Ottanta più un giorno sono, France’! Goditelo, che il tempo é prezioso…

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di Piero Murineddu

Embé, France’, cos’é quell’espressione ammosciata e umbé perplessa? Non sei contento di come ti hanno festeggiato? Hai visto quante cose belline belline  hanno scritto in occasione del tuo compleanno? Ottant’anni. Caaaaa…spita, ma veramente così vecchio sei? Boh boh, come passa il tempo!  Comunque, tutti scatenati ad analizzarti da infiniti punti di vista, immaginabili et  inimmaginabili, con l’ansia affannata di essere  il più originali possibile, non foss’altro per distanziarsi almeno di qualche millimetro da quella testata giornalistica lí o da quell’altro commentatore testa di c…. lá.

Hanno tentato persino di contare tutti i peli che nella lunga vita hanno ricoperto il tuo grosso corpo, e non solo quelli della barba. A contare i bicchieri di vino, di quello buono, c’hanno rinunciato da subito, temendo – non è vero –  che arrivati a tre milioni 847 più tre dita si sarebbero dovuti bloccare per far raffreddare il cervello in fumo….E le sigarette? Uh, le sigarette! Te l’ho dicevo io di moderarti, se di smettere non ti riusciva proprio. Adesso non riesci quasi a parlare, ansimante come ti vedo peggio di quella famosa “locomotiva” lá nei tratti in salita….

Comunque, ti hanno girato e rigirato, letto la vita, quella vera o ritenuta tale, quella passata remota, quella più prossimettina, financo quella futura, terrena e oltre. L’argomento del giorno e puranco dei precedenti sei stato! Dai, orgoglioso ne sei, ammettilo…

In mezzo a tanti innalzamenti e lisciamenti non poteva mancare il riferimento allo “scivolamento” della tua recente versione di “O bella ciao” data in pasto agl’immancabili avvoltoi umanoidi che negli ultimi tempi si stanno incredibilmente moltiplicando, generati in parte dal liquido seminale stantìo di certi politicanti che definirli/e tali é giá dar loro tropp’importanza.

Scusami, Francé, non voglio rovinarti la “festa”, ma la cosa ce l’ho ancora qui nel gozzo e non riesco a …..mandarli in….

Senza pensare che, in mezzo ai diversi articoli, mi é capitato di leggerne uno in cui si ricorda di quando una testata, “esperta” di musica, come reazione ad un album per me di particolare valore, ti definiva – pensa un po’ – imbarazzante, pretesco, noioso, banale, furbetto, ripetitivo, comodo, soffocante, svenduto, predicatorio, atroce, saccente, ampolloso, insulso, risaputo, ovvio, mellifluo….

Peró, dai, in parte te la sei cercata, con tutti quei lunghi anni in cui hai calcato scene, in ogni dove, da cantante prima, introducendo e concludendo le tue canzoni con piú o meno improvvisate battute che oltre che ridere facevano anche pensare, da scrittore poi, impegnato prevalentemente a Ricordare e Raccontare a chi quegli anni lá belli&brutti non li ha vissuti.

In mezzo a tante parole, qualche atteggiamento che poteva far pensare a qualche definizione di questo poco simpatico elenco l’avrai pur avuto.  D’altronde, ciascuno di noi, é o no un’insalata di tuttounpó? Bisogna però vedere cos’é che tiene in movimento e cosa questo movimento produce. Per me, tu hai Prodotto, e di quanto!

Da qualche parte, non so più in quale canzone, affermi di “non avere fedi”. Ah, si: “Canzone quasi d’amore”. Trentasei ne avevi allora di anni, ma a quelli ne sono seguiti tanti altri, e nel Tempo che trascorre ci trasfomiamo, andando avanti e di tanto in tanto tornando anche indietro, oppure fermandoci per riprendere fiato un attimino o attimone, quel che l’é, e ognuno sa di sé. Uno straccio di fede, in un modo o nell’altro, si ha sempre, e la si vede dalle opere che produce, e non solo e neanche sopratutto opere “materiali”, ma sostanziali, quelle che contano e lasciano significativi segni per chi ne ha goduto e continuerá a goderne.

Preso da quello e quell’altro, ieri é stata una giornata molto indaffarata per me, France’,  però un momento per prendere in mano la chitarra l’ho voluto cercare e l’ho trovato. Indovina un pó cosa mi é saltato di strimpellare…. “Canzone per il Che”, a motivo, come sicuramente puoi immaginare, che ieri era anche il giorno in cui, qualche annetto prima di te, nasceva Ernesto, quel giovanotto mezzo medico e parecchio asmatico che invece di farsi la vitaccia sua in tutta tranquillitá e avere le sue soddisfazioni, é andato a farsi ammazzare per la manía di Pensare agli altri.

Quasi quasi ne onoriamo insieme la Memoria. Che dici? E facciamolo, allora, e lasciamo da parte la tua “festa”, raccomandandoti – non è vero – di iniziare a vivere al meglio della salute, almeno per quanto si può, il primo giorno della tua ottantata. Io, avviato verso la vecchiaia, capisco il valore del tempo che trascorre sempre piú sfuggente, figuriamoci tu…Per cui, non sprechiamolo preoccupandoci di ció che possono pensare di noi.

A lo sai cosa ti dico? Preghiamoci la salute e, se vuoi, ….a culo tutto il resto.

Eiè. Ciau, France’….

Ottanta più un giorno sono, France’! Goditelo, che il tempo é prezioso…ultima modifica: 2020-06-15T05:36:34+02:00da piero-murineddu
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