ProtPuzzone e la sua tristissima e nefasta storiella


di Piero Murineddu

Per combattere un’ abominevoleéadirpoco idea e colui o coloro che la portano avanti, oltre farlo direttamente con fondate argomentazioni e a volte, purtroppo spesso come succede nei social, lasciandosi andare al manifestare apertamente la rabbia per le nefastissime conseguenze che quest’idea produce nella pratica della vita collettiva (dove le principali vittime sono le persone più indifese!), lo si puó fare, e secondo me molto efficacemente, usando l’ arma dell’ ironia, capacitá in possesso dei cervelli più fini e che certe anime pie stranamente considerano atteggiamento poco “caritatevole” e rispettoso. Io, che anima pia, e spesso ipocrita,  non mi ritrovo, in certi casi, e questo riguardante il personaggio in questione lo é, lo trovo al contrario l’ unico modo, dal momento che l’ impossibilità di dialettica é un dato oggettivo.

Autore/autrice di quanto segue é appunto una persona dotata di particolare capacitá analitica, che preferibilmente si serve della poesia per esprimere le reazioni al mondo che la circonda, ma che altre volte non disdegna, appunto, di farlo in quest’ altro modo, che oltre far sbellicare dalle risate, provoca la necessaria riflessione.

I due scritti risalgono a due anni fa, nell’ancora spensierata estate in cui mai avremmo immaginato il tempo che di lì a poco sarebbe arrivato a stravolgere la vita di tutti, e che ancora ancora e poi ancora avrebbe dato occasione al signor ProtPuzzone di manifestare la pericolosa pochezza del suo cervello.

Sarebbe molto interessante leggere quanto il misterioso Mario Lovarace scriverebbe sul comportamento avuto dall’ innominabile tipotto in questi lunghi pandemici mesi, ma questo eventualmente sará una decisione dell’autore/autrice, come sua era stata la scelta di firmarsi con un pseudonimo, e non sarò certamente io a svelarne il vero nome e cognome

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di  Mario Loverace

Oggi si fa un gran parlare di ProtPuzzone. Per esaltarlo o per demonizzarlo. Ma chi è veramente ProtPuzzone? Vediamo di sfatare alcuni luoghi comuni.

ProtPuzzone è un odiatore?

No, lui non odia. Lui ama. Ma ama come amano i poveri di spirito (e di cervello): in modo esclusivo e semplicistico.

Lui ama il “popolo italiano”.

E per questo vorrebbe:
proteggerlo, rinchiudendolo in un recinto a doppia mandata, in modo che nessuno possa fargli la bua.

Chi non è “popolo italiano” è un cattivaccio che se ti offre le caramelle gli devi dire di no perché ti porta su una brutta strada!

Farlo mangiare di gusto.

Grandi paninazzi con mortadella e pecorino, con salsicce arrostite cotte alla brace e pomodori nostrani, fiaschi di vino e boccali di birra bevuti a garganella, spaghettate enormi sotto il sole o al chiar di luna, con vongole oppure alla carbonara con un chilo di pancetta, braciole giganti di maiale con contorno di patate fritte!

Farlo sentire libero.

Anzitutto dandogli piena libertà di rutto e di scorreggia. Anche in pubblico. Le puzze fanno parte del paesaggio.

Farlo godere.

E qui ci vanno delle distinzioni.

Ai maschi dargli tutte le femmine che vogliono, giovani e scarmigliate, con le tettone grosse e i culi inalberati.

Alle femmine: come al solito divise in due o tre categorie.

Quelle “per bene”:

devono godere stando ai fornelli e aspettandosi l’urto erotico del marito ciucco, che se poi ci vola qualche cazzotto, fa parte della “italica vis”.

Quelle bonazze, a disposizione di tutti! E che siano intercambiabili.

Dargli sani valori.

Anzitutto, quello della famiglia. Fare tanti figli, possibilmente, con femmine diverse e lasciarli tutti alla cura delle madri. Ogni tanto, portarli a turno a fare un giro in moto d’ acqua con i mezzi della polizia.

Poi quello della santa religione. Cattolica, romana. Con crocifissi appesi al collo e rosari sventolanti ai quattro venti. Dopo quattro ben assestate bestemmie (fa tanto nazional popolare!) farsi contriti segni di croce. Poi, andare a puttane, possibilmente quelle dell’est, perché le nigeriane sono da scaricatori di porto e attaccano malattie. Domani ci sarà pure un qualche don che gli darà l’assoluzione con una pacca sulle spalle! In cambio, gli prometterà di sollevare la stanga della lettiga che porta la statua del santo patrono, quando ci sarà la processione!

Farlo arricchire.

Anzitutto, diminuendogli le tasse. Possibilmente, togliendole del tutto, ma questo è possibile solo per i più ricchi, i quali parte non le pagheranno e parte evaderanno Per gli altri, che si arrangino come possono. Esempio, mettendosi al servizio di qualche capobastone e vendendogli i suoi servigi. Se poi si viene incastrati, dire sempre di no oppure cambiare discorso dicendo per esempio: pensate a quelli che rubano i bambini o li tolgono alle famiglie! O sono zingari o sono del PD!
Quindi, è chiaro che ProtPuzzone ama il popolo italiano!

ProtPuzzone non sopporta i meridionali? No, non l’avete capita bene! Quella era la vecchia Sega, quella del bossolo, che aveva come base una ideologia.

Ma ProtPuzzone non è un uomo da ideologie! Lui è per il “pensiero semplice”, non ama la complessità. Gli fa fumare il cervello. Per lui basta un post su fb o un twitt e il gioco è fatto!

No, quello che lui ama sono i soldoni! E che siano euro o che siano rubli non ha importanza. Purché abbiano corso legale. l’unica cosa di legale che gli interessa!

Quindi: le regioni del nord si vogliono tenere tutti i loro soldi? Più che giusto! A quelli del sud diamo quello che avanza ma non gli chiediamo nessun rendiconto.

Autonomia, autonomia! Non si arricchiranno tutti, ma le mafie magari sì. Lasciamogli mano libera! Purché tutti, da nord, da centro o da sud, paghino le dovute tangenti a chi di dovere!

ProtPuzzone odia gli extracomunitari? Macché! L’odio è un sentimento di un certo spessore e ProtPuzzone non è in grado di provarlo. Ha di base un analfabetismo affettivo.

No, lui è semplicemente indifferente. La gente muore di fame, la gente annega? E chi se ne frega! Affari loro! Lui muove un braccio in senso di noncuranza e va a farsi un selfie con la bellona di turno.

E poi, gli extracomunitari, diciamocela tutta, sono un impiccio. Mica si accontentano di lavorare per 16 ore al giorno a 2 euro l’ora! Eh, no: pretendono di mangiare, dormire, bisogna dargli un alloggio, pesano sul sistema sanitario nazionale, bisogna insegnargli la lingua e magari dare anche assistenza legale…Eh, via! Troppi impicci! Soldi spesi male e potrebbero servire per gli italiani! Diamogli un’elemosina e stiano a casa loro!

Le migrazioni sono un grosso problema politico? se lo riveda l’Europa. Ma noi siamo in Europa? E lui è il tale che dovrebbe muoversi? Toccherebbe a lui andare alle riunioni? Eh, no, che palle! Dai, ci ha molto di meglio da fare, per esempio andare in TV dalla Barbara D’Urso!

A meno che gli stranieri non portino soldi…allora è un altro discorso! Possono essere anche ex comunisti, li abbraccerebbe tutti!

ProtPuzzone è un fascista? Lui non si definirebbe così. E poi, siamo onesti, ci sono molte differenze tra lui e quell’altro, quello dalla mascella forte e volitiva! Quello non rideva mai, questo ridacchia sempre. Quello si affacciava ai balconi tutto vestito e impettito, questo va sulle spiagge a torso nudo e con fare sbracato. Quello ha sempre esibito una sola amante ufficiale, questo finora ha esibito diverse “fidanzate” ufficiali e tante ufficiose. Quello salutava a braccio teso, questo manda sempre tanti bacioni a labbro spocchioso.

ProtPuzzone è pericoloso?

Purtroppo sì, ProtPuzzone è pericoloso! Pur nella sua pochezza di spirito, è un gran furbacchione. Sa giocare molto bene a essere “uno del popolo, uno di voi”, uno che magna, beve e scopa alla grande.

Sa benissimo che gli avversari interni si ricompattano davanti a un “nemico esterno” su cui scaricare rabbie e frustrazioni. Ha a sua disposizione (e paga molto bene) fior fiore di esperti che gli organizzano la comunicazione, specialmente quella sui social, per la conquista del consenso, miscelando molto bene verità e bugie, promesse da marinaio e decisioni da caudillo, durezze intransigenti e tenerezze sentimentali. Ma soprattutto scansa tutte le occasioni che lo vincolerebbero a decisioni politiche impegnative e risolutive, facendo perdere la base del consenso.

Conosce molto bene i vincoli istituzionali, ma li maneggia con disinvoltura, appropriandosi di prerogative che non ha. Nasconde, dietro misure legislative di tipo securitario, norme liberticide, anche per colpire e criminalizzare il dissenso.

Con il suo sovranismo, ci allontana dall’Europa e ci isola a livello internazionale, ma senza mettere in discussione minimamente gli abusi della finanza e delle multinazionali.

Non ha nessuna visione costruttiva nel campo dell’economia, per creare lavoro e diminuire il debito. Usa il consenso elettorale come un plebiscito a favore delle sue sole proposte, ricattando gli eventuali alleati di governo.

Nel caso avesse la maggioranza, farebbe in modo di scavalcare le garanzie costituzionali per affermare un potere personalistico e autoritario, cercando di asservire, attraverso apposite “riforme”, tutte le istituzioni che potrebbero creare dissenso o che possono garantirgli un appoggio “militare” dissuasivo: organi d’informazione, magistratura, esercito, forze dell’ordine, scuola.

Ma soprattutto, come ha già cominciato a fare, introdurrebbe una prassi persecutoria nei confronti dei supposti “nemici” o “irregolari”, come immigrati, rom, omosessuali, togliendo loro diritti e risorse. Aumentando così il livello d’insicurezza generale e di tensione sociale, cui risponderebbe con misure di carattere “militare”.

Mi chiedo: è proprio questo che vogliamo?

Fine…provvisoria

 

E dopo la dettagliata descrizione del personaggino che ancora oggi ci ritroviamo incredibilmente a disturbare i nostri pensieri, forse l’ unica attività che gli riesce fare benissimo, di seguito uno scambio tra lui e un altro signorettino di molto dubbio valore, ierioggidomani&temosempre, la cui identità, almeno per i più attenti, non sará difficile dedurre.(Piero)

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di Mario Lovarace

ProtPuzzone si era messo in combutta con un certo Treggì, per risuolare e rabberciare lo Stivale, a loro avviso assai assai malandato per i colpi che aveva ricevuto prima del loro accordo, da quegli scriteriati dei Porchi Diavoli (abbreviato: PD).

Ma chi era Treggì, detto anche Primaverile( nato di maio)?

Per la verità, era uno che si poteva definire “nu’ bravo guaglione”, specie quando non parlava.

Aveva quattro idee nella mente, solo quattro, ma ad esse era affezionato come un’ostrica al suo scoglio.

Guai se lo portavi fuori da quelle! Si guardava intorno, smarrito, e non capiva più nulla. Ma come lo facevi rientrare in esse, vedevi che acquistava baldanza e sicurezza e nessuno lo poteva contrariare!

Un’idea di Treggì era: aboliamo la povertà. Per la verità, lui era stufo e arcistufo di vedere tutti quei pezzenti girovagare per lo Stivale: erano magri, così magri che ti facevano venire i sensi di colpa se tu volevi mangiarti una bella pizza napoletana con mozzarella di bufala!

E poi sporchi, così sporchi e lerci e puzzavano: cosa da non sopportarsi!

Allora disse a quell’altro:
Aboliamo la povertà, diamogli qualcosa, chessò, un reddito, almeno per comprarsi una salvietta e un sapone: non li sopporto così lercioni!

L’altro disse:
Vabbene per la salvietta e il sapone, ma io ho un’idea migliore:

tu vuoi abolire la povertà.. okappa okappa… E perché invece non aboliamo direttamente i poveri? Facciamo prima e risolviamo alla radice!

Abolire i poveri? – fece Treggì incuriosito – e come fai?

Facile! Disse l’altro. Tagliamo le tasse e mettiamole con aliquota fissa. I ricchi già ne pagano poche perché evadono: con questo taglio non ne pagheranno e saranno ancora più ricchi e contenti. I poveri continueranno a pagarle, perché per loro l’aliquota rimane fissa e se la prendono in quel posto, osto. Ma siccome ci saranno pochi soldi per lo Stivale, tagliamo un fracco di posti negli ospedali, che tanto i ricchi ci hanno le cliniche private, così i poveri muoiono e chi s’è visto s’è visto!

Poi ho un’altra idea: adesso di soldoni se ne danno tanti tanti al sud, dove ci sono per lo più questi poveri, che sono pure sfaticati e che ti danno tanto fastidio e ci hai ragione!

Sai che facciamo? Una bella autonomia: i soldi dello Stivale li lasciamo al nord, dove ci sono i ricchi e ci pensano loro agli ospedali dei poveri. Al sud invece diamo quattro soldi ma non chiediamo dove li spendono, fottiamocene! Così se li prende la mafia e ci pensa lei. Vedrai che, in poco tempo, un sacco di poveri spariranno dallo Stivale!

Beh, però, può essere un’idea, disse Treggì, anche se non mi convince del tutto!

Ma tu rimani ministro con me per altri vent’anni e i soldi li diamo prima prima a te!

Ambè, già così mi convince di più. Però poi io li restituisco, quelli che mi avanzano! (sempre se mi avanzano). Li do a quelli che li danno ai poveri, così poveri non ce ne sono.

Vedi come è facile? Altro che povertà, facciamo sparire i poveri e il gioco è fatto!

Un’altra idea, anzi una fissa, di Treggì era la pulizia. Tutti dovevano essere puliti e lindi, sennò dovevano andare a farsi smacchiare subito con un tot di anni di galera, e chi s’è visto s’è visto! Ci teneva alla pulizia, almeno come l’altro ci teneva alla polizia. E ci teneva assai assai! Infatti, ce l’aveva con i Porchi Diavoli (PD) e con i Filibustieri Insanabili (FI) perché li riteneva tutti zozzi, ma zozzi assai!

Ma quale fu la sua sorpresa, quando il suo socio in affari lo invitò a una “colazione di lavoro” con i suoi compari! Magnavano come porci magnavano…. bevevano a garganella, rutti e scorregge a profusione, puzze che non ti dico!

Qualcuno, ridendo e scherzando, se la faceva anche addosso!

Per il povero Treggì l’aria rischiava di diventare irrespirabile! Allora diceva, con voce soffocata:
Le finestre, aprite almeno le finestre!

No! – sbraitò quell’altro – qui non si apre niente! Tutto chiuso. Se apriamo le finestre, poi si vogliono aprire pure i porti e quelle bastarde delle gONGolone ci portano altri poveri. Ennò, pussa via! Tutto chiuso, porti e finestre!

E Treggì dovette abbozzare.

Un’altra idea di Treggì era: aboliamo le auto blu, anzi pure quelle verdi, anzi pure quelle rosse, tutte tutte le auto, inquinano, lasciamo solo le biciclette!

L’altro disse:
Vabbè, vedi tu, tanto io viaggio con gli aerei, con gli elicotteri, con le auto della polizia, poi anche con quelle dei pompieri, poi mi fanno andare anche sulle moto d’acqua, che mio figlio si diverte tanto e tanto, pagano i contribuenti! Tu pigliati pure ‘o ciucciariello, come dite voi, che io mi piglio il Treno dell’Alta Velocità.

No, l’Alta Velocità no! – fece Treggì – su questo m’impunto. Chiudi i porti, togli le tasse ai ricchi, spacca lo Stivale, ma l’Alta Velocità non me la toccare! Quella è mia, sono anni che stiamo pensando a come levarla e quella è sempre là.

No, niente Alta Velocità.

– Lo vedi? Lo vedi? Sbraitò l’altro. Tu e i tuoi compari, Colino (Conte Draculino) e Ostunelli (Occhi stupefatti ma belli) siete quelli del NO! Ecchecca…Dite No a tutto quello che vi propongo! E non si può continuare così! O dite sì o…

O?

O vi do una botta di Stivale in testa e chiamo quegli altri a fare il patto per risuolare lo Stivale!

E chi sarebbero “quegli altri”?

Quei due. Il Rimba e la Sp – Occhioni! Tieni presente?

Tengo, tengo! Ma il T.A.V. no. No no e poi no!

Guarda che a voi restano i Porchi Diavoli! (PD)

E vabbè…Ma il TAV no, no e poi no!

Su Treggì, nun fa’ accusi!

No, no, e poi no!

E lassame ‘na muntagnella
A muntagnella gnornò, gnornò!

Solo pe’ ‘na galleriella!

‘A galleriella gnornò gnornò!

‘Nu treno piccerello!

‘U treno piccerello gnornò, gnornò!

Se non me la fai scavà, me suso e me ne vaco da ‘ccà, se non me la fai scavà, me suso e me ne vaco da ‘ccà!

E fu così che l’Altro si alzò e se andò, per non sottostare agli uomini del No!

E Treggì con suo amico Colino (Conte Draculino)? Sono lì che aspettano le decisioni dei Porchi Diavoli (PD), Che intanto stanno a fare la conta:

Per me per me per me, alle ventitré! Viene undici. Tocca a me!

No! Secondo me viene dodici. Abbiamo sbagliato. Rifacciamo la conta!

Per me per me per me, alle ventitré! Viene quaranta. Fischia sona e canta!

No, no! Non ci siamo! Quello prima ha detto sì e mo dice no. Rifacciamo la conta…

E sono lì che ancora se la contano.
E intanto il povero Treggì con il suo amico Colino (Conte Draculino) aspettano e aspettano…

Fine

 

Non so se nel trattempo erano state scritte altre puntate della politicnovela di cui avremmo voluto fare volentieri a meno. Nel caso, sarà mia cura aggiungerle a questa pagina (Piero)

Aggiornamento in rima – 1

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IL BALLO DELLE POLTRONE
di Mario Loverace

E’ vero son geloso perché Di Maio ha il poter
è vero son furioso perché l’ho presa nel seder
Eh, sì eh sì io sono un gran coglione
e loooro si tengon le poltrooone!

Sì provoco la lite perché Renzi mi beffò
Sì faccio le scenate perché Conte mi fregò
Eh sì eh sì io sono un gran coglione
e loooro si tengon le poltrooone!

Certamente e con ragione
tutti dicon che son pirla
Mi ripeton che ho sbagliato
Gongolando Gongolando                                   perché sono un rintronato!

E’ vero son geloso perché Di Maio ha il poter
è vero son furioso perché l’ho presa nel seder
Eh, sì eh sì io sono un gran coglione
e loooro si tengon le poltrooone!

Aaaancooor!

Aggiornamento Mattarellante – 2

di Mario Loverace

 

Eh, in questi giorni sono stato defilato e non ho avuto il coraggio di proferire verbo. E’ perché ero troppo, troppo in pena! Eh, sì, ero in pena per quel povero mattarello. Insomma, uno che è nato per fare la pasta fatta in casa che si deve perdere dietro a una banda di scalmanati! E poi ci ha anche un’età povero mattarello e non può corrergli dietro! Ora, ditemi voi: c’è il Furbone (XY) che corre dietro a Treggì, per riacchiapparlo che sennò gli sfugge per sempre. C’è il Treggì che corre dietro a Colino per non perderlo di vista, visto che è l’unico che non gliele manda a dire, al Furbone! E poi, sa parlare, mica poco! Poi c’è Colino che corre dietro a MontaLetti (un misto tra Montalbano e Zingaretti), che dice mò l’afferro, mò l’afferro e non l’afferra mai, c’è MontaLetti che corre dietro al Toscocheperlacittàdelfocovivotenvaicosìparlandoonesto. Ma è troppo lunga, ovvìa! Chiamiamolo solo ‘l Tosco, che però va un po’ di qua e un po’ di là, un po’a destra e un po’ a sinistra e il povero MontaLetti si affanna a rincorrerlo in tutte le direzioni e dietro a lui tutti gli altri! E poi, dietro dietro a tutti, c’è la Sp – Occhioni che si vorrebbe incollare alle chiappe del Furbone, non sia mai le sfugge e lei ha appena fatto la messa in piega apposta apposta per apparire curata per il prossimo affaccio al balcone del nuovo governo da cui avrebbe salutato tutti quanti, come ai bei tempi di quando c’era Lui!
Insomma, tutti tutti corrono e lui non ne deve perdere di vista nessuno che questo è il suo compito istituzionale, oltre a quello molto meno formale di fare la pasta fatta in casa, alla sicula maniera!
E a me, mi fa pena, mi fa! Che poi ci ha pure un’età e ci ha ancora due anni, poraccio, prima di poter andare in pensione e dedicarsi solo alla pasta!

L’ho visto qualche giorno fa, un po’ deperito e stranito, per la verità. E’ lì che mi ha fatto pena! Ha detto, con quella sua voce timida, con le parole che sfuggono da tutte le parti, come conigli in cerca di un nascondiglio:
Insomma, io li ho ricevuti tutti, ho parlato con tutti. Nessuno ha apprezzato la mia pasta fatta in casa! E allora io che ci sto a fare? Scusate ma mattarello mi chiamo, la pasta fatta in casa è la mia specialità! Lo dice pure la Costituzione: da ciascuno secondo le sue capacità a ciascuno secondo i suoi bis…no, no scusate, mi sto confondendo, questo è un altro discorso, di un certo Carlone con la barba, amico mio, ma che non vedo da tempo! Allora: per tornare a noi. Uno mi ha detto:
Eh, no, non so, devo ancora parlare con quelli, (i Porchi Diavoli) ma non sono riuscito, perché i Porchi Diavoli devono parlare ancora fra di loro, ma non è così facile, perché il Tosco è tosto e deve parlare ancora con se stesso per capire che cosa vuole fare da grande, che ancora non l’ha capito! Se si vuole sposare con la Leopoldina o la vuole mollare. Mah! Dammi ancora un po’ di tempo che devo appurare!
E l’altro mi ha detto:
Evvia, non essere così precipitoso che io gli ho fatto uno scherzo a quello scemo del Treggì, ma lui ci ha creduto veramente e se l’è presa. Ma siccome io sono buono, ci ho sempre il telefono appicciato, come dice lui che è pure terun, (e guarda che mi tocca fare per avere pieni, anzi, pienissimi poteri, correre pure dietro ai terun)! Insomma, ci ho bisogno di un po’ di tempo per capire che vuole fare!

E così mattarello gli ha concesso, all’uno e all’altro, un po’ di tempo. Nel frattempo però se le cantano e se le suonano, come succede sempre tra innamorati lasciati ma ancora indecisi sul da farsi (anche perché i tempi di decisione dei Porchi Diavoli non sono tempi, sono ere geologiche!).

Ed ecco cosa canta il Furbone a Treggì:

Ritornerai / in ginocchio da me / PD non è / non è niente per te./ Ora lo so / non capisci un granché / ritornerai / in ginocchio da me!

Ma Colino gli canta in risposta:

Tu mi fai girar tu mi fai girar grandemente le scatole / poi mi butti giù poi mi butti giù, che rottura di scatole / Non ti accorgi quando scucco / quando sono stufo e ciucco / tu / pensi solo ai dané!

Al sentire queste canzoni al mattarello gli viene una gran voglia di fuggire…e di non farsi trovare mai più…sarebbe il suo sogno…

Continua? Boh…

ProtPuzzone e la sua tristissima e nefasta storiellaultima modifica: 2021-08-17T05:47:08+02:00da piero-murineddu
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