Su Giacomo e la sua passione per la musica, ma anche sull’ aggregazione giovanile di una volta

di Piero Murineddu

O Gia’, ma hai mai provato a mettere su un tuo brano, con parole e musica?”

“No, no Pie’… Penso ci siano certi portati alla composizione ed altri che interpretano le loro creazioni, cercando di farlo al meglio…..”

Insistere è inutile, perchè di questo lui ne è pienamente convinto.

E’ una vita che intorno alla sua (credo principale) passione, Giacomo Doro ci gira intorno e vi entra dentro, sicuramente col massimo rispetto e, dopo tanto tempo, con indiscutibile competenza.

Ricordo quando nella sua casa paterna di via Capo Corso a Sossu, sulla sinistra appena varcata la porta d’ingresso, passavamo ore e ore a strimpellare, lui solistando ed io cercando di fargli al meglio una decente base ritmica con la mia vecchia e fedele sei corde classica. Il tempo trascorreva che neanche ce ne accorgevamo, e sempre piacevolmente.

Di tanto in tanto provavamo a scambiare i ruoli, ma indubbiamente era lui quello più portato a fare le parti soliste, il più delle volte con passaggi improvvisati. Il ritmo dei miei accordi sosteneva la sua capacità di scorrere le dita sul manico della tastiera per premere sulle corde le note giuste.

Entrambi mai frequentatori di bar, come si usava e credo si usi ancora fare, continuando ad essere i principali e più diffusi luoghi di ritrovo in un paese. Per noi ragazzi di allora era più congeniale cercarci e crearci diversivi per soddisfare il bisogno di stare insieme.

Il periodo del “Centro di lettura”, pensato e animato dal compianto maestro elementare siciliano Pietro Falesi, per i tempi era l’alternativa più innovativa, dopo la grande esperienza aggregativa di decenni prima portata avanti dal figlio del Notaio Antonio Cicu, Ambrogino, nei locali dell’abitazione di famiglia sita in via Farina, nel centro storico del paese.

Nella nostra gioventù, anche i locali attigui alla chiesa di Santa Croce erano stati luogo di aggregazione, dove si portavano avanti diverse attività e ci si innamorava parecchio. Ancora prima, lo stesso luogo risuonava dell’ allegro vociare di giovani ragazzi impegnati a dare una mano per i bisogni del “terzo mondo”, rimasto praticamente indietro a causa dell’ egoismo cronico dei Paesi industrializzati e sempre più ricchi grazie alla produzione di micidiali armi che poi vanno a vendere proprio ai Paesi che non riescono mai ad emergere. ” Gruppo Bangui” era il nome che questa gioventù sussinca si era dato.

Qualche anno dopo quelli legati alla mia adolescenza, vi è stata la lunga e bella esperienza aggregativa presso il convento dei frati francescani, voluta dal dinamico padre Leonardo e che ha avviato all’uso delle note musicali tanti ragazzi

Quindi la Musica, attivitá aggregativa per molta gioventù di allora. Ora non so più.

Le “greffe”, formate da un grosso numero di giovanotelli sintonizzati fra loro da interessi comuni, si creavano anche le loro “salette”, prevalentemente per trascorrere le serate invernali, magari “riscaldate” da piacevoli “pomiciate”, prologo di futuri matrimoni per certi e semplici ricordi nostalgici per altri. Gli appuntamenti nelle case private per portare avanti e coltivare passioni comuni non mancavano quindi, e la sempre presente musica era l’ immancabile sfondo sonoro a questi momenti.

Nella vecchia scuderia del padre, con alcuni amici di particolare bravura, Giacomo si dilettava anche a “jazzare”, in questo caso con la batteria. Lo faceva molto dignitosamente, e come si saprà, suonare jazz comporta una buona dose d’inventiva e capacità improvvisativa. Tutt’altro che seguire un unico ritmo dall’inizio fino alla fine come solitamente avviene nel rock, senza nulla togliere a quest’altro genere, sicuramente più seguito da un più vasto pubblico.

Con questo strumento, Giacomo ha spesso fatto musica coi due fratelli Rizzi, Sergio al basso e Gianni alle tastiere.

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In altri momenti e con diversi componenti, ha dato inizio a diverse formazioni, con musicisti di Sorso, principalmente Angelo e due giovanotti entrambi di nome Antonello, oltre ad altri del vicino capoluogo, dedicandosi principalmente a cantare e suonare la chitarra e le piccole armoniche di diverse tonalità.

Giacomo son diversi anni che con la sua voce da un grosso contributo al locale coro polifonico, giusto per allargare i vari generi attraverso i quali si esprime la grande arte qual’è la Musica.

Sua figlia Alice ha seguito la stessa passione, e mi sembra che lo faccia alla grande, come mi dicono abbia dimostrato in occasione del recente concerto live in cui il sunnominato Angelo ha presentato il suo album con testi dialettali composti da un conosciuto personaggio sussincu del passato.

Di seguito, spezzoni di brani vari durante una delle tante apparizioni pubbliche di Giacomo come musicista

Su Giacomo e la sua passione per la musica, ma anche sull’ aggregazione giovanile di una voltaultima modifica: 2022-01-26T06:48:47+01:00da piero-murineddu
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