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Una pasquetta 2017 a pieni polmoni

di Piero Murineddu

Il tempo è bello e sgranchirsi un po’ le ossa respirando aria pulita fa indubbiamente bene, al corpo e forse sopratutto al cervello. E allora perchè non farsela  questa benedettaTradizionalQuasiObbligatoria gitarella fuori porta per Pasquetta? Ogni anno che passa le attrazioni aumentano sempre più in ogni dove, al punto che si crea l’imbarazzo della scelta.

Nel nostro caso c’è l’amico che propone di trascorrere la giornata in quella festa campestre in mezzo ai boschi del Goceano, dove tra i salsicciotti e il vitellone arrostiti a bella vista, vedi anche gli asinelli albini con gli occhi celesti che veramente ti riempiono l’animo di tenerezza.

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La gente è tanta ma il particolare ambiente immerso nel verde aiuta a vivere senza stress la lunga fila per assicurarti la magnozia da integrare al poco che ci si è portati da casa. Nello zainetto a spalla non mancano i dolci pasquali, ma il rinunciare ad acquistare le gustosissime e calde seadas è cosa quasi impossibile, dopo il paninozzone rigidamente vegetariano.

All’ora stabilita, gli eroici ed esperti cavalieri si preparano a corrersela per tentare di centrare col proprio spadino la stella.

Peccato che ad attirare gli spettatori per questo momento spettacolare ci sia la solita ed insopportabile musica fracassona tumtumtum che con l’insieme della giornata non c’entra proprio un piffero.

Lo spazio verde tutt’intorno è molto vasto, e sdraiarsi vicino alle larghe ed ormai essiccate cagatone equine non disturba per niente.Dal passeggiarmela tra la gente e tra queste per niente schifose espulsioni intestinali (vegetariane) dei cavalli (ma anche gli asinelli non sono da meno) traggo veramente piacere.

Al momento del rientro, la visita al castello  e al centro storico del paesino poco più giù è quasi d’obbligo e piacevole, ma ancor di più lo è il fermarsi a conversare con qualche anziano locale che non si tira indietro a parlarti  dei 50 anni trascorsi in giro all’estero per mandare avanti la famiglia e del continuo progressivo spopolamento del posto anche ai nostri giorni. Non è mancato l’invito a tornarci in occasione delle “cortes apertas” autunnale. Se la salute ci assiste, perchè no…..

Quando la giornata volge ormai al termine, ecco come sorpresa finale un bellissimo e ben mantenuto ponte antico che non conoscevo, a cui poco prima ci aveva  preparato il nostro amico e guida che ci ha fatto anche da generoso ed instancabile autista.

La stanchezza della giornata si fa sentire, inevitabile,  ma il fare sosta per ammirarne la bellezza da vicino n’è valsa veramente la fatica, minima in realtà. Su ponte Ezzu, nei pressi di Illorai. Affacciandoti da un lato, le acque del fiume Tirso hanno un movimento torrentizio, mentre dalla parte opposta scorrono dolcemente e silenziose.

Il distenderti nelle  rocce ha l’immediata capacità ti toglierti di dosso la stanchezza della giornata. Un momento di pace inaspettato e particolarmente rigenerante.

Ripercorrendo la stradina in pendenza per rimetterci in viaggio, la vista di cassette di plastica e di un vecchio elettrodomestico abbandonati ha rotto un po’ la magia del momento, facendoci ritornare alla spesso triste realtà dei nostri ambienti spesso violentati se non addirittura irrimediabilmente distrutti. Purtroppo anche questo è il prezzo della nostra libertà, usata non di rado per manifestare l’immensa  imbecillità del genere umano di un certo tipo.

Ma comunque, l’ umore non ne risente completamente. Sarà forse perché ho ancora piene le narici di quel profumino di salthizzoni arrosto aromatizzato chissá come e chissá quanto?

Una pasquetta 2017 a pieni polmoniultima modifica: 2017-04-18T05:58:11+02:00da
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