Il Calessino di Castelsardo e varie amenità mattutine d’inizio estate

di Piero Murineddu

Il segreto della vita? Riuscire ad alzarsi col piede giusto la mattina, cosa non sempre facile e tutt’altro che usuale. Per me sicuramente, ma credo di essere in numerosa compagnia, e non solo perchè il pensiero va istintivamente a quel losco figuro che occupa indegnamente il Viminale con tutte le nefaste conseguenze.

ops…..oggi mi sono alzato col piede giusto e non voglio rovinarmi la giornata.

Apri un occhio e subito dopo il compagno. Che fai? Mica t’inginocchi prostrato e ringraziante per la nuova giornata che hai davanti. Macchè! Giusto il tempo di realizzare chi sei e se ancora vivente e respirante, allunghi il  braccino e la manina esplora il punto esatto dove la notte prima lo smartphone hai appoggiato. A far che? Subito detto: per renderticontare che caspita è successo nottetempo nel mondo sempre più mondaccio.

Esplora qui, esplora là e al solito feisbukappa di proposito vai ad intopparti.

Tò! Quasi in presa diretta quasi fossimo in telepatico contatto, con due care amiche, altrettanto mattiniere, scambi un cordiale buongiorno, per cui la cosa sembra più che bene avviata. Se poi, pur prendendolo in mano, fai di tutto per non sbattere al muro lo strabenedetto marchingegno elettronico, é proprio un buon passo per avviare bene la nuova giornata regalata senza merito alcuno.

Rifacendo i conti, mi rendo conto che oggi è domenica, quel sempre simpaticone giorno. E vuoi che non mi facci una bella gitarella, ma così, del tutto alla buona, giusto per fregare tutti gli altri più o meno ancora addormentati?

Messo il papillon a Stellina e il gilet nuovo a Ciuffettino, ricopertomi del primo straccio a portata di manina….vroom vroooooooom vroom e con lo stravecchio macinino mi accelero per una ventina di chilometri alla volta di Castelsardo.

A proposito, per i continentali: lo/la conoscete Castelsardo? No? Peggio per voi. Io ho la fortuna di avercelo/a a circa un litro e mezzo di gasolio di distanza, per cui, quando mi salta, non c’è nessuno che possa impedirmelo….

Scontata sosta nel villaggio marino  poco prima per la necessaria colazioncina, servita dal solito e pelato inserviente di cui oggi – caspiterina – sono il primo cliente.

No, consumare il prezioso primo caffè dei due quotidiani appoggiato al bancone non fa proprio per me. Sarebbe del tutto sprecato. Ma come, ho la possibilità di lentamente sorseggiarlo seduto tranquillo di fronte al mare, ed invece, con l’usuale e stressata fretta me lo devo ingurgitare? Non sia mai ! Per cui, saldato il conticino, prendo tazzina e brioscina e alla spiaggia grazieaddio ancora piacevolmenete deserta mi appropinquo.

Un silenzio d’inizio giorno che sembra un sogno!

Peccato che Ciuffo e Stellina, appena vedono la zozzaglia giovanile della sera prima, superata la non poca meraviglia per tal comportamento, non esitano un attimino a svuotare la loro vescichella canina.

PRIMO

Ma,santiddio, mi chiedo io: a due passi ci sono in paziente attesa di essere riempiti i gentili bidoni differenziati, e tu non trovi miglior soluzione che spandere ovunque la tanta segatura  contenuta dentro il tuo duro cranio?

Ma come, come, come si fa a persistere in tal livello d’imbecillità? Capisco che sei capace, nel contempo, d’ ingurgitare il trancione di pizza nauseamente intiepidita, di ruttare in faccia alla tua ganzetta che evita di reagire per paura di rimanere solasoletta, d’illuderti di dialogare mentre sai solo schifosamente dalla bocca scorreggiare, di girare a manetta la manopola stereofonica per l’intero vicinato svegliare, di tanto in tanto col tuo stramaledetto motorino impennare per illuderti di valere qualcosa…

Tutto, tutto, tutto sai fare, fatta eccezione del raziocinio usare!

Faccio pausa perchè questo “rimare” continuo mi sta esaurendo il cervellino……ufffffffhhhh……

Ecco, mi sono leggermente ripreso. E  basta con queste rime! Ma cosa mi son messo in testa….di poetare?Ufffhhhh……torno alla prosa ch’è per me più congeniale.

 

Dov’ero rimasto? Ah si: i bidoni differenziati. Ed ecco la prova visiva della loro esistenza……

2

Come si vede, vi è anche l’addetto per il loro svuotamento, per cui, giusto per non far torto all’intelligenza, non continuiamo a dare colpa all’inefficienza pubblica e blablabla…..

Siamo noi i responsabili di tutta la “monnezza” in cui siamo immersi, e non solo quella fisica. Noi, e non i soliti “altri”!

 

Considero buona l’idea della doccia a pagamento. Perchè? Come perchè? Ma possiamo negare che, se fosse illimitata la fuoriuscita del preziosissimo liquido, lo sprecheremmo sicuramente senza alcun ritegno, pensando che intanto è inesauribile e non costa granchè a nessuno? Ma quanto siamo ignoranti, oltre che irresponsabili?

DOCCIA

Finalmente arrivo alla meta prefissata. Oggi di camminare tanto non ho per niente voglia, per cui mi fermo nella piazza principale, costruita non proprio di recente recente, ma sicuramente non antica….

Uno schifo da far paura, un cazzotto in ambedue gli occhi, un’immonda e sconfinata colata di cemento, circondata da  costosissimi lampioni da inorridire, un ammasso di pseudo modernità che con la caratteristica dell’antico borgo fanno a botte di continuo…

Mi avvicino ad un bar vicino per chiedere ad un signore sicuramente del posto notizie dell’autore di tale scempio

“Boh!” e la quasi scontata risposta

 

Ritorno sconsolato nello Schifo Sconfinato, ed il mio sguardo è attratto da una scultura bronzea posizionata proprio nel bel mezzo, unica consolazione di tutto l’insieme circostante

BRONZO

Solo essa basta per compensare l’Inguardabile che vi è tutt’intorno. Mi ritrovo insieme a Filippo – turista siciliano fino ad allora sconosciuto e a cui chiedo informazioni sulla scultura – a girare di seguito intorno alla base su cui, scopriamo insieme che trattasi della prima parte  del “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia“, dell’immortale. (merito suo) e pure angosciato e sciancato (non per colpa sua)  Leopardi:

Che fai tu luna in ciel? Dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
La vita del pastore.

L’autore della bellissima scultura, realizzata nel 2016 è denominata “Colgo la luna”, è tal Giacinto Bosco, che a quanto pare, il cervello,le mani e gli attrezzi necessari li sa usare eccome……

Scrive  il critico d’arte Paolo Levi:

“Le due figure che ricorrono in un ciclo di composizioni dove la luna diventa simbolo universale e metafora amorosa – Colgo la luna è il titolo di un gioco tutto ascensionale, una sublimazione del sentimento che unisce una coppia – esprimono qualcosa di elementare, unitamente alla sacralità di un rituale intimo. Il gesto più semplice, anche solo il tenersi per mano, assume così la potenza di una consacrazione, di una promessa per l’eternità”.

Commossi? Anch’io

Nella breve conversazione, scopriamo con Filippo che siamo coetanei. Addirittura io più grande di cinque mesi, anche se pensavo che di anni ne avesse almeno una quindicina più di me. Ci salutiamo cordialmente e chi si è visto si è visto.

Intanto, osservandoli per vederne il comportamento e facendo finta di niente per non apparir loro eccessivamente controllante, vedo i due mancati sindacani Ciuffo e Stellina che se la passeggiano tenendosi a braccetto e facendo le loro considerazioni. Li vedo compiaciuti per le fioriere molto ben fiorite e dotate anche d’impianto abbeverante, ma per il resto…….

Poi, parlandone, concordiamo che il posto è si spazioso, ma come gusto del bello fa proprio pena!

VASI

 

Venuto il momento di sloggiare e rifatto vroom vrooooooom vroom, incappo proprio davanti ad una meraviglia, mille volte meglio della piazzona rivoltante appena lasciata.

La si guardi e la si giudichi….

 

BUSCAR 2

Embè? E allora? Nevvero ch’è di una graziosità unica? Il titolare della “ditta”, tal Ettore, conosciuto meglio come Il Calessino di Castheddhu Sardhu, visto il mio interesse e immaginandomi un giornalistone internazionale solo perchè porto il mio bianco cappellaccio –  no, tranquilli, non è stato mai indossato dal politico regionale, uno dei tanti tirapiedi del vecchio Paperone ormai decaduto. Cappellacci è o era il suo nome. Nel caso, l’avrei buttato da quel dì. Spero tuttavia che goda di ottima salute, ma ognuno per la sua strada. Grazie! – credo per questo motivo, dicevo, oppure perchè, come mi è parso, è semplicemente un galantuomo di tutto lusso. Mi ha raccontato un po’ della sua attività, e assicuro che quei pochi euro che chiede per far scorrazzare il passeggero per una mezzoretta circa, li merita senza nessunissima ombra di dubbio. Anzi, faccio così. Mi è stato talmente simpatico che volentieri e per mia diretta iniziativa, dietro suo consenso naturalmente, riporto il suo numero di cellulare: 3664950263. Parola di Piero, di cui assicuro ci si può fidare, non abbiamo pattuito alcuna percentuale.

Per il proseguo di giornata, auguro sia buona per me e per tutti e così sia.

Il Calessino di Castelsardo e varie amenità mattutine d’inizio estateultima modifica: 2019-06-23T09:19:20+02:00da piero-murineddu
Reposta per primo quest’articolo

Commenti (2)

  1. giuseppina congiatu

    Piacevolissima lettura, ormai diventata un,abitudine.

    Rispondi
    1. piero-murineddu (Autore Post)

      Mia cara, non cadere nelle abitudini. Non la vedo una bella cosa..

      Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog.
I campi obbligatori sono contrassegnati *