Michel, molto superiore del suo fisico

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di Piero murineddu

Michel ( 28 dicembre 1962 – 6 gennaio 1999) é una delle tante prove che, per esprimere la propria grandezza, l’ aspetto fisico é del tutto secondario. E allora ripercorriamo la breve esistenza di questo genio contemporaneo della musica.

Da piccolo rimase fulminato da un brano di musica jazz che ascoltò alla radio. Insistette perché i genitori gli regalassero un pianoforte. Lo strumento arrivó si, ma era un giocattolo. D’altronde aveva appena quattro anni. Lui, coi risparmietti che aveva messo da parte, si comprò un martello col quale fece a pezzi l’innocente regalino. Voleva un pianoforte vero e proprio.

Papà e mammà capirono che il frugoletto faceva sul serio e lo accontentarono, anche se lo strumento nuovo nuovo non era, visto che le possibilità economiche della famiglia erano alquanto limitate.

Papá Tony costruì un marchingegno che permettesse al volitivo Michel di usare i pedali.

Da allora per il bambino ebbe inizio l’avventura musicale. Il babbo, figlio di un chitarrista napoletano emigrato in Francia e chitarrista a sua volta, diede le prime lezioni di jazz al figlioletto che, insieme al forte carattere, dimostrò da subito di avere alte capacità d’apprendimento, e non solo sull’uso delle note musicali.

Non impiegò molto a tenere il ritmo suonando la batteria. Il suo destino però era legato al pianoforte.

Intraprese lo studio dei grandi della musica classica, ma il genere che lo affascinava maggiormente era quello del padre. Difatti la sua non lunghissima vita la dedicò completamente a creare ed eseguire dai palchi di tutto il mondo unicamente jazz.

Il contatto col pubblico avvenne ad appena tredici anni e a quindici iniziò la carriera vera e propria, allorché ebbe occasione di suonare col batterista di fama Kenny Clarke. Costui si ritrovò improvvisamente senza il tastierista e ne cercò urgentemente un altro per sostituirlo. Quando si presentò Michel si mise a ridere vedendo che
l’altezza arrivava a malapena alla sua cintura. Quando lo sentì suonare lo abbracciò con tale forza che quasi frantumava le sue ossa estremamente fragili.

Michel fu colpito alla nascita dall’osteogenesi imperfetta, malattia genetica nota come “sindrome delle ossa di cristallo”, che non gli permise nei suoi 37 anni di vita di superare l’altezza di 102 cm e che in seguito gli avrebbe provocato fratture e dolori continui.

Da piccolo tale disagio gli permise di concentrarsi totalmente sulla musica. La deformazione del fisico non gli impedì di avere diverse relazioni sentimentali. Da una di queste nacquero due figli, uno dei quali, Alexandre, con la stessa patologia e attualmente creatore ed esecutore di musica elettronica. L’altro figlio, Rachid Roperch, l’ebbe con un’altra donna.

Una famiglia di musicisti quella dei Petrucciani, con la i finale accentata se si pronuncia alla francese. I fratelli di Michel, Louis e Philippe, sono jazzisti pure loro, e spesso i tre figli hanno fatto esibizioni pubbliche insieme a babbo Tony. Per constatarne la bravura, basta cercare i vari video su youtube.

Grande forza interiore Michel che gli faceva superare i tanti ostacoli procurati dalla sua disabilità. Ciononostante della malattia, pur essendo estremamente invalidente, non se ne fece mai particolare problema. Nelle sue interviste ha sempre detto che tutti siamo diversi e non esiste nessuno che non abbia dei limiti, anche se non immediatamente riconoscibili all’occhio.

Come non dargli ragione?

Il capodanno del 1999 volle per forza fare una passeggiata in una New York, dove viveva, innevata e gelida. Sei giorni dopo morì a causa di una polmonite.

Michel ha suonato con diverse formazioni, ma la libertà maggiore la raggiungeva quando si esibiva con un particolare “trio”: lui, il pianoforte e il pubblico.

Erano quelle le occasioni in cui si sentiva, per la sua immensa capacitá d’improvvisare, un uccello libero di raggiungere luoghi e altezze inimmaginabili per ciascuno di noi, il più delle volte efficientissimi nel corpo ma estremamente limitati nel resto.

In attesa di vedere il film di qualche anno fa che ne ripercorre la carriera, “Michel Petrucciani – body & soul”, mi ascolto questa sua fantastica interpretazione di Baciami molto…

 

Michel, molto superiore del suo fisicoultima modifica: 2020-12-28T06:12:16+01:00da piero-murineddu
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