E’ ormai vitale pensare ad un’unica comunità mondiale

 

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di Giuseppe Murineddu

Durante la prima guerra mondiale, 100 anni fa, l’altopiano di Asiago fu lo scenario di un’ecatombe umana con migliaia di giovanissime vittime umane, ma anche migliaia di alberi abbattuti, bruciati.

Cento anni dopo, nel 2018, lo stesso altopiano è stato lo scenario di un’ecatombe naturale, causata dal maltempo, con circa 300.000 alberi abbattuti. In questa occasione sono state “risparmiate” le vite umane (almeno sull’altopiano).

In qualche modo la natura è stata più “gentile” nei confronti dell’uomo di quanto questo dimostra di esserlo in continuazione con la natura.

Visitando questi luoghi, passando in mezzo a centinaia di croci e in mezzo a centinaia di alberi abbattuti, viene quasi spontaneo mettersi a riflettere sul mondo globale.

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Anche se questi fatti specifici e questi scenari riguardano “casa nostra” non ci si può esimere dall’allargare lo sguardo al resto del pianeta.

Entrambi questi eventi non fanno altro che evidenziare il modo in cui tutti noi costituiamo un unico mondo, vittime umane e naturali causate da inutili guerre, vittime umane e naturali causate da uragani, inondazioni, carestie generate dall’evidente cambiamento climatico dovuto anche al comportamento irresponsabile degli esseri umani.

Ma allora che senso ha ragionare sempre e solo in un’ottica nazionale?

Che senso ha pensare solo al proprio orticello?

Che senso ha pensare sempre e solo agli interessi e al benessere dei nostri “vicini di casa”?

Peter Singer, filosofo australiano, indica che è ora di sentirci cittadini globali, cambiando l’idea di comunità. Chi vive in Thailandia è ora importante almeno quanto il tuo vicino di casa o il tuo connazionale.

Fino ad oggi, credere che non fosse così è stato per le nazioni ricche solo immorale: adesso è anche pericoloso.

Senza indugiare ulteriormente, occorre pensare “globalmente” e porre l’attenzione su alcuni aspetti che interessano la totalità delle persone presenti su questo pianeta.

È possibile pensare ad un’unica atmosfera?

Ad un’unica economia?

Un unico diritto?

Un’unica comunità?

Un mondo migliore?

 

14 luglio 2019

E’ ormai vitale pensare ad un’unica comunità mondialeultima modifica: 2019-07-15T21:17:42+02:00da piero-murineddu
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