giro per il mondo.

 

 

travaglio

 

Grazie a Dio esistono i rompic..

 

di Piero Murineddu

E’ meglio premettere che Travaglio non è il mio …idolo, come non considero nessun altro giornalista o persona pubblica riferimento certo dove trovare la verità. Unica eccezione la faccio per Francesco. No, non il Papa. Intendo Guccini, uno dei rari esempi il cui parlare spesso mi trova in sintonia.

il motivo per cui ho ripreso l’articolo di Travaglio. Vediamolo. Prima di tutto per l’argomento affrontato, cioè: com’è che in questi giorni di presentazioni biografiche del nuovo Presidente, nessuno parla di Antonino, l’ avvocato fratello di Sergio, che a quanto pare sarebbe una “pecora nera” nella famiglia per i suoi rapporti finanziari con la banda della Magliana? Si è accennato il meno possibile anche al fatto che il padre Bernardo, quando era ministro, nel ’57 accolse a Ciampino il capo mafia Joe Bonanno, come da quest’ultimo scritto nella sua autobiografia. Sul fatto tuttavia c’è in corso una causa legale. Credo che dire ciò non sia infangare la figura del Mattarella Sergio, e neanche calunniare qualcuno. Si riportano notizie che probabilmente i più non conoscono oppure hanno ….dimenticato. E’ più  opportuno collegare Sergio al fratello ammazzato dalla mafia, naturalmente, ma la parentela non si ferma a Piersanti, a meno che i nuovi Nominati non bisogna “incensarli” per forza ancor prima che dimostrino quello che faranno concretamente.  Sinceramente poi, a me il modo in cui è uscito (fuori dal cilindro del Premier) il nome del successore di Napolitano mi sembra imposto più che frutto di uno confronto, non dico nel Paese reale (pura utopia, almeno finora), ma anche tra gli abilitati a questa funzione, solitamente frequentatori degli Alti Palazzi. Dal di fuori appaiono ricatti, bronci, minacce di vendette, accuse di tradimenti…….

C’è poi quell’affermazione fatta prima dell’Elezione da Alfano, cioè che il nuovo Presidente sarebbe dovuto essere un politico, già “esperto” di come funziona la macchina del comando. Tutti segni che ancora una volta la gente rimane spettatrice passiva di ciò che succede nei palazzoni del potere. La maggior parte della Stampa, più che farsi portavoce della piazza, mi sembra si limiti a cassa di risonanza di questo modo di fare divenuto normale.

Torniamo a Travaglio e al giornale di cui è condirettore, “Il Fatto Quotidiano”.  Lo ripeto,non penso siano per forza la bocca della verità assoluta, ma vi trovo spesso un modo di presentare le notizie più rispondente al ruolo che l’Informazione ha, svincolato da poteri politici ed imprenditoriali. Il rompicoglioni Marco (grazie a Dio! La casta politica rinchiusa nei sontuosi palazzi decisionali ne ha bisogno: oh quanto!) a servizio della sua vanità? E’ possibile che vanitoso lo sia, come tanti di noi. Tornaconto personale? Nel senso di vendere i suoi libri,far affollare i teatri per vedere i suoi spettacoli ed escogitare qualsiasi sistema per allargare il consenso alle sue idee? Possibile, ma qui c’è la libertà e la capacità di giudizio di ciascuno di noi. Altri tornaconti personali, come rispondere a indicazioni di politici, industriali o chissà chi non riesco a vederne. Tornaconto nel senso di riuscire a “distruggere un avversario”? So che la lotta che ha portato avanti contro lo strapotere di Berlusconi è stata si molto combattuta, ma mi sembra anche ben documentata.

Metodo “Boffo“. Assimilare lo scrivere di Travaglio alla vigliaccata tramata ed attuata nei confronti dell’ex direttore di Avvenire  mi sembra francamente fuori luogo. Dino Boffo era stato volutamente diffamato da un giornale di Berlusconi perchè a lui non gradito,e costretto quindi alle dimissioni. E di esempi simili ve ne sono altri nella controllata (dal padrone) pseudo informazione berlusconiana, usata spesso come manganello per zittire i nemici. Travaglio in questo articolo non diffama nessuno. Se poi si compiaccia del suo modo di scrivere, a me non impippa niente. Ma entrando nel merito, quali sarebbero le sue falsità? Quale reputazione avrebbe distrutto? “Maldicenza” perchè si è permesso di toccare un tasto fuori luogo in questo momento di Evviva&Festa generale per l’insediamento del nuovo Presidente? Particolari accuse alla figura di Sergio non mi sembra che ne abbia fatto. Il suo modo di scrivere e anche la terminologia  usata a me garba, per cui quando capita lo leggo volentieri. Anche della possibile antipatia che provoca  non m’importa niente.

Merda sparsa indiscriminatamente su tutti dal suo ventilatore? Esagerato! Pensandoci, mi sembra che Travaglio sia uno di quei personaggi particolari che sono completamente amati oppure l’opposto. Il mio caratteraccio non mi porta a questi estremi. Diciamo che apprezzo quando qualcuno mi dà stimoli per ragionare, e lui non di rado è tra questi. Comunque, tornando al nuovo Presidente, aspettiamo adesso le sue mosse e solo su quelle giudicheremo, e non sulle …..parentele. Credo che anche il “losco” Travaglio farà altrettanto, con molti più mezzi e “memoria” di quanto possa averne io, per cui lo ringrazio anticipatamente per l’aiuto che credo non mi farà mancare.

 

servilismo

 

TRAVAGLIO GIORNALISTA DI DENUNCIA?

(replica di Leo Spanu)

 

Caro Piero,

le mie speranze di non morire democristiano si sono ridotte al lumicino dopo queste ultime elezioni presidenziali. Non sono tra quelli che ha fatto salti di gioia sul nome di Sergio Mattarella ma mi riservo di giudicarlo solo sulla base dei suoi comportamenti. Dei comportamenti della sua famiglia, bianchi o neri che siano, non me ne importa niente. Le responsabilità politiche (e morali) sono sempre individuali e indivisibili.

Marco Travaglio, per la sua attività, ha subito molti processi. In alcuni è stato assolto, in altri prescritto, in altri ancora condannato. A meno di non prendere per buono l’assioma berlusconiano che i giudici sono bravi quando assolvono e in malafede quando condannano, Travaglio, per la giustizia italiana, è un diffamatore seriale. Per quanto riguarda “ il tornaconto” non è mia abitudine fare dietrologia e il mio riferimento è diretto ai vantaggi economici che Travaglio, con la sua indubbia capacità di spettacolarizzare l’informazione, sta ottenendo. Tutto lecito e legittimo, ci mancherebbe. In una società complessa e confusa come la nostra abbiamo visto che tutto quanto fa spettacolo ma mi spieghi cosa c’entra Travaglio (perfettamente in sintonia col sistema) con il giornalismo di denuncia?

 

turibolo

 

 

                                                   E CHE NE SO IO?

 

di Piero Murineddu

Rispondo solo perchè mi viene posta una domanda diretta. Cerco di coglierla come “provocazione” per approfondire la conoscenza di Travaglio Marco, definito ingenerosamente “losca” figura. Per non vagare troppo nella rete, decido di estrapolare qualcosa da Wikipedia, che se anche non sia l’attendibilità personificata, ne traccia comunque il curriculum, modificandolo a mio modo.
Dopo esser diventato giornalista professionista, Il vecchio conservatore destrorso Montanelli lo incarica di scovare le dichiarazioni contradditorie in cui spesso incappano molti politici, e considerando la laurea di Marco in Storia Contemporanea e il suo alacre indagare negli archivi giornalistici, la persona sembra azzeccata. Un altro giornalista non pivellino, Enzo Biagi, lo coinvolge nel suo spazio televisivo per sceneggiare queste innumerevoli contraddizioni di politiconi e politichini. Anche con Repubblica, nella rubrica “Carta Canta” si occupa ancora di contradditori blablabla. Con la solita mania di rovistare tra gli archivi, l’antipatico e gracile Marcolino aveva ricostruito l’origine dell’arricchimento di Berlusconi e del suo successivo impegno “pro domo sua” in politica, durante il quale non ha smesso un attimo di stargli col fiato sul collo, mentre molti altri colleghi erano saliti sul carro del Condottiero. All’epoca dell’ “editto bulgaro”, comprensibilmente e giustamente il fiato sul collo si è surriscaldato, incoraggiando il “losco” Travaglio a darsi da fare per DENUNCIARE pubblicamente e senza pausa la distorsione del ruolo di Premier, concepito e concretizzato come ruolo padronale invece che di servizio. Il “Servizio” intanto continuava, nel senso che spesso i governanti legati al Padrone e il suo “popolo” parlamentare, si son serviti di leggi e decreti per salvare il di Lui e dell’Alta Casta culo.
Da sempre Travaglio si è definito anticomunista, cosa che non ha impedito a testate come Repubblica e L’Unità di contarlo tra le proprie fila. Segno questo di riconoscerne il valore giornalistico con ciò che comporta, cosa che va ben oltre l’essere semplicemente una “buona penna”? Possibile. Da alcuni giorni è il direttore de Il Fatto Quotidiano, nato nel 2010 per tentare di creare uno strumento d’informazione libera, e il non usufruire di finanziamenti pubblici e non l’essere strapieno di pubblicità (come i giornaloni, riempiti da suadenti sguardi a tutta pagina) , mi fa pensare che la gente che ci scrive lo faccia …..molto liberamente, e non sopratutto per pecunia.
Il “losco” personaggio ha condotto varie battaglie, come quella contro l’Indulto, considerata in quel periodo storico un colpo di spugna per favorire i politici corrotti, e contro la “legge bavaglio” che impediva l’uso delle intercettazioni telefoniche, grazie alle quali molte magagne di sospettabili et insospettabili sono venute a galla.
Boh.

Se ne volete sapere ancora, andate su

http://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Travaglio#Biografia

Nella mia precedente risposta ho già detto che accuse personali a Sergio Mattarella nell’articolo di Travaglio non ve ne trovo. Dal momento che è giusto tracciare una biografia di un personaggio che assume una carica importante, è inevitabile che anche la famiglia rientri in questa biografia. A suo modo, Travaglio rilevava che nelle tante biografie tracciate dalla Stampa, non si facesse riferimento ad alcune vicende riguardanti due strettissimi familiari, politici e anche di rilievo. Secondo me non è una critica fatta a Mattarella Sergio, ma al giornalismo incensatorio italiano e all’ipocrisia opportunistica dilagante. Ieri ho letto e in serata in parte seguito la Cerimonia d’insediamento. Il tono riverenziale dei conduttori era insopportabile. Qualcuno ha detto che era l’incontro tra il Paese reale e il Paese istituzionale. Ma dove?
Sorrisi, strette di mano, pseudoumorismo dell’Invitato Condannato sul facile uso della lupara siciliana e la ripetuta mancanza di rispetto verso Rosy Bindi (però che strano questo invito, eppoi quella diminuzione di “pena” a servizio dei vecchietti, ora che lo stavano aiutando a rivedere il suo comportamente….). E ancora applausi ripetuti e prolungati, salvo poi già dall’indomani cavarsi vicendevolmente gli occhi.
Che volete che vi dica, a me tutto quest’apparato trasbordante di formalismo mi crea un tantino la nausea e mi fa piacere che questa “nausea” la vedo tradotta in parole sulle pagine del “Fatto”, distinguendosi nel mare magnum del giornalismo spesso servile. D’altronde, come dice lo stesso Travaglio, “una delle funzioni importanti della stampa è anche quella di fare le pulci a chi ricopre cariche importanti, per aiutare a sbagliare di meno”. Ma conosciamo la suscettibilità di molti che gestiscono il potere, e nello stesso momento, constatiamo anche il timore che hanno molti giornalisti di non far soffrire i manovratori di turno.
Siamo concordi, e sono certo insieme a Marco “il losco” che non ha voluto diffamarlo, di aspettare a giudicare i fatti del nuovo Presidente. Ma, abbiate pazienza, non sono/siamo di quelli che si precipitano a prendere in mano il turibolo, nè prima (sopratutto), ma neanche dopo che eventualmente chi ricopre una carica (sempre troppo retribuita! ) che influisce sulla nostra vita l’abbia fatto secondo il suo dovere.
Ah, dimenticavo la domanda postami: Travaglio, nella sua “perfetta sintonia col sistema”(!), è un giornalista di denuncia?
                                                    E che ne so io !!
Ad ogni modo, caro Leo, per non annoiarci e non annoiare, oltre per non sprecare le nostre energie, spostiamo il nostro pensiero verso diversi (e più divertenti…forse) orizzonti.

 

 

Intervista a Travaglio:

https://www.youtube.com/watch?v=JAkYgDKv4Hg

 

Travaglio-Leti e “metodo Boffo”ultima modifica: 2015-02-03T15:43:17+01:00da piero-murineddu
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