LA PASSIONE MUSICALE DI STEFANO, ZIRILLI DI COGNOME,SICILIANO ED EX POLIZIOTTO

 

di Piero Petro Murineddu

Stefano, messinese di nascita, è una vita che risiede a Sennori, almeno da quando ha conosciuto la graziosa signorinella che allora aveva appena 17 anni, Maria Macciocu. Parenti musicisti di alto livello e nel giovanottello siciliano qualche scintilla di quest’arte non poteva non attecchire. Inizialmente l’immancabile armonica a bocca, per poi passare alla tastiera elettronica. E vai a vedere che oggi, a 82 anni compiuti a marzo, quello che sicuramente è stato un aitante servitore dello Stato gli salta in testa di comprarsene una nuova di zecca! E va bè, di medio valore, ma con tanti di quei pulsantini da perderci la testa.

Drinnnnnnn………..

“Piè, mi son comprato una “pianola” nuova ma ha talmente tanti tasti e tastini che ci capisco ben poco. Non è che ci fai un salto e mi aiuti a capirne il funzionamento?”

E finalmente, dopo mesi, il salto riesco a farcelo.

“Buongiorno, Stè. E cosa pensava, che me ne fossi dimenticato?”

“Oh, eccoti qui finalmente…. ma, posso darti del tu?”

“Eccome. Anzi, facciamo così. Ti dò del tu anch’io e così siamo pari…”

“Ahahahahahahahh….troppo bene va..”

Stefano, ancora ventenne, aveva intrapreso l’attività di poliziotto, e fatto un corso di motociclista, si era ritrovato a Sassari, in verità senza che lui lo volesse, ma schizzinosi, a quelli come ai nostri tempi, non è che si poteva e si possa essere, specialmente quando ti ritrovi a dover indossare una qualsiasi divisa per vivere. Quattro anni persino come poliziotto portuale a Porto Torres. Intanto l’amore per Maria era sfociato nel matrimonio, dal quale son venuti fuori due figlie e uno maschio, Gianni, collega e amico mio. Ad un certo punto, essendo troppo forte la nostalgia, chiede il trasferimento nella sua isola, cosa che riesce ad ottenere, non ho capIto bene se con l’intercessione di qualcuno che contava. Ah, l’Italia! Certe abitudini è impossibile che cambino. La mentalità è talmente radicata nel profondo, che tentare di strapparne la mala pianta è ormai praticamente impossibile.

Non passa molto, sopraggiunto l’inevitabile disagio per la lontananza dalla famiglia rimasta a Sennori, che il poliziotto Stefano si ritrova davanti ad un colonnello per richiedere di tornare in Sardegna. Detto e praticamente già fatto. L’alto graduato prende la cornetta e chiama tal Caruso a Roma, funzionario di non si sa bene quale Ministero. Qualche qiorno dopo il giovane Stefano si ritrova abbracciato alla giovane moglie Maria, sorella di un altro Macciocu che a Sennori ha fatto il vigile urbano fino a non molti anni fa.

Dopo diversi anni a cavalcioni della moto d’ordinanza e una rovinosa caduta, Stefano continua e conclude il suo servizio nella Questura e nella Prefettura sassarese. A quarantott’anni si ritrova pensionato e via a dedicarsi alla campagna, attività che lo impegna tuttora, almeno quando gli acciacchi dell’età glielo consentono. In alternativa, con la stampella ben appoggiata all’angolo pront’all’occorrenza, il vecchio Stefano se la suonicchia con la pianola. Il risultato è quello che è, ma lui è contento….almeno fino ad oggi.

Guarda, Piè, io vorrei separare il volume dell’accompagnamento da quello del solista, ma non ho capito come fare…”

“Spostati Ste’ e fammi vedere…”

Per istinto, mi parte di fare una musichetta così, improvvisata. Un valzerino, di quelli che piacciono tanto al vecchio Stefano.

“Iiiihhhhh….caspita! Ma tu sai suonare veramente!! Ma musica hai studiato?”

“No, nessuna musica. Suono così, a orecchio, come si dice. Ma lascia stare i complimenti, perchè se senti uno che sa suonare avvèru avvèru…..”

“Ma no, tu sei molto bravo! Ma la musica leggi?”

Torra.

Ma no Stè, te l’ho detto…. suonicchio così, alla buona. La musica magari avessi avuta la possibilità di studiarla! Ma sai com’è…man mano che si va avanti nell’età si hanno rimpianti per tante cose che potevano andare diversamente…”

“No, no…tu sei bravo, molto bravo……”

La cosa poteva andar avanti così all’infinito, se la cordiale Maria non fosse intervenuta:
“E cosa posso offrirle? Un caffè a glielo preparo….”

“Ma no, Marì. Lascia stare, poi è quasi ora di pranzo…”

“Marì, ma lo sai che Piero è bravo veramente suonando la pianola….”.

A vi semmu dorra!!

“Ascolta, Ste’, faccio così. Appena posso ti porto un manuale semplice per imparare gli accordi e vedrai che in poco tempo saprai suonarti delle belle musichette che piacciono a te….”Romagna mia”,”Quel mazzolin di fiori”, “Vecchio scarpone”, “Attaccàti come l’edera” o gumenti maradizioni si giamaba….”

“No, per me è impossibile imparare a suonare come fai tu…”

“Steeeeeeeee’….ma mi ascolti o non mi ascolti !? Fidati di quello che ti sto dicendo. Abarai a vidè che belle musiche che saprai suonare…”

” Ma dici seriamente?”

“Guarda, l’importante è avere fiducia in se stessi. Tutti siamo arrivati a livelli diversi. Se uno vuole andare avanti, deve volerlo e qualche risultato prima o poi lo vedrà. Adesso vado che in macchina c’è Ciuffo che aspetta”

“Grazie. Adesso lo sai quando vieni. Entra nel cancelletto e bussa alla porta. Il campanello l’abbiamo staccato perchè i ragazzini ci suonavano anche di notte…”.

Eiè….

 

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LA PASSIONE MUSICALE DI STEFANO, ZIRILLI DI COGNOME,SICILIANO ED EX POLIZIOTTOultima modifica: 2017-09-03T16:04:39+02:00da piero-murineddu
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Commento (1)

  1. Placido Sottile

    Salve Murineddu,
    una bella storia quella da lei descritta.
    Un caro saluto a mio zio Stefano con tanti complimenti per la grinta dimostrata.
    Cordialità.

    Rispondi

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