La ricerca musicale ed esistenziale di Carlo


di  Piero Murineddu

Sicuramente lo spirito d’avventura non manca in “Moby Dick, la balena bianca”, romanzo di Herman Melville, ma è principalmente l’allegoria che bisogna leggervi, sia nei fatti narrati e sia in ciascun personaggio.
Tra questi prevale il misterioso capitano Achab, che dopo aver perso una gamba in uno scontro con un capidoglio, organizza una spedizione unicamente per dar la caccia al gigantesco cetaceo, vero obiettivo che comunica all’equipaggio solo quando si trovano in altro mare.
Al termine di un’infinita ed estenuante caccia, la baleniera e l’equipaggio vengono trascinati dall’animale ferito nel suo vortice. Solo Ismale,narratore dell’intera storia romanzata, viene recuperato dopo un giorno ed una notte aggrappato ad una bara.
Moby Dick, simbolo di tutto ciò che è ignoto ed inafferrabile per l’uomo.
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Carlo Cabras ha usato la figura di Achab per raccontare se stesso attraverso la sua musica, ma nel contempo le grandi contraddizioni in cui ha vissuto l’uomo di tutti i tempi, con particolare attenzione a quello attuale.
Nativo e residente a Sorso e mio caro e giovane amico, dopo essersi dato il necessario tempo per acquisire padronanza dei due strumenti da lui prediletti, la chitarra e la sua voce, Carlo ha già alle spalle esperienze compositive, ma questa volta sembra buttarsi con più decisione nell’avventurosa incognita del cantautorato, e con quest’ottimo brano acustico mi sembra partire col piede giusto, nel senso di gradevolissimi e ben ritmati accordi  e con appropriata, fantasiosa e trascinante voce, sopratutto nel finale.
Musica come mezzo  di avvicinamento fra gli uomini, arma che spara umanissime note di accoglienza e comprensione, contrapposte alle armi sempre più micidiali che vedono ovunque un nemico da eliminare.
Il capidoglio di Melville, visto nel romanzo come male assoluto contro cui combattere perchè considerato causa prima del proprio malessere, nella realtà usa solcare i mari stando in gruppo coi suoi simili, seguendo quelle leggi naturali che permette di vivere.
Forse è questo che crea fastidio a chi della vita non riesce a vederne l’essenza.
Sono certo che le composizioni di Carlo potranno essere utili anche in questo senso.
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La ricerca musicale ed esistenziale di Carloultima modifica: 2019-03-16T17:18:41+01:00da piero-murineddu
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