Pierluigi e l’Accoglienza come incontro con persone “altre”

Dal febbraio 1989 siamo in cammino con persone immigrate, profughe, rifugiate politiche che, vivendo con noi, ci fanno sentire insieme alle Tribù della Terra e ci stimolano continuamente ad aprirci al mondo, a riflettere, a proporre incontri, ad allargare e a rafforzare la rete della conoscenza, della reciprocità, delle collaborazioni


di Piero Murineddu

Zugliàno  è una frazione di 1200 abitanti, vicino a Cuneo,  conosciuto per la presenza del Centro di Accoglienza “Ernesto Balducci”  che ospita rifugiati politici immigrati e persone in difficoltà. Parroco, fondatore e animatore del Centro è Pierluigi Di Piazza, prete sessantottenne  impegnato da sempre nella diffusione della cultura della pace, della non violenza e della solidarietà.

 

pierluigi

 

Se si va a vedere il sito,

http://www.centrobalducci.org/easyne2/LYT.aspx?IDLYT=1444&ST=SQL&SQL=ID_Documento=544&CODE=BALD

ci si accorge subito che in questo Centro vi si svolgono molte iniziative e dibattiti,    continuamente onorati dalla presenza di personalità di rilievo che presentano le loro riflessioni ad un pubblico sempre numeroso e partecipe.Ogni anno si organizza un convegno internazionale al quale partecipano testimoni, studiosi e intellettuali provenienti da tutto il mondo. Come detto, oltre  che creare cultura, fin dalla sua nascita il Centro offre ospitalità concreta ad una cinquantina d’immigrati. Ecco quanto a proposito vi si legge nel sito:

“L’ospitalità non va intesa solo in modo materiale, cioè come risposta immediata, pure importante, alle esigenze primarie della casa e della ricerca del lavoro, bensì come incontro con persone ‘altre’, diverse, per favorire e sostenere il loro orientamento. Sentiamo necessarie la ripresa continua dell’ispirazione evangelica e dell’apertura universale; l’alimentazione di una spiritualità dell’accoglienza, cioè di quella dimensione profonda, che si colloca alle radici dell’essere, che precede, sostiene, accompagna, verifica ogni necessaria organizzazione“.

“Spiritualità dell’accoglienza”, anche questa bisognosa di essere alimentata, e forse ancor più di altre spiritualità. Non ci vuole molto ad ammettere che l’accogliere l’altro non è affatto cosa semplice e naturale ma spesso la fatica è compensata dall’arricchimento. Questo normalmente, nei quotidiani incontri occasionali o nei confronti di persone con le quali ci sitroviamo a condividere attività lavorative o di altra natura. Va da sè che il farlo con individui con diversa sensibilità e provenienti da luoghi con storie e culture che il più delle volte non si conoscono, è necessario mettere in moto una serie di elementi che non sempre possediamo naturalmente. Condizione base rimane il non averne paura e la convinzione, almeno da parte chi non è intrappolato dal pregiudizio e dall’atteggiamento di respingimento, che l’altro è sempre portatore di ricchezze inaspettate.

Come riportato nel breve testo iniziale, presente nella pagina principale del sito indicato, il camminare insieme è uno stimolo continuo, e questo cammino può esser fatto anche tra persone che  la pensano diversamente, ma che pongono il rispetto alla base. spesso enunciato ma difficilmente attuato. Una delle sere scorse ho seguito una conferenza che Massimo Cacciari ha tenuto al Centro “E.Balducci” sulla figura di San Francesco, rapportato al Francesco attualmente Papa. Nella sua introduzione, Pierluigi Di Piazza evidenziava quanto segue:

“Il tentativo di papa Francesco è liberare la Chiesa del Potere nelle sue diverse espressioni: riguardo al dogmatismo; al potere centralizzato della Curia e della monarchia del papato; al potere economico e a quello liturgico. Perchè c’è anche una liturgia di potere, quando non celebra la vita ma diventa una solennità sacralizzata per separarla dalla vita. Una  liturgia è vera quando esprime i drammi e le speranze di chi vi partecipa. Una Chiesa povera e dei poveri, delle periferie esistenziali, dalle porte aperte; la Chiesa della misericordia e della tenerezza, del dialogo non solo dichiarato e auspicato, ma praticato”

A ben vedere, tutti punti che riporterebbero il Messaggio evangelico alla sua essenza. Lo scorso 4 ottobre, insieme alla morte (rinascita a vita nuova) di San Francesco, si ricorda anche quella di Carlo Carretto, una figura per me molto significativa che coi suoi scritti ha contribuito a farmi diventare ciò che oggi sono.  Racconta padre Alberto Maggi che un giorno,  in treno verso Assisi, Carlo gli disse:“Vedi Alberto, è venuto il momento in cui o si denuncia questa Chiesa o si diventa suoi complici...”. Un’affermazione da applicare a tutti gli ambiti. specialmente quando si vede calpestare la dignità umana dei più deboli non riconoscendone i diritti o si usa violenza nei confronti della Natura e del Bene Comune. A maggior ragione quando si vede tradito un ideale che da significato  e sul quale tanti hanno basato  la propria esistenza.

 

Pierluigi e l’Accoglienza come incontro con persone “altre”ultima modifica: 2015-10-06T05:34:49+02:00da piero-murineddu
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