Segni di speranza

di Piero Murineddu

Nell’imboccare la stradetta di Tres Montes, nella strada per Castelsardo, qualche tempo fa avevo già visto qualcosa che stava cambiando: non più un vasto appezzamento di terreno incolto divenuto nel tempo discarica della diffusa maleducazione, ma terra mossa in profondità, e non sicuramente da una semplice motozappetta. Per il troppo tempo lasciato a se stesso, quel terreno richiedeva un profondo scasso da parte di un idoneo trattore.

In inverno, una capatina nella propria campagna bisogna pur farcela ogni tanto, se non altro per vedere se qualche simpatico ladruncolo ha messo di nuovo piede dentro la casetta per scoprire desolatamente di non poterci ricavare alcunchè. Si, la finestra e la porta scassinate, ma di bottino vero e proprio che ci vuoi trovare? Sfoghi la delusione mettendo a soqquadro il più possibile. Embè? E che soddisfazione ne trai? Comunque, se decidi di ritentarci, abbi l’accortezza di chiudere almeno la porta, altrimenti mi entrano i topi dentro. E quelli chi li butta fuori più?

Piacevolissima sorpresa stamattina quando, volendo fare ciò appena descritto, passandoci davanti vedi che quel terreno una volta incolto è diventato ora un bellissimo oliveto di recentissima piantumazione. Credetemi, ho provato una grande gioia nel constatare che ancora c’è qualcuno a cui interessa che la campagna abbia le giuste attenzioni e che venga usata per lo scopo principale che ha: dare frutto.

E’ stato per me spontaneo e persino doveroso fermarmi e congratularmi con Paolo che anche oggi, festivo e a quell’ora anche freddino, era impegnato a fare qualcosetta per accelerare la rinascita di quella campagna proprio lì, in un punto così in vista. Una vita a fare il capostazione a Sorso l’accudiddu Paolo. Ora, con qualche annetto più di me, così entusiasta di dare una mano al figlio che si è voluto buttare in quest’avventura agricola, nel vederlo così attivo, sembra che i normali acciacchi che alla nostra età iniziano a farsi sentire, abbiano quasi soggezione ad infastidirlo.

Certo che al rifare le buche per i paletti della recinzione, e a non poter usare quei due metri di terreno, per disposizione imposta dalla direzione dell’Anas, ci avrebbe rinunciato volentieri, ma questo mio quasi coetaneo, col suo pizzetto ben curato e la sua forza di volontà, non mi sembra tipo che si perde d’animo. “Grazie, Paolo: state contribuendo a rendere migliore il mondo”.

Mentre mi allontano, vedo un albero di mandorlo tutto bello fiorito. La Primavera si è incamminata.

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Segni di speranzaultima modifica: 2018-02-18T11:56:13+01:00da piero-murineddu
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