di Piero Murineddu
“La vera ragione di stendere questo testamento spirituale nasce dal fatto di sentire nella grande comunità- chiesa, amore e rifiuto, stima e riserva”. E’ un passaggio molto importante di ciò che, più avanti, di se stesso dice Arturo Paoli, il Piccolo Fratello deceduto lo scorso aprile sulla soglia dei 103 anni. Il suo nome è da annoverare tra i tanti che, appartenendo alla Chiesa Cattolica, sentono spesso difficoltà a condividere certe posizioni e indicazioni dottrinali, oltre che sentire forte la sofferenza di non vedere la loro comunità realmente impegnata in quella “scelta preferenziale per i poveri”, enunciata più facilmente nelle parole che vissuta nella prassi quotidiana. Lo stare sempre e comunque dalla parte dei poveri comporta necessariamente non accettare nessun compromesso col potere, qualsiasi esso sia. Anzi, per essere veramente credibili, bisogna farsi poveri, che non vuol assolutamente essere nella miseria, ma voler vivere dell’essenziale. Arturo ha sempre rifiutato di andare a braccetto col potere, e nel contempo, ne ha sempre condannato e denunciato qualsiasi abuso, ai danni sopratutto della povera gente. Tale atteggiamento rispecchia del resto la vita degli stessi Piccoli Fratelli, una congregazione religiosa che porta avanti uno stile di vita semplice e, come detto, essenziale, oltre che di condivisione con la gente dei luoghi dove sorgono le loro minuscole fraternità. A ragione e a pieno titolo si può dire che essi la “scelta preferenziale per i poveri” la fanno veramente. essendo e volendo essere loro stessi poveri. E’ proprio per questo che la loro “predicazione”, fatta più che altro con l’esempio nell’ordinarietà della vita, è credibile. “Amore e rifiuto, stima e riserva”, leggerete tra poco nel testamento di Arturo. Coloro che s’impegnano a fare le proprie scelte quotidiane alla luce del Vangelo, che comporta anche avere una consapevolezza civica e lottare in modo nonviolento ma deciso contro le ingiustizie, inevitabilmente viene guardato con sospetto e diffidenza, forse perchè in fondo viene invidiato loro il coraggio e il non voler mettere la coscienza in secondo piano. Il Potere, quello ingordo e opprimente, purtroppo si nutre anche della complicità (spesso inconsapevole) e della passività di molti “buoni cristiani”, intenti a rispondere ai loro bisogni (spesso “doveri”) spirituali, e lasciando le faccende terrene ai tanti lupi famelici che liberamente circolano ben incravattati, imponendo le loro morali di comodo e interessate. Arturo, col sorriso permanentemente sulle labbra dovuto al suo cuore semplice, ci ha insegnato questo e tanto altro ancora.
Il mio testamento spirituale
Nella domenica della Santissima Trinità 22 giugno 2011 dopo aver celebrata la messa nella chiesa di san Martino in Vignale ed aver predicato l’omelia seguito devotamente da una folta comunità, testimone della mia normale facoltà mentale, comincio a stendere il mio testamento spirituale.
Comincio con l’esprimere la mia gratitudine all’arcivescovo mons. Italo Castellani che mi ha accolto e concesso ospitalità nella splendida residenza di san Martino, il cui parroco, don Lucio Malanca ha atteso ai miei bisogni come un fratello amoroso.
Ringrazio il Padre celeste del dono delle amicizie che hanno reso ovunque lieta la mia esistenza e consolato negli inevitabili contrasti.
Ricordo prima degli altri i fratelli della mia famiglia religiosa (beato Charles de Foucauld).
Ho spesso ricordato le lacerazioni del cuore, le giornate di distacchi, quelle che il beato Carlo chiama l’éloignement (la lontananza).
Parecchi giovani mi sono vicini in questa tappa della mia esistenza fra cui il mio compagno di contubernia (convivenza) Tommaso Centoni che ricordo qui con particolare gratitudine.
La vera ragione di stendere questo testamento spirituale nasce dal fatto di sentire nella grande comunità-chiesa amore e rifiuto, stima e riserva. E ho pensato che questo avesse dei motivi giusti ed inevitabili.
Se mi si chiedesse a quale Chiesa appartengo, quella cui aderisco direi, senza esitazioni, è quella del Concilio Vaticano II, è quella della Lumen Gentium, della Gaudium et Spes e confesso, senza tortuose ipocrisie, che penso che i due pontefici succeduti a Paolo VI sono incorsi nel rimprovero-lamento espresso da Gesù in Mt 16 e in Lc 12, sui segni dei tempi.
Credo fermamente che Gesù sia misericordioso non solo perché lancia un salvagente all’anima che sta per naufragare nella condanna eterna ma anche e soprattutto per la sua decisione, suggerita dal suo amore infinito di fare di ogni creatura umana, direttamente o anche a sua insaputa, un partecipe al suo progetto di “amorizzare” il mondo.
Abbiamo motivo di credere che una lagrimetta finale ci salverà dall’inferno. Ma i veri cristiani sono quelli che fanno quanto possono per portare frutto “Io sono la vite e voi i tralci”. Questo e solo questo è il nostro Salvatore.
Chiedo a tutti, parenti e amici che ho teneramente amato sulla terra, di pregare il Salvatore che mi accolga fra gli eletti. Ma vorrei dire a tutti coloro che mi ricordano che non dimentichino mai che il nostro luogo di nascita si professa cristiano-cattolico ma presentemente noi facciamo parte di un sistema politico il più antievangelico immaginabile.
Penso spesso a una bella preghiera al Padre «Tu apri la tua mano e riempi ogni essere di ogni bene».
Oggi per essere veri cristiani dovremmo pregare:
«Non guardare Signore
mentre riempio di pane il cassonetto dei rifiuti»
Mentre i nostri fratelli ci chiedono ospitalità noi preghiamo
«Liberaci dai nemici che vengono a turbare la nostra pace».
Forse il solo vantaggio di vivere in questa terra opulenta sarà quello di essere convinti di essere incapaci: “sono un servitore inutile”.
Nel caso cadessi ammalato, come preludio della mia morte, chi è vicino mi suggerisca questo ritornello “sono un servitore inutile”. Sul problema del mio cadavere non ho nessuna disposizione da dare. Mi attira il cimiterino di san Martino in Vignale ma lasciatelo decidere a chi se ne occupa.
Lucca S. Martino in Vignale 22 giugno 2011
Fratello Arturo Paoli
Aggiunta del 31 dicembre 2011
Oggi martedi 13 dicembre 2011 festa di santa Lucia nel pieno delle facoltà mentali unisco al mio testamento la seguente disposizione.
Nell’evento della mia morte dispongo la mia ultima volontà che la mia salma venga interrata nel piccolo cimitero adiacente alla chiesa di san Martino in Vignale (alla sua destra verso levante) con una semplice targa.
Sac. Arturo Paoli
Piccolo fratello del Vangelo
Nato 30 . 11 . 1912
Morto 13 . 07 . 2015
Exultabunt in Christo ossa humiliata
Arturo Paoli