di Piero Murineddu
Giuliano Leonardi, nato a Sorso e qui morto nel l’89 sulla soglia dei 90 anni, ha vissuto la maggior parte della sua vita a Roma, in un atelier dove trascorreva le sue giornate creando opere a getto continuo e conducendo una vita all’insegna dell’essenzialità. E difatti chiedeva di essere ripagato giusto il tanto che gli permettesse di vivere una vita dignitosa. Quello che a lui premeva maggiormente era riuscire ad esprimere e comunicare il suo sentire interiore.
Seppur con un carattere tendenzialmente solitario, la sua casa romana che fungeva anche da laboratorio era frequentata da molti personaggi illustri. Ha tenuto sempre un rapporto d’amicizia con don Michele, parroco della vicina Basilica di Sant’Eugenio, dove sono custodite tante sue opere. Per 30 anni ha portato avanti una relazione con una donna che non ha mai voluto sposare, probabilmente temendo che l’impegno di una famiglia l’avrebbe distratto da quello che sentiva come vocazione principale, fare cioè l’artista.
Di seguito, l’omaggio audiovisivo dedicato diversi anni fa all’ artista
Giuliano era un uomo con una solida fede religiosa, e nel contempo aveva una particolare sensibilità. La parola non mantenuta di realizzare uno dei portoni della Basilica romana di San Pietro datagli da quello che sarebbe diventato Paolo VI, aveva fatto vacillare questa sua fede, portandolo a rinchiudersi ancora di più in se stesso e ad allentare la frequentazione alle pratiche religiose. Il suo interesse all’ ambito spirituale della vita è tuttavia testimoniato dai numerosi scritti custoditi in casa della nipote Nuccia, con la quale ha trascorso gli ultimi anni della sua lunga vita.
Leonardi ha avuto anche un legame particolare con l’Arma dei Carabinieri, per la quale ha realizzato l’effige della patrona, La Virgo Fidelis, e il Monumento a Salvo D’Acquisto. Purtroppo tante sue opere sono andate disperse. Le case dei tre nipoti, Nuccia a Sorso, Dario a Porto Torres e Carina a Villanova Monteleone, quest’ultima deceduta, sono autentici musei dell’illustre zio.
Come per altre eccelse figure a cui la cittadina sarda della Romangia ha dato i natali, non risulta purtroppo particolare impegno da parte delle varie amministrazioni pubbliche che negli anni si sono succedute affinché l’alto valore artistico e umano di Leonardi venga conosciuto e divulgato come merita. Cosa forse ancor più triste e sconsolante é la rassegnazione che pare essersi impadronita degli stessi suoi concittadini davanti a questo ingiustificabile disinteresse delle istituzioni. Ciò nonostante, la speranza che quanto prima le cose cambino è necessario tenerla viva.
Leonardi molti suoi pensieri Leonardi li ha affidati alla scrittura, raccolti in parte in questa pagina, mentre in quest’altra si trovano ulteriori notizie avute dalla nipote Nuccia durante una visita insieme al musicista di Sorso Fabio Melis.
Per finire, un ulteriore rimando alla pagina dedicata a Nuccia Leonardi, dove, oltre che parlare ancora del grande zio, l’ arzilla e cordiale oggi quasi novant’ enne signora, nel video ci parla questa volta in modo particolare dell’arte della panificazione casalinga.