Ciò che preoccupa sono glitagliani e non il Capitan Gaglioffo? Non proprio……

 Uno scambio di vedute di facebouk

IL DIRITTO STORTO

di Romolo Perrotta

O il diritto è diritto, oppure c’è qualcosa che proprio non arrivo a capire… Proviamo a ragionare un po’, insieme.
Il capo d’accusa che parte da Catania nella direzione del Ministro degli Interni parla di contravvenzione della legge del mare, quella che obbliga – non solo lui, ma chiunque – a prestare soccorso a vite umane. La sua plateale (e assai poco decorosa, a dire il vero) (auto)difesa (almeno per ora), esternata da bravo gigione che sta a pennello nella tradizione, risiede nel fatto di avere agito “politicamente”. E ciò con perfetta coerenza rispetto a quanto promesso ai proprî elettori (cosa di cui occorre dargli atto, soprattutto se posta a confronto, la sua coerenza, con le dichiarazioni odierne di Minniti e degli strenui difensori degli Sprar: i medesimi che a mare ci hanno buttato l’esperienza di Riace, per intenderci).
A quella “legge del mare” corrisponde, almeno sul territorio italiano, una altrettanto chiara normativa, l’omissione di soccorso, perseguita penalmente. Essa richiama un dovere, alla cui base si pone indubbiamente un afflator, buddhista, musulmano, comunista, fascista, leghista…).
Ora, se è vero che di tanto in tanto il buon Salvini mescola i paternostri e il buon Dio a spocchiose dichiarazioni contro parti dell’umanità (e questo basta a generare qualche dubbio sulla saldezza e coerenza dei suoi valori religiosi), è anche vero che quelle norme, del mare e della terra, sono fortemente laiche, proprio come la nostra Costituzione.r
Nella sua esposizione delle manifestazioni, e scienze, dello spirito, Benedetto Croce osò porre l’utile – e dunque anche il diritto, l’economia e la politica – nello stesso alveo della morale. Quanto non venne digerito da più parti – filosofi diotta ispirazione marxista e cristiana, soprattutto – non fu soltanto la distinzione tra l’intento dell’agire individuale e universale (ovvero tra la destinazione egoistica o comunitaria di una determinata azione), ma soprattutto l’idea che il “dovere” potesse avere a che fare con qualche sorta di “tornaconto”. Kant, come il cristianesimo, la morale l’avevano posta in termini di “princìpi assoluti”, derivanti dall’alto o dal più intimo di se stessi, giammai da qualche piccola o grande utilità (autonomia contro eteronomia della morale).
Eppure l’etologia, quella umana nella fattispecie, e anche l’antropologia, confermano l’intuizione di Croce e dunque l’evoluzione tutta naturale dell’etica (da cui la morale scaturisce), la quale parte dalla salvaguardia di se stessi e della propria specie e culmina in forme ed espressioni assolute del dovere.
Tutto questo per dire che, pur avendo un risvolto morale, l’obbligo del soccorso è, anzitutto, un utile – “divinamente” animalesco e naturale, dunque laicissimo – assunto giuridico. E non può – a rigor di logica, il minimo per continuare a dichiararci esseri “razionali” – venire soverchiato da un principio o da una motivazione più nobile, quale pure potrebbe sembrare a ciascuno la propria, personale linea politica.
Mutatis mutandis, “chiudere i porti” avrebbe un’assurda corrispondenza nell’impedire di salvare il simile (o prossimo) di cui sopra, se ci si imbatte in lui per strada. Il che equivale a chiudere, per decreto “politico”, non solo i cuori, ma anche il cervello della gente.
Ora, lasciata ovviamente a ciascuno la libertà di chiudere il proprio di cervello, se fossi al posto degli evanescenti e totalmente oscurati collaboratori pentastellati di Matteo Salvini, vale a dire Carlo Sibilia e Luigi Gaetti (che da medico, in nome di Ippocrate, un sussulto deontologico dovrebbe pure avercelo, almeno lui), in nome della Costituzione e con buona pace del Contratto di Governo, qualche misura a salvaguardia di questo “diritto”, reso “storto”, la prenderei.

 

Di seguito, un commento a quanto su scritto

di Fabio Farnesi

Caro Romolo, per quanto io sia totalmente contrario alla logica dell’attuale ministro dell’Interno e la trovi antitetica ai più semplici concetti di umanità, fratellanza, accoglienza, non é MT che mi spaventa di più. Mi spaventano molto di più i tanti italiani che in questi giorni rafforzano la sua  logica incitandolo ad andare avanti. L’avvento di questo governo ha stimolato il risveglio di quella destra estrema in cui l’Italia moderna fonda purtroppo le sue radici. Mi preoccupano le rievocazioni storiche delle battaglie fasciste, i funerali che offrono come estremo saluto il triste spettacolo del braccio alzato, mi preoccupano le azioni di razzismo nei mezzi pubblici, nei supermercati. Questo governo, nella sua interezza, sta trasmettendo dei messaggi pericolosi che vanno contro tutta quella che é la mia educazione ed il mio credo. Personalmente non credo che questo sia il prezzo giusto da pagare per stare al governo. Anzi sono fermamente convinto che nessuna politica economica o sociale valga questo prezzo.

 

E questo è il mi parere

di Piero Murineddu

Fabio Farnesi dice che più dell’Odiatore Nazionale, è preoccupato per chi gli va dietro. In effetti da più parti leggo che il problema sono “glitagliani”, e non il Patetico Pifferaio che li conduce verso il Precipizio della Disumanità.

Sono d’accordo, ma non totalmente. Faccio l’esempio dell’educatore, anche se il paragone è oltremodo azzardato. Il compito di un qualsiasi educatore è togliere fuori il meglio delle persone che gli son state affidate, e non riempirle di nozioni prefabbricate. Ci siamo?

Ecco, io credo che dentro ciascuno di noi ci sia un po’ di tutto, compresa la tendenza a far fuori chiunque non ci vada a genio. Non siamo degli angiolettini puri e innocentini. È la capacità di fare delle scelte per un tal comportamento o l’altro che ci distingue.

Veniamo dunque al punto. Se un educatore (ministro) è capace di far prevalere nei suoi “allievi” ( cittadini) gli aspetti migliori, sarà considerato un buon educatore, verso cui si proverà stima e un domani riconoscenza. Al contrario………

Da qui la mia convinzione che oggi stia prevalendo in molti il peggio di se stessi, specialmente nel rapporto coi loro simili che si trovano in oggettiva difficoltà e su cui si tende a riversare tutte le colpe possibili.

L’ “educatore” – ministro? Maggior responsabile di questo disumano stato di cose.

 

Ciò che preoccupa sono glitagliani e non il Capitan Gaglioffo? Non proprio……ultima modifica: 2019-02-02T16:34:53+01:00da piero-murineddu
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