Ha provato ad ascoltare il mare Carlo, capendo che esso ha tante cose da raccontare, specialmente segreti intimi confidati, scelte importanti e momenti difficili che molti hanno affrontato e spesso patito.
Tutto questo Carlo lo ha visto quasi come un sommesso e non sguaiato grido, che lui, con la sua chitarra, i suoi vocalizzi e principalmente con la sua sensibilità, ha provato a trasformare in musica, e il frutto della sua elaborazione mi sembra più che riuscito.
Lo ammetto, esarebbe difficile non farlo, che il mio pensiero è andato immediatamente a tutte le migliaia di persone per le quali, gia da troppo tempo, la profondità degli abissi è e continua ad essere un’unica tomba.
Persone con un nome e una storia come ciascuno di noi ha un nome e una storia ben precisi.
Accomunati tutti da un unico desiderio: raggiungere un luogo dove poter allevare i propri figli e condurre una vita dignitosa. Quello che in fondo ognuno di noi, che la vita non l’ha scelta ma che se l’ha trovata come un Dono, a volte non riconosciuto come tale ma spesso subito se non addirittura rifiutato, si aspetta dalla stessa vita.
Grande sensibilità Carlo, che riesce ad esternare attraverso i suoi arpeggi e le sue armonie vocali, che sembrerebbero “improvvisate” ma che affatto non lo sono, e lo stesso Carlo – il giovane amico nato a Sorso dove vive e di cui fin da piccolo ho visto le dita muoversi con delicatezza sui tasti del pianoforte – di ciò non ne ha piena consapevolezza, forse.
Non s’improvvisa l’attenzione agli altri, e ognuna di quelle note è sicuramente un abbraccio dato o desiderato di dare, specialmente alle tante vittime dell’indifferenza e dell’egoismo umano.
E dato che ci sei, ascolta anche quest’altro brano di Carlo. Tutt’altra atmosfera, ma ugualmente di buona intuizione. Le immagini completano il tutto alla grande.