di Piero Murineddu
Leggo su La Nuova che ieri, primo anniversario della sua morte, presso il Salone del Libro di Torino si è dato il giusto spazio al ricordo del buon Manlio Brigaglia. Doverosissimo! Anche perché lo studioso sardo coi libri ci ha convissuto una vita, leggendoli e scrivendoli. Ho detto sardo, e nello specifico tempiese, e non sassarese come dice erroneamente l’articolista. Eh no, quello che è giusto è giusto e a ciascuno il suo. Perché togliere a Tempio Pausania l’orgoglio di aver dato i natali ad un suo illustre figlio? E questo è il primo rilievo.
C’è poi l’altro che riguarda l’ancor giovinotto Flavio Soriga, scrittore di Uta, iniziatore di non so quale festival letterario estivo, qualche comparsata televisiva e penna dell’Unione Sarda ( buoni quelli!). Del suo intervento, nell’articolo viene riportata la seguente affermazione, letterale:
” Avendo frequentato per una decina d’anni l’ambiente intellettuale romano, posso affermare che non c’è nessuno della sua (di Brigaglia) levatura”
O santiddiobenedetto! Flaviooooooooo…..
Va bene che se non ci vantiamo noi, nessuno ci caga, ma non ti sembra di esagerare e di peccare un tantino di presunzione?
Capisco che c’è in giro questa mania di ritenersi i primi, gli unici, gli inimitabili ecc ecc un po’ in tutto, ma quando è troppo è troppo, dai…. Ma pensi che la pia animellona di Manlio stia godendo di questo tuo astruso “incoronamento” ? Ma sii più terreno, Flaviooooooo….. Certo, il Prof è stato grande con quel cervello che ha usato fino allo sfinimento, ma da qui a dire della sua maxima levatura e bla bla bla….
Che dici, Manlio? Correggimi se sbaglio. Sai bene che le tue osservazioni per me son sempre graditi….