La Terra e la Memoria, di Angelo e di noi tutti

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di Piero Murineddu

Conoscendo la seria meticolosità con la quale ha sempre portato avanti quella che praticamente è l’attività che gli permette di vivere, cioè far musica, sono certo che la sua prima produzione discografica è il risultato di un lungo e oltremodo impegnativo lavoro, e già questo mi basterebbe per congratularmi con Angelo Delogu.

Ancora non ho avuto la possibilità di ascoltare le varie tracce che compongono il suo CD, ma grazie all’amicizia e alla reciproca stima che ci lega dagli anni giovanili, alcune le avevo ascoltate quando ancora erano allo stato grezzo. Da subito mi avevano positivamente sorpreso, sia per la melodia da lui elaborata, sia per la perfetta pronuncia della parlata locale – cosa inaspettata in chi in famiglia è stato abituato a parlare in italiano – e sia per l’accompagnamento musicale e i generi scelti. Se allora erano gradevoli, il lavoro rifinito e concluso è sicuramente eccellente.

È da un po’ che Angelo aveva messo gli occhi sulle quindici composizioni  “poeticamente” umoristiche di colui che a Sorso ha ricoperto la carica di sindaco dall’80 al ’95, oltre che esser stato dirigente ospedaliero nel vicino capoluogo. Parliamo di Andreuccio Bonfigli. È possibile che il desiderio di musicarle ad Angelo gli sia nato da subito, ma giustamente e saggiamente ha aspettato che il progetto maturasse al punto giusto.

Dal momento che del risultato finale non posso ancora parlarne – ma di questo  altri potranno farlo con maggior competenza – mi piace soffermarmi su quanto Angelo ha scritto a riguardo:

Iniziare una una cosa per diletto e finirci dentro anima e corpo. E non riuscire più a smettere…di suonare. E farlo buttandosi a capofitto in questa passione.

Una passione che con gli anni è diventata lavoro, riuscendo in quello che non a tutti riesce e di cui mi ritengo fortunato: fare del proprio passatempo un mestiere.

Ma una cosa devo sopratutto alla musica e al mio modesto bagaglio musicale: l’avermi condotto sulla via delle radici, della riappropriazione della lingua del luogo, Sorso, di sonorità che non erano del tutto mie pur avendone intorno ogni giorno. 

Ed è stata la musica, più che la strada, a darmi la chiave per ritrovarle.

Ora le ho riscoperte e l’averlo fatto mi riporta agli amici che non ci sono più, ai cari scomparsi che di quelle sonorità erano l’anima.

Nel creare questo disco penso a loro, penso a mio padre che tanto orgoglioso sarebbe come io abbia abbracciato quello spirito, che è terra e memoria.

Il pensiero di lui che mi ascolta e mi accompagna. Lo saluto, cantando e suonando.

 

Ne sono più che convinto: Angelo in questo lavoro ha messo non solo le sue inaspettate e secondo me ottime capacità compositive –  fatta eccezione con un riuscitissimo brano dedicato ad un suo amico scomparso, è stato sempre interprete di brani creati da altri -, ma ha veramente messo tutto se stesso. Un coinvolgimento tale che lo ha portato ad intraprendere un percorso di riscoperta di tutto ciò che sono le sue e nostre radici umane e culturali, verso cui, per motivi non facilmente  spiegabili, non di rado si hanno sentimenti contrapposti. Un nuovo e più libero metro di giudizio che, lentamente e per la fatica che comporta, può condurre a liete scoperte: di un Passato non pienamente conosciuto ed esplorato, per migliorare il nostro Presente e vedere con più ottimismo il Futuro. Di tutti, nessuno escluso. Per Angelo lo strumento privilegiato è sicuramente la musica. A ciascuno trovare quello a lui più congeniale.

Sono grato ad Angelo per questo lavoro. Gli sono grato per aver ricordato suo padre Gavino in modo così delicato. Gli sono grato per poter vedere e rivedere i tanti volti che affollano la copertina del CD, in modo particolare quello del suo indimenticabile fratello Gianni.

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La Terra e la Memoria, di Angelo e di noi tuttiultima modifica: 2020-01-20T18:30:47+01:00da piero-murineddu
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