Sulle imminenti elezioni regionali in Sardegna

di Piero Murineddu

Ah, la memoria! Fondamentale nella vita di ciascuno, e quando vacilla, lo senti proprio forte che qualcosa di essenziale ti sta’ venendo a mancare. Confesso che per me è stato sempre un punto debole. E’ da parecchi anni che, per cercare di porvi rimedio, tengo un’agenda dove annoto momenti salienti delle mie giornate. Una volta era proprio un vero e proprio diario, dove annotavo di tutto. Col tempo, come per molti, l’uso della penna è diminuito. In compenso, almeno per me e grazie al suggerimento di un amico monaco venuto a mancare, cerco di tenere aggiornato questo “blog”, che riempio liberamente di  tutto ciò che mi passa per la testa e che ritengo utile, per me e per altri che mi onorano di seguirlo.

Siamo alla vigilia di un’altra consultazione elettorale, e scorrendo a ritroso questo mio “diario” digitale, sono andato a vedere quanto scrivevo cinque anni fa, anche allora alla vigilia di elezioni. Ne riporto una parte, quella che ritengo utile riproporla alla mia e all’attenzione di chi è interessato. Era il 17 gennaio del 2014. Vediamo…..

“Come chiamarli questi politici destinati al gravosissimo compito di far riprendere questa povera isola dallo stato comatoso in cui si trova ormai da tempo immemorabile, se non eroi? Oltre l’impegnativo compito di rendere la vita dei sardi per lo meno accettabile, visti gli innumerevoli problemi da cui sono afflitti, avranno il primario compito di dimostrare che i politici non sono tutti ladri. Inutile mettere questo aspetto in secondo ordine, dal momento che è diffusa l’idea,molte volte a ragione, che chi si mette in politica lo faccia principalmente per tornaconto personale.

I candidati che si affacciano per la prima volta a questa corsa, devono ancora dare prova delle loro capacità e della loro onestà. Il discorso cambia per gli altri, per coloro che a diverso livello si son già trovati vicino alla stanza dei bottoni, che siano consiglieri uscenti o altri che hanno già fatto esperienza di amministrare la Cosa Pubblica.

Domanda semplicissima:

sono intenzionati sinceramente a rendere la vita dei sardi migliore, oppure, al contrario, perseguono semplicemente mete e ambizioni personali?

Quando dico dei sardi, intendo di tutti i sardi, non solo dei propri elettori e dei propri concittadini. Qui si tratta di doversi occupare di problematiche riguardanti 1,68 milioni di abitanti distribuiti in una superficie di 24.090 km², che trascorrono la loro vita in diverse e distanti città, paesi, borghi, località marittime e di montagna, con mentalità e sensibilità molte volte diversissime tra loro, e nello stesso momento con diritti ed esigenze comuni, a cui si ha il dovere di dare risposte.

E’ chiaro quindi che non si tratta di riuscire a “portare a casa” finanziamenti per migliorare il proprio territorio, riuscendo magari a strapparli ad altri dove sarebbero altrettanto necessari per migliorarne la vita. Almeno, questo per sembra dover essere lo spirito di un amministratore regionale. O no?

Dicevo dell‘urgente compito di dover infondere nelle popolazioni rinnovata fiducia nella politica, dopo che diversi esponenti regionali hanno dato al contrario prova di disonestà, usando denaro pubblico per scopi personali o di gruppo. Certo, ci sono indagini in corso e della Legge bisogna che ci fidiamo, ma intanto sono fatti estremamente gravi e riconfermano nel loro convincimento la gente, portata, come si dice, a “far di tutta l’erba un fascio”, o se preferite, a “mettere tutti nello stesso calderone”. Lo sappiamo che è sbagliato e rasenta il qualunquismo, ma così è…….”

 

Fin qui quanto scrivevo allora, cose che continuo a pensare anche oggi.

Ho già visto candidati oltremodo sorridenti, sia in carne e ossa, sia col volto stampato nei soliti “santini”, ammucchiati anche presso le casse di esercizi commerciali. L’invito ad essere votati arriva anche attraverso i nuovi mezzi di comunicazione, cosa che in un certo senso mi irrita leggermente, ma capisco benissimo che devono far sapere della loro intenzione di “sacrificarsi” per la patria.

Una volta dicevo chiaramente, quando ero molto più ingenuotto di adesso, che a tal persona non avrei dato la mia preferenza, cosa che ha infranto “amicizie” che, illudendomi, pensavo consolidate. Oggi sorrido e taccio, ma senza promettere niente a nessuno. Diciamo che le mie scelte, il più possibile ponderate, le tengo per me, cosa molto più “prudente” di come facevo nei tempi passati.

Una cosa però la devo dire: non mi farò mai rappresentare da chi, furbescamente, ha fatto di tutto per farsi uno spazietto sul carro del probabile vincitore, in modo particolare di quel galantuomo sifaperdire che fino ad avanti ieri ha trattato i sardi e i meridionali come dei parassiti e oggi se li vede tutti intorno, festanti, osannanti ed elemosinanti.

Ah, la memoria! E non solo la mia.

Più che preoccupaione per il futuro, sento una grante pena per il presente.

E poi sono uno di quelli che per natura amano stare …..all’opposizione. Sempre.

 

Sulle imminenti elezioni regionali in Sardegnaultima modifica: 2019-01-31T20:27:19+01:00da piero-murineddu
Reposta per primo quest’articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog.
I campi obbligatori sono contrassegnati *