Tocca&Fuggi, in Re minore egregiamente schitarrato

di Piero Murineddu

Giuanninu Sebastiano praticamente era lu cagganidu di casa, ultimo arrivato dopo gli altri sei figli che Elisabetta ed Ambrogio misero al mondo. Nonno Cristoforo, quando seppe che la nuora era di nuovo gravida, dalla contentezza pretese un triplo stipendio dal comune di Eisenach, città tedesca di cui era direttore artistico, e non ha dovuto minimamente insistere perché i consiglieri e l’intera giunta non volevano rischiare di perdere un musicista di tale valore.

A ci pensate, un professionista assunto appositamente perché organizzasse tutti gli eventi legati alla musica di una collettività d’umani, persino nelle chiese? Maradizioni che intelligente la Tedeschia germanica!

Anche Giuanninu Sebastiano ha ricoperto in seguito questa importante carica per oltre vent’anni a Lipsia, da dove spiccò il salto verso l’Aldilà dopo ben sessantacinque anni musicati alla grande.

Certo che in quei tempi lì, 1600/1700, i Bach – da prununciare Bax, con la ichisi, e non con la kappa come solitamente noi asinoni italici facciamo – i Bax, dicevo, erano una garanzia per quanto riguarda la creazione e l’esecuzione di quest’immensa Cosa qual’è la musica, questa strana magia che ti fa deprimere ulteriormente quando sei giu di tono e gioire ed euforicarti quando ti sembra di toccare il cielo col trillice del piede sinistro. Eja,Sinistro.Certo che si! Ne ho le ballocce strapiene di ogni riferimento a qualsiasi destrosità!

Fu lo stesso Giuanninu Sebastiano a ricostruire l’albero genealogico della famiglia, facendola risalire al mugnaio Veit Bach, manco a dirlo appassionato di cetra e che col proprio semino diede avvio a ben sette generazioni di musicisti che cenefossero.

Giuanninu Sebastiano venne su a forza di kartoffeln, musica e schiaffottoni presi dai fratelli maggiori, quelli che approfittano sempre dei più piccoli di casa, ma che in compenso prendevano parecchi calci da babbo Cristoforo quando alla sera rientrava rintronato dalle note stonatelle prodotte dalla pedaliera dell’organo suonato da Jürgen, quel carino giovanotello umbè zuccone di quellachiesalà che non c’era verso di far fuori perchè nelle “grazie” del vecchio parroco.

A proposito d’incozzi, di moda in ogni epoca, anche Giuanninu Sebastiano, nei primissimi del 1700, fu vittima di questo tipo d’ingiustizia. Pur avendo superato l’audizione per fare l’organista nonsodove, il principe di Sassonia fece il diavolo a otto perché il posto vacante fosse affidato ad un suo protetto, del tutto ignaro, il principotto sassone, di perdersi l’opportunità di avere alle sue dipendenze nientepopodimenoche l’immortale Johann Sebastian Bach, la cui fama è arrivata sino a noi. Poveri principi, quanto sono imbecilli e stupidoni !

Sapete cosa penso io? Precisamente che Johann Giuanninu, con l’apertura mentale che aveva, sicuramente avrebbe apprezzato che la sua Tocca&Fuggi, meglio conosciuta come Toccata e Fuga in Re minore, FINALMENTE non fosse suonata solo all’organo, fornito di cinque tastiere+pedaliera, dai soliti e noiosi musicisti in smoking, brillantinati e irritatamente sussiegati che di tanto in tanto fanno due palle così ad un pubblico serale anch’esso tutto ben educato et ordinato, composto in prevalenza da coppie che finalmente il marito si è deciso a portare fuori dalle quattro mura casalinghe la moglie.

Sono certissimo che Johann Giuanninu , stante ancora in vita, dopo l’esecuzione di Pablo Salinas e i suoi amici tutt’altro che semplici rochettari, si sarebbe sinceramente congratulato con ciascuno degli ottimissimi chitarristi che coi loro strumenti distorti hanno dato un valore aggiunto al suo Tocca&Fuggi in egregissimo Re minore.

 

Tocca&Fuggi, in Re minore egregiamente schitarratoultima modifica: 2019-10-01T19:06:26+02:00da piero-murineddu
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