Mirella e il venticinque aprile

di Piero Murineddu

Bisognava che quest’anno partecipassi alla manifestazione per festeggiare a Sassari il 25 aprile. Al solito, la forma fisica non era delle migliori, ma a questo mi ci sto ormai abituando. Il desiderio e anche il dovere morale mi ha dato la forza per esserci.

Oggi più che mai è diventata una necessità far memoria di eventi che ci hanno reso un Paese libero, e il 25 aprile, anniversario della liberazione dal regime nazifascista, è tra i principali. Una “liberazione” ancora in divenire, come ancora in costruzione continua ad essere la Democrazia ancora non pienamente compiuta in cui spesso ci dibattiamo, coi suoi mille e più imperfezioni, ma intanto gli eventi di quegli anni, insieme al sacrificio di tantissimi che hanno perso la vita, ci hanno permesso di liberarci da un regime dittatoriale.

E’ cosa tristissima che molti nostri giovani non conoscano e quindi diano scarsa importanza ad una giornata come quella di oggi. Di questo bisogna seriamente prenderne atto e necessariamente porvi rimedio. E’ inconcepibile che ai giorni nostri, nel caso si riuscisse a formare un Governo, molti che mostrano apertamente nostalgia per il ventennio fascista, possano sedere tra i banchi del Parlamento italiano. Se a questo si è arrivati, la causa bisogna cercarla nella diffusa ignoranza di quello che comportò affidare la guida dl Paese ad un dittatore, oppure, se lo si è fatto consciamente, è perchè probabilmente moltissimi nostri concittadini non sono per niente soddisfatti di come viene amministrata la Cosa Pubblica negli ultimi decenni, e vedono in un ritorno a quel Passato risposte appropriate a legittime aspettative, almeno dal loro punto di vista.

In ogni caso, la Storia non si può cambiare, e ogni tentativo in tal senso bisogna combatterlo con le armi della democrazia e della partecipazione.

Bellissima mattinata. Con mia moglie Giovanna abbiamo lentamente sorseggiato un buon caffè osservando i partecipanti predisporre le loro bandiere e gli striscioni e seguito i componenti della banda musicale prendere posizione. Il riconoscere tra la folla radunatasi un vecchio compagno di studi, Leonardo, che non vedevo da una vita, mi ha fatto particolare piacere. Insieme abbiamo percorso un buon tratto del corteo, parlando di allora ma anche dell’oggi. Anche l’incontrare l’eterno comunista caschilmondo Luigi, armato dell’immancabile macchina fotografica, è stato piacevole. Un vero clima di festa.

Giunti al palazzo comunale, nel cortile ci son stati gli interventi come da programma, particolarmente di tre giovanissimi studenti, e il “Fischia il vento” intonato al microfono ha coinvolto tutta la gente presente.

Una normalissima e pacifica manifestazione, se non fosse che Mirella, quasi ottantenne, e mia moglie, sedute vicino al muro, conversavano piacevolmente. Inevitabile ad un certo punto il mio coinvolgimento. La bellissima Mirella, coi suoi occhietti azzurri, mi ha fatto vedere la foto raffigurante lei giovanissima accanto a suo marito. E lì a parlare della sua esperienza d’insegnante in Germania, dei suoi anni giovanili durante la guerra, della ferma opposizione da parte della sua famiglia al fascismo e di come venivano tenuti sotto controllo dal regime, di quando la mamma, quando la piccola Mirella aveva fame, le diceva di mangiare il po’ di pane che c’era a disposizione insieme a molta saliva. e di tante altre cose che non sto qui a riportare.

Mirella stamattina era contenta di esserci. Magari non era molto attenta a quanto dicevano gli oratori, ma la sua presenza, insieme ad altre persone avanti negli anni, era la testimonianza vivente che l’essere riusciti a liberarsi da un sistema politico che condizionava e limitava il bene più prezioso che un essere umano possiede, cioè la libertà di esprimere ciò che è e ciò che pensa, è stato fondamentale per riappropriarsi della propria dignità. E’ necessario che le giovani generazioni ne siano a conoscenza, ha detto Mirella, come è assolutamente di vitale importanza che non si ritorni più indietro a quei tempi bui e di estrema violenza.

Al termine, piacevolissimo seppur fulmineo incontro con Daniele e sua moglie Antonella, con la loro piccolina che se la giocava allegramente. Coppia impegnata, ciascuno nel proprio campo, a rendere migliore questa società. Ed è proprio di questo che abbiamo bisogno, oggi più che mai: di gente che si dia da fare per cercare di porre rimedio, nel possibile, a questa convivenza intrisa di violenza e sempre più in decadenza. Pace si, ma nella Giustizia, e la Giustizia la si ottiene col contributo di tutti, in qualsiasi ambito si trovi ad operare.

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Mirella e il venticinque aprileultima modifica: 2018-04-25T18:12:43+02:00da piero-murineddu
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