Soci per la “Confraternita della Tana” cercasi

 

 

amico fragile 001

 

di Piero Murineddu

 

“Persona di grande cultura e intelligenza,ricco di umanità. Una di quelle rare persone che è un piacere e un privilegio definire amico“.

Leggendo altri particolari su Eugenio, venuto a mancare nel giugno dell’anno scorso, vengo a sapere della grande passione per l’archeologia e per l’archeoastronomia in particolare, e del suo voler  andare oltre il già conosciuto, della curiosità e bisogno di percorrere strade poco frequentate, azzardandosi quindi ad aprire porte nuove. Insomma, di quegli atteggiamenti che il giudizio affrettato e superficiale  definisce  “strani”, specialmente da coloro che si sentono sicuri e protetti solo se  non abbandonano la strada maestra del pensare e del giudizio comune, che normalmente guardano con sospetto chi da questa  scontata e per certi versi forzata  “normalità”  vuole differenziarsi, magari considerandolo uno che vuole attirare l’attenzione unicamente per esibire le proprie frustrazioni.

“Persona di grande cultura e intelligenza,ricco di umanità. Una di quelle rare persone che è un piacere e un privilegio definire amico“.

Vengo a sapere che Eugenio, nativo di Pozzomaggiore, era considerato un tipo solitario e dall’apparenza burbera, salvo cambiare opinione nel momento che qualcuno riusciva ( e voleva!)  superare quella possibile  “corazza protettiva”, rappresentata in parte dalla mimetica che indossava continuamente e  dal suo farsi vedere in giro a bordo di una Panda nel cui abitacolo vi era di tutto. Eterno “esploratore” del mondo circostante, con capellino e sigaro spento  tra le labbra.

“Persona di grande cultura e intelligenza,ricco di umanità. Una di quelle rare persone che è un piacere e un privilegio definire amico“.

L’autore dell’articolo sopra riportato mi dice che sicuramente mi sarebbe piaciuto conoscerlo. Credo che abbia ragione. Sicuramente non tutti, ma sono molti quelli che vorrebbero conoscere e frequentare una persona di “grande cultura, intelligente e riccco di umanità”. Lo vorrebbe sopratutto chi  si sente sempre in “cammino”, disposto a mettersi in discussione e vuole incontrarsi con la diversità dell’altro, convinto che questa “diversità” non bisogna per forza combatterla perchè se ne ha paura, ma considerandola opportunità di crescita reciproca.  Condizione è però che ci si voglia incontrare realmente, senza pretesa d’insegnare ad ogni costo qualcosa al nostro interlocutore, sia esso occasionale o abituale. Personalmente, almeno quando è possibile, rifuggo quegl’incontri dove ci si parla addosso e difficilmente ci si ascolta. Capannelli di due o più persone stressate, a gara nel coprirsi di parole.

“Persona di grande cultura e intelligenza,ricco di umanità. Una di quelle rare persone che è un piacere e un privilegio definire amico“.

Pur essendo una definizione di Eugenio da parte dell’autore, non è tuttavia contenuta nell’articolo, ma tutto ciò che si dice di lui lo fa intendere. Avendolo trovato pubblicato nell’ultimo numero de  “Il Corriere del Turritano” senza firma e intendendo la cosa voluta, contattandolo,  l’autore mi ha detto che tutto sommato andava bene ugualmente. Ho pensato comunque di svelarne il nome, con la speranza di non fargli torto. Si tratta di Leo Spanu. In un primo momento, non avevo letto l’articolo con la giusta e dovuta attenzione. Voluta o meno, l’omissione della firma è servita a porre all’attenzione un problema che, seppur moltomamolto diffuso, generalmente si preferisce evitare o prescindere da esso. Diciamolo chiaramente: predisposti o meno, nessuno è immune da quelllo strano stato di prostrazione che può prendere i nostri giorni, e non di rado può assumere carattere patologico. Sappiamo che le cause sono varie, e non principalmente economiche. Spesso chi ne viene colpito si sente mortificato nelle proprie aspettative e potenzialità, e molte sono originate dall’insoddisfacente vita relazionale dei tempi che stiamo vivendo. Relazioni di cui si ha bisogno e che difficilmente si riesce a portare avanti, per l’impegno che esse richiedono.

“Persona di grande cultura e intelligenza,ricco di umanità. Una di quelle rare persone che è un piacere e un privilegio definire amico“.

Verso l’amico scomparso, l’autore ha un vago senso di colpa per non esser stato in grado di rispondere in modo adeguato alla sua  richiesta d’aiuto. Richiesta probabilmente non esplicitata. Mi viene da pensare che difficilmente vogliamo e riusciamo a manifestare la nostra inedeguatezza davanti alla vita che si snocciola  nelle infinite e diversificate vicende quotidiane.  Non raramente, come ammette l’autore, siamo appesantiti da una individuale ed estenuante palestra “bellica” per difenderci dagli attacchi di un sistema di vita che non condividiamo e che spesso subiamo. Un “lavoro forzato” comune a molti, ma da pochi ammesso. Eppure è urgente riuscire a far emergere in noi l’umanità che sembra sempre più assottigliarsi. I potenziali soci della “Confraternita della Tana” sono più di quanto s’immagini, e probabilmente sono quelli più forniti di energie che, nonostante l’isolamento voluto o imposto che sia, contribuiscono a riequilibrare la spesso  apparente e diffusa allegria ……spensierata.

“Persona di grande cultura e intelligenza,ricco di umanità. Una di quelle rare persone che è un piacere e un privilegio definire amico“.

La “stranezza” di Eugenio ha sicuramente contribuito a creare nuova Cultura, ed è proprio questa in grado di “cicatrizzare” le nostre tante e forse inevitabili ferite che la vita comporta.

 

Eugenio Muroni e la sua teoria su Monte d'Accoddi-002

 

Dedico la canzone “Don Chisciotte” di Francesco Guccini a Eugenio e a tutti gli strambi come lui.

 

Don Chisciotte

Ho letto millanta storie di cavalieri erranti,
di imprese e di vittorie dei giusti sui prepotenti
per starmene ancora chiuso coi miei libri in questa stanza
come un vigliacco ozioso, sordo ad ogni sofferenza.
Nel mondo oggi più di ieri domina l’ingiustizia,
ma di eroici cavalieri non abbiamo più notizia;
proprio per questo, Sancho, c’è bisogno soprattutto
d’uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto:
vammi a prendere la sella, che il mio impegno ardimentoso
l’ho promesso alla mia bella, Dulcinea del Toboso,
e a te Sancho io prometto che guadagnerai un castello,
ma un rifiuto non l’accetto, forza sellami il cavallo !
Tu sarai il mio scudiero, la mia ombra confortante
e con questo cuore puro, col mio scudo e Ronzinante,
colpirò con la mia lancia l’ingiustizia giorno e notte,
com’è vero nella Mancha che mi chiamo Don Chisciotte…

Sancho Panza
Questo folle non sta bene, ha bisogno di un dottore,
contraddirlo non conviene, non è mai di buon umore…
E’ la più triste figura che sia apparsa sulla Terra,
cavalier senza paura di una solitaria guerra
cominciata per amore di una donna conosciuta
dentro a una locanda a ore dove fa la prostituta,
ma credendo di aver visto una vera principessa,
lui ha voluto ad ogni costo farle quella sua promessa.
E così da giorni abbiamo solo calci nel sedere,
non sappiamo dove siamo, senza pane e senza bere
e questo pazzo scatenato che è il più ingenuo dei bambini
proprio ieri si è stroncato fra le pale dei mulini…
E’ un testardo, un idealista, troppi sogni ha nel cervello:
io che sono più realista mi accontento di un castello.
Mi farà Governatore e avrò terre in abbondanza,
quant’è vero che anch’io ho un cuore e che mi chiamo Sancho Panza…

Don Chisciotte
Salta in piedi, Sancho, è tardi, non vorrai dormire ancora,
solo i cinici e i codardi non si svegliano all’aurora:
per i primi è indifferenza e disprezzo dei valori
e per gli altri è riluttanza nei confronti dei doveri !
L’ingiustizia non è il solo male che divora il mondo,
anche l’anima dell’uomo ha toccato spesso il fondo,
ma dobbiamo fare presto perché più che il tempo passa
il nemico si fà d’ombra e s’ingarbuglia la matassa…

Sancho Panza
A proposito di questo farsi d’ombra delle cose,
l’altro giorno quando ha visto quelle pecore indifese
le ha attaccate come fossero un esercito di Mori,
ma che alla fine ci mordessero oltre i cani anche i pastori
era chiaro come il giorno, non è vero, mio Signore ?
Io sarò un codardo e dormo, ma non sono un traditore,
credo solo in quel che vedo e la realtà per me rimane
il solo metro che possiedo, com’è vero… che ora ho fame !

Don Chisciotte 
Sancho ascoltami, ti prego, sono stato anch’io un realista,
ma ormai oggi me ne frego e, anche se ho una buona vista,
l’apparenza delle cose come vedi non m’inganna,
preferisco le sorprese di quest’anima tiranna
che trasforma coi suoi trucchi la realtà che hai lì davanti,
ma ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti.
Prima d’oggi mi annoiavo e volevo anche morire,
ma ora sono un uomo nuovo che non teme di soffrire…
Sancho Panza
Mio Signore, io purtoppo sono un povero ignorante
e del suo discorso astratto ci ho capito poco o niente,
ma anche ammesso che il coraggio mi cancelli la pigrizia,
riusciremo noi da soli a riportare la giustizia ?
In un mondo dove il male è di casa e ha vinto sempre,
dove regna il “capitale”, oggi più spietatamente,
riuscirà con questo brocco e questo inutile scudiero
al “potere” dare scacco e salvare il mondo intero ?

Don Chisciotte
Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perchè il “male” ed il “potere” hanno un aspetto così tetro ?
Dovrei anche rinunciare ad un po’ di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà ?

Insieme
Il “potere” è l’immondizia della storia degli umani
e, anche se siamo soltanto due romantici rottami,
sputeremo il cuore in faccia all’ingiustizia giorno e notte:
siamo i “Grandi della Mancha”,
Sancho Panza… e Don Chisciotte !

 

 

Per ascoltare la canzone, copia e incolla il seguente codice:

https://www.youtube.com/results?search_query=don+chisciotte
Soci per la “Confraternita della Tana” cercasiultima modifica: 2015-01-21T19:53:41+01:00da piero-murineddu
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